Il Bello dell’Orrido, Sara Chiappori e Marco Bechis raccontano il Cile del 1973

Il 20 aprile la rassegna ospiterà la presentazione del libro “Cile 1973. Il golpe contro Allende nelle tavole di Punto Final”
Il programma primaverile de Il bello dell’orrido, rassegna promossa dal Comune di Bellano e dall’Associazione ArchiViVitali con il sostegno di Orrido di Bellano, Torneria Automatica Alfredo Colombo e La Scala (società tra avvocati) prosegue sabato 20 aprile, al cinema di Bellano, in via Roma 3, con Cile 1973. Il golpe contro Allende nelle tavole di Punto Final (La Nave di Teseo, 2023) insieme a Marco Bechis e Sara Chiappori in dialogo con Armando Besio, curatore della rassegna. Il testo incrocia le strisce ritrovate di Punto Final, disegnate all’indomani del golpe da Alfredo Chiappori e pubblicate per la rivista Linus nel novembre del 1973, con le lettere ritrovate dal regista Marco Bechis in cui l’anziana zia Zizi raccontava ai famigliari trasferitisi in Italia la vita prima, durante e dopo il colpo di Stato.
Il progetto editoriale è nato da Sara Chiappori, giornalista nata a Lecco e figlia del disegnatore: «Dalla morte di mio padre, avvenuta nel 2022, ho messo mano al suo archivio, e un pomeriggio mi è capitata una cartellina anonima, che conteneva le tavole di Punto Final. Quando mi sono resa conto che il lavoro riguardava il golpe cileno di Pinochet, ho capito che papà non voleva raccontare la storia di quel golpe, quanto quello che lo aveva preceduto e reso possibile. Nel mirino c’era proprio chi lo aveva orchestrato: la Cia, le multinazionali, le grandi banche, la Chiesa, i servizi segreti». Alfredo Chiappori, pittore, si era diplomato a Fano e si fece conoscere a partire dal ’69 quando, tornato stabilmente a Lecco, cominciò a pubblicare sulle pagine di Linus le bozzettiane strisce di Up il sovversivo, satire fulminanti. Le 16 tavole con la storia del golpe cileno – ora recuperate nella versione integrale, con 6 tavole inedite – sono pubblicate in occasione dei 50 anni dal golpe, con l’importante contributo di Marco Bechis.

Le illustrazioni trovano infatti il loro “contrappunto” naturale nelle lettere e nei testi curati da Marco Bechis, che allargano la prospettiva e operano uno zoom preciso su quegli anni e sui fatti accaduti. La storia personale di Bechis, nato e cresciuto tra San Paolo e Buenos Aires da padre italiano e madre cilena di origine svizzero-francese, è profondamente politica e inevitabilmente toccata dalle tragedie delle due dittature militari, quella cilena del 1973 che gli apre gli occhi sulle ingiustizie dell’America Larina, e quella argentina del 1977 quando viene sequestrato dalla polizia, portato in un carcere clandestino e torturato, rischiano di far la fine delle migliaia dei suoi coetanei desaparecidos. Dopo quattro mesi, viene rilasciato grazie all’intervento del padre, industriale noto che riesce a intercedere per lui presso gli alti vertici militari, ed espulso dall’Argentina, per approdare a Milano, dove inizia la sua carriere cinematografica di sceneggiatore, regista e scrittore. Parte di queste storie sono raccontate nei film Garage Olimpo (1999) e Figli/Hijos (2001) e nel libro autobiografico La solitudine del sovversivo (Guanda).
Il testo di Marco Bechis inizia dalla storia personale, data dal ritrovamento in un cassetto di alcune lettere scritte dalla zia Zizi e indirizzate alla sorella Huguette (la madre di Bechis) in Italia: «Non un pamphlet ma la visione sincera di una piccola borghese preoccupata dal comunista Allende prima e dal fascista Pinochet poi – ha spiegato Bechis – al testo delle lettere, si affianca il commento politico di Bechis: “Era un mondo dove le informazioni circolavano a fatica, però circolavano. Il paradosso è che con il telefonino adesso siamo diventati dei solitari puntini blu su Google Maps, che ci dice sempre dove ci troviamo, mentre il resto del mondo rimane in penombra».
Due “tasselli ritrovati” che si intrecciano: le tavole di Punto Final di Alfredo Chiappori con le lettere della zia di Bechis: testimonianze dirette e diverse tra loro, che dialogano nel tempo, a distanza di 50 anni, e continuano a farlo, generando un racconto nuovo di ciò che accadde in Cile e dei riflessi sociali e politici che il golpe ebbe su un’intera generazione.
Per anticipare i temi che saranno trattati sabato, venerdì 19 aprile, sempre al cinema di Bellano, sarà proiettato il film documentario Santiago, Italia di Nanni Moretti sui mesi successivi al colpo di Stato in Cile del 1973, attraverso filmati d’archivio e interviste odierne ai protagonisti.
L’incontro e la proiezione sono ad ingresso gratuito.
La rassegna è realizzata grazie al sostegno di: Comune di Bellano, ArchiViVitali, Orrido di Bellano, Torneria Automatica Alfredo Colombo, La Scala (società tra avvocati).
Inoltre, sabato 20 aprile, dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 18, sarà visitabile la mostra dal titolo La montagna più bella del mondo di Giancarlo Vitali, realizzata allo Spazio Circolo di Bellano da ArchiViVitali e Comune di Bellano in collaborazione con il Museo di Storia Naturale di Milano, in occasione del bicentenario della nascita di Antonio Stoppani.