Tra favola e follia c’è “Favolìa” il docu-film che racconta i fiori di “Oltre il giardino”
Un luogo: il San Martino. Un gruppo di donne e uomini con le loro storie. Altre storie da raccontare e una rivista: questo è “Favolìa” venerdì 22 alle 20.45 in prima all’Astra
Si intitola FAVOLÌA il docu-film di Dario Tognocchi con il contributo artistico di Davide Van De Sfroos e Gin Angri. E’ il racconto di un luogo della città, del riscatto da pregiudizio e disinteresse che lo accompagna da decenni, attraverso un gruppo di donne e uomini che al San Martino, quel lembo di Como legato al manicomio, hanno trovato dove dare un senso nuovo alle loro storie personali (molte passate attraverso il disagio), con uno scopo comune: la realizzazione della rivista “Oltre il Giardino” che, numero dopo numero, da oltre dieci anni racconta esperienze di vita e altre storie, con la direzione editoriale del fotografo Gin Angri.
Domani sera, venerdì 22 marzo alle 20.45, il docu-film che si intitola “Favolìa” sarà proiettato, per la prima volta, al Cinema Astra di Como ad aprire una serata che parlerà di disagio mentale a 100 anni dalla nascita di Franco Basaglia, il medico che ha dato il nome alla più importante riforma della psichiatria in Italia con la chiusura dei manicomi e a un nuovo approccio nella cura della malattia mentale che coinvolgesse la comunità nella sua interezza.
Dario Tognocchi, film-maker comasco, racconta così “Favolìa”
Al di fuori del perimetro delle mura romane che circondano la città di Como, sorge una dolce collina. Ancora oggi è ricoperta di prati e macchie di boschi. Nel mezzo e sulla parte più alta, spuntano edifici dall’aspetto razionale e austero, ormai segnati dal tempo. Diverse palazzine stinte e rovinate che mostrano ancora quello che fu il motivo per cui furono realizzate nella seconda metà del 1800: uno scopo sanitario e riabilitativo. Sono strutture non molto alte ma estese e formate da smisurate stanze e infiniti corridoi.
Oggi le avvolge un pregevolissimo e immenso parco, ormai inselvatichito, costituito di essenze portate qui da diversi continenti. Il luogo è molto conosciuto in città perché già a partire dalla sua fondazione, nonostante il parco lussureggiante, i campi agricoli, le cascine e le stalle, i laboratori artigiani, fu per tutti i cittadini comaschi: “La Collina maledetta di san Martino”.
Il motivo è semplice, perché a partire dal 1878, fu la sede del manicomio di Como dove vi trascorsero lunghi anni di sofferenza più di quarantamila persone.
“Favolìa” è un documentario che racconta un’altra storia; una storia bella che riguarda oggi la collina di San Martino. Racconta di una rivista che ha nome: “Oltre il giardino” e che da una decina di anni viene realizzata da una redazione di giornalisti, scrittori, fotografi e disegnatori davvero originale. Un gruppo di persone, eterogeneo per sesso ed età, accomunato dal desiderio di raccontare attraverso i linguaggi dell’arte, mille mondi interiori e altrettanti universi segreti che abitano proprio “Oltre il Giardino”.
Una compagine affiatata, coordinata dal fotografo Gin Angri, che si ritrova ogni mercoledì presso la sede del Centro Diurno di Salute Mentale, che ha sede nel cuore di quello che fu il manicomio di Como, per discutere, immaginare e impostare ogni nuovo numero della bellissima rivista che porta lo stesso nome.
Una redazione che, all’interno di una palazzina ristrutturata con l’aiuto del personale sanitario e di numerosi volontari, sta riscrivendo una nuova storia del luogo.
Favolìa, in tre anni di riprese, interviste e racconti, documenta proprio come nasce, si realizza e si distribuisce questa rivista. Un racconto discreto e sincero con la
partecipazione diretta dei redattori; dei loro sogni e delle loro aspettative, tese ad una piacevole e nuova coscienza di sé. Attraverso il senso di gioia che nasce proprio dal protagonismo positivo; cioè dal desiderio irrefrenabile di fotografare, scrivere, disegnare, quindi raccontare qualcosa di importante a chi abbia voglia di ascoltarlo.
Le riprese del documentario sono durate circa tre anni, attraverso vicende e periodi che hanno molto segnato non solo le persone individualmente, ma anche la storia collettiva. A causa della pandemia, infatti, Tognocchi ha dovuto cancellare per lunghi periodi la lavorazione del film, cercando di non far dissolvere, nel frattempo, quello spirito favorevole di collaborazione e quella familiarità che si erano instaurati tra i protagonisti e la troupe.”Naturalmente avevo ben compreso che questi due elementi erano la vera forza del lavoro. Ci permettevano di essere semplici testimoni di ciò che accadeva. Ci offrivano la possibilità di essere inseriti armoniosamente nel gruppo di redazione e poter quindi osservare e registrare immagini senza disturbare, senza alterare il clima e senza senza influenzare la naturalezza dello svolgersi delle attività dei giornalisti” racconta Dario.
