Teatro Fumagalli, a Cantù Elio canta e recita Enzo Jannacci

18 marzo 2024 | 12:28
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Teatro Fumagalli, a Cantù Elio canta e recita Enzo Jannacci
Teatro Fumagalli, a Cantù Elio canta e recita Enzo Jannacci
Teatro Fumagalli, a Cantù Elio canta e recita Enzo Jannacci

Giovedì 21 marzo Elio porta il “suo” Enzo Jannacci al Fuori Stagione del Teatro Fumagalli: lo spettacolo è sold out

Di Enzo Jannacci, il poetastro come amava definirsi, molti dalle nostre parti avranno un buon ricordo anche come medico dell’Ospedale di Cantù dove ha lavorato per diversi anni. Del cantautore  allegro e tristi nello stesso tempo, tutti conserviamo almeno una canzone, una frase, una citazione, dai scarp de tenis a quelli che, dal Messico e nuvole al vengo anch’io…no tu no. Giovedì 15 marzo, alle ore 21.15, quel mondo verrà ricantato e rivisitato, proprio a Cantù, sul palco del Teatro Fumagalli di via San Giuseppe 9 a Vighizzolo, nello spettacolo Ci vuole orecchio, Elio canta e recita Enzo Jannacci.

Jannacci è stato l’artista più eccentrico della storia della canzone italiana, in grado di intrecciare temi e stili apparentemente inconciliabili: tragedia e farsa, gioia e malinconia. E ogni volta il suo sguardo, poetico e bizzarro, è riuscito a spiazzare, a stupire: popolare e anticonformista contemporaneamente, è anche l’artista che meglio di chiunque altro ha saputo raccontare la Milano delle periferie degli anni Sessanta e Settanta, trasfigurandola in una sorta di teatro dell’assurdo realissimo e toccante, dove agiscono miriadi di personaggi picareschi e borderline, ai confini del surreale. Roba minima, diceva Jannacci: barboni, tossici, prostitute coi calzett de seda, ma anche cani coi capelli o telegrafisti dal cuore urgente. Nato dalle parti di Lambrate, Jannacci ha registrato trenta album, alcuni dei quali indimenticabili, incrociando la strada con altri milanesi come Giorgio Gaber (indimenticabili Ja-Ga Brothers), lungo cinquant’anni di carriera senza schema fisso, medico prestato all’arte o viceversa, è stato un irregolare lui stesso, ben interpretato da Elio, che ha precisato: «Ci vuole orecchio non è un omaggio, ma una ricostruzione di quel mondo Jannacci di nonsense, comico e struggente».

villa olmo elio ci vuole orecchio

Sul palco, insieme ad Elio, nella coloratissima scenografia disegnata da Giorgio Gallione, ci saranno Alberto Tafuri al pianoforte, Martino Malacrida alla batteria, Pietro Martinelli al basso e contrabbasso, Sophia Tomelleri al sassofono e Giulio Tullio al trombone.
A loro toccherà il compito di accompagnare lo scoppiettante confronto tra due saltimbanchi della musica alle prese con un repertorio umano e musicale sconfinato e irripetibile, arricchito da scritti e pensieri di compagni di strada, reali o ideali, di “schizzo” Jannacci. Da Beppe Viola a Cesare Zavattini, da Franco Loi a Michele Serra, da Umberto Eco a Fo o a Gadda.

Uno spettacolo giocoso e profondo perché chi non ride non è una persona seria.

Villa Olmo elio ci vuole orecchio

Lo spettacolo è sold out