L’ossessione per i massi avelli. Incontro con la ricercatrice Laura Porta

La Biblioteca di Rezzago ha organizzato una serata con Laura Porta autrice del libro “Loro. Storia della mia ossessione per i massi avelli” nel quale ha raccolto storia, leggende, luoghi e personaggi intorno a queste strane sepolture
Chi passeggia sui monti del Triangolo Lariano si sarà imbattuto, qualche volta, in grossi massi alla sommità dei quali è stata scavata (da chi e quando?) una profonda conca; proprio da questa particolarità (labellum in latino significa “piccolo bacino”), il nome di massi avelli. La definizione venne data nel 1872 dal canonico Vincenzo Barelli che per primo descrisse questi reperti, mentre il primo studio sistematico venne pubblicato da Alberto Magni sulla Rivista archeologica della provincia ed antica diocesi di Como. Si tratta di sepolcri a inumazione, avelli appunto, ricavati da grossi massi erratici che il ghiacciaio in scioglimento nel Quaternario ha lasciato sui rilievi, ma anche in mezzo alla pianura. Il territorio comasco è ricco di tali monumenti, considerati unici in ambito italico, attualmente sono 32 i massi avelli classificati perloppiù concentrati nel Triangolo Lariano e in Brianza.
I massi avelli rappresentano ancora un mistero archeologico, sia per quanto riguarda la loro datazione, sia per la loro collocazione culturale nonostante siano da anni allo studio di esperti. Laura Porta non è un’esperta di archeologia ne una geologa, eppure per i massi avelli ha una vera ossessione tanto da averli censiti, studiati, fotografati, raccontati in un libro e in incontri come quello in programma domani, venerdì 19 aprile ore 21, nella sala consigliare del Comune di Rezzago, cuore del Triangolo Lariano, sul cui territorio montano si trova la Fontana Tre Sassi che potrebbe essere stata ricavata da massi avelli. Di certo i tre erratici che si trovano a poca distanza sono la testimonianza di come queste enormi pietre siano frequenti in zona.
Laura Porta, economista di formazione, ha da poco pubblicato per New Press, “Loro. Storia della mia ossessione per i massi avelli”, il racconto di una autentica, personale, “ossessione” da quando, per la prima volta a Torno, si è imbattuta in queste, ancora misteriose, tombe. Dalla Brianza al Triangolo lariano, dalla Valtellina alla Val Bregaglia, Laura ha raccolto storia, leggende, luoghi e personaggi intorno agli avelli.

I massi avelli sono un unicum del nostro territorio scarsamente conosciuto e dal grande potenziale, ma – a differenza dei “semplici” massi erratici che vengono protetti e tutelati come monumenti naturali da Regione Lombardia (vedi ad esempio la Pietra Lentina, la Pietra Luna, il Sass Negher, il Sasso del Guidino …), i massi avelli in molti casi stanno rischiando di essere distrutti perché inglobati nei processi di crescente urbanizzazione. Laura Porta sta ora sensibilizzando, da vera paladina, gli Enti preposti per indirizzare al meglio l’azione di protezione e valorizzazione di questo patrimonio unico.
Sarà interessante ascoltare Laura Porta domani sera a Rezzago in una chiacchierata con il libraio Luigi Torriani corredata dalla proiezione di immagini. L’incontro è organizzato dalla Biblioteca di Rezzago – Fondo Librario

Laura Porta è stata ricercatrice presso l’Università Bocconi dove si è laureata. Ama definirsi un’antropologa del contemporaneo. Arte, cultura e ambiente sono le sue grandi passioni: è stata delegata Fai a Monza, è attualmente presidente di Arca (organo deputato al coordinamento di manifestazioni ed eventi di Agrate Brianza). Da quando è nata trascorre il suo tempo libero scorrazzando in bicicletta e camminando tra i colli briantei, il lago di Como e le valli prealpine, suoi luoghi dell’anima.