Questo clima per fortuna si è ricostruito sempre e abbastanza in fretta e ha permesso di registrare anche interviste molto toccanti senza barriere relazionali, senza imbarazzi e senza finzioni. Interviste individuali, dove i protagonisti, ben coscienti di ciò che stavamo facendo, sceglievano senza indugio di utilizzare quella occasione per rivelarsi anche nel profondo del proprio animo. Raccontandosi con piacere e convinzione davanti alla telecamera; senza vergogna, anzi con desiderio espressivo quasi liberatorio. Esternando i fatti salienti delle personali esistenze e le tappe di tanti accadimenti, di tante sofferenze, delusioni e soprusi ricevuti dalla vita e dalle persone.
Dal canto mio, nel documentario, ho scelto di salvaguardare ogni sfera privata, riproponendo nel film, con leggerezza, i racconti che spero possano lasciare allo spettatore il tempo e lo spazio per mettere in ascolto la propria sensibilità.

“Spero anche che il documentario Favolìa, sfiorando certi temi, con delicatezza più che con crudezza, possa testimoniare lo spirito positivo della redazione di Oltre il Giardino. Il mio ringraziamento va a tutti i protagonisti della vicenda: dai creatori della rivista ai volontari che con essa collaborano, al personale sanitario e soprattutto a Gin Angri che con la sua passione, la sua arte e la sua sensibilità è stato l’anima instancabile e positiva di ogni giornata.
Concludendo non posso non citare e ringraziare, per il suo contributo al documentario, l’artista e cantautore Davide Van De Sfroos. Un amico che ammiro e apprezzo per le sue poesie che diventano canzoni indimenticabili. Un artista che con la sua sensibilità mette sempre al centro del canto tutte quelle persone che possiamo chiamare: “gli ultimi”. In questo modo egli compie la magia di renderli piccoli grandi eroi del nostro immaginario e del nostro tempo” conclude Dario Tognocchi
“Favolìa”
Como, Cinema Astra – Viale Giulio Cesare, 3 a Como
venerdì 22 marzo 2024, ore 20,45
Entrata libera fino ad esaurimento posti
Documentario realizzato con la collaborazione e il sostegno di:
Oltre il Giardino
Orticolario
Funicolare San Salvatore Lugano
CSV Insubria
AUSER Como
Miledù
Slow Lake Como
e con il patrocinio di:
ATS Como e ASST-LARIANA
Alla fine della proiezione, la cui durata prevista è di circa 35/40 minuti, prenderanno la parola i protagonisti/redattori, della rivista: “Otre il Giardino”.
A seguire, per chi vorrà ascoltare qualche notizia in più e qualche approfondita informazione sul tema della salute mentale, del diritto ad essa, nonché del ruolo e delle
possibilità dell’impresa sociale e del volontariato di incidere in questo ambito, potrà fermarsi in sala e ascoltare i tre brevi interventi che avremmo previsto
Martino Tognocchi: “Follia e inimicizia interna: una prospettiva storico-politica”
Martino Tognocchi è assegnista di ricerca in studi internazionali all’Università di Pavia. Si è
occupato di trasformazione della guerra contemporanea e dello studio dell’ostilità nella
storia e nella teoria politica.
I suoi lavori sono apparsi su riviste nazionali e internazionali. Dal 2022 tiene corsi e
seminari su teoria politica e teoria internazionale presso il Dipartimento di Studi
Internazionali, Giuridici e Storico-Politici all’Università degli Studi di Milano.
Alessandra Mazzola: “Dalla malattia al diritto alla salute mentale, un percorso anche
costituzionale”
Alessandra Mazzola è assegnista di ricerca in Diritto costituzionale presso l’Università
degli Studi di Brescia e sta svolgendo un tirocinio formativo presso la Corte costituzionale.
Si è occupata, svolgendo anche un periodo di ricerca in Svizzera, delle diverse implicazioni
del diritto alla salute mentale.
Giulia Galera: “Impresa sociale, salute mentale e inclusione”
Giulia Galera è ricercatrice senior presso Euricse (European Research Institute
on Cooperative and Social Enterprises). I suoi interessi di ricerca spaziano
dall’analisi del fenomeno dell’impresa sociale in prospettiva internazionale e
comparata, allo studio del ruolo ricoperto da questa nuova forma di impresa
nell’attivare processi trasformativi e percorsi di rigenerazione sociale e
territoriale in contesti urbani, rurali e montani.
Martino Villani: introduce e accompagna la serata
Martino Villani Vice Direttore CSV Insubria
Laureato in Servizio Sociale, è impegnato nell’ambito della gestione di organizzazioni di
terzo settore, cooperazione sociale e associazionismo. Esperto nelle dinamiche di gruppo
e di sviluppo organizzativo, nel teamwork e nei processi di integrazione, applicati in
contesti aziendali e del no profit. Consulente nell’accompagnamento di percorsi di coprogettazione
con Enti Pubblici e progettazione partecipata attraverso la metodologia dello
sviluppo di Comunità e della coesione Sociale.