La processione del venerdì santo sulle strade di Como con il Crocifisso: tantissimi fedeli ad aspettarlo
Racoglimento e preghiere al suo passaggio. Cerimonia senza la pioggia, presenti le autorità cittadine. I momenti clou con la nostra presa diretta
La pioggia – che ha smesso di scendere appena è uscito il Crocifisso dalla Basilica di viale Varese e non è pià caduta per l’intera durata della celebrazione – non ha tenuto lontano i fedeli. Sono stati tanti lo stesso anche con il clima incerto e il freddo. Tutti sulle strade di Como ad aspettare – questo pomeriggio – il suo passaggio. Dai giovani ai pensionati, numerose famiglie. Lungo il corteo (video sopra la nostra presa diretta) con il vescovo Cantoni, tanti sacerdoti e religiose, i rappresentanti delle associazioni, le confraternite, le autorità cittadine (sindaco Rapinese, Prefetto, Questore, presidente Provincia, il presidente del consiglio comunale Anzaldo, il consigliere regionale Gaddi) e tanti fedeli.
Qui sotto uno dei momenti clou della processione di oggi: il saluto e la benedizione della città del vescovo Cantoni a San Bartolomeo, il punto dove si è verificato – nel 1529 – il miracolo delle catene spezzate al passaggio del Crocifisso. Le parole del vescovo ai comaschi ed alle autorità.
La processione si è conclusa dopo le 16 con il rientro di tutti alla basilica di viale Varese. Cerimonia molto partecipata anche oggi come negli anni scorsi. Ad accompagnare la cerimonia la musica della filarmonica cittadina “Alessandro Volta”.
Nell’omelia il Vescovo – nella Basilica di viale Varese – si è soffermato sulla sofferenza delle guerre e sui comportamenti quotidiani:”Quanti fiumi di sangue versato, quante lacrime provocate dalla ferocia umana, quanti dissidi ti ostini a produrre di nuovo e con tanta violenza, quanto dolore stai provocando, quante morti stai accatastando, privando le persone di legami e di affetti indispensabili per una vita piena e felice. E non solo nei luoghi di guerra dichiarata, ma anche negli spazi delle nostre case, nei nostri ambienti, nella nostra Città, dove facciamo fatica ad accoglierci, a sentire le altrui ragioni. Anche nei nostri ambienti di vita, con i nostri ragionamenti, possiamo agire con tanta ferocia e prepotenza. Bastano le nostre parole: a volte sono dure e taglienti come pietre e feriscono ancor più che le armi”.