Dalla Roma antica a Andy Warhol, 40 opere per la mostra dedicata a Plinio



Si intitola “Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura” l’esposizione che dal 3 maggio coinvolgerà diversi luoghi della città in un percorso per i duemila anni di Plinio il Vecchio
Como si prepara ad un’importante evento nel calendario delle celebrazioni per il Bimillenario Pliniano, dal 3 maggio al 31 agosto la Fondazione Alessandro Volta presenta la mostra “Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura”, un racconto inedito dedicato alla figura e alla vita di Plinio il Vecchio, dall’antichità ai giorni nostri.
Con il coordinamento artistico del Comitato Nazionale per le Celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio e a cura di Gianfranco Adornato, Professore di Archeologia presso la Scuola Normale Superiore di Pisa, l’esposizione ripercorre le vicende di Plinio il Vecchio – cittadino comasco -, mettendo in luce la straordinaria fortuna della sua opera attraverso i secoli e la sua attualità nella società contemporanea, impegnata in una profonda riflessione sulla salvaguardia dell’ambiente e sul rapporto dell’uomo con la natura.
Sarà un percorso espositivo in più sedi, l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e il Palazzo del Broletto più diversi luoghi cittadini in un percorso open-air, fino al nuovo spazio multimediale Vis Comensis, che apre per la prima volta al pubblico proprio il 3 maggio.
Saranno oltre quaranta le opere esposte, provenienti dalle maggiori istituzioni museali italiane e dalle principali istituzioni cittadine come la Biblioteca Comunale di Como e la Diocesi di Como. Sarà visibile l’importantissimo manoscritto della Naturalis Historia, di Gaius Plinius Secundus, illustrato da Cristoforo Cortese proveniente dalla Biblioteca Palatina, molte antiche opere scultoree e pittoriche che fanno riferimento alla Roma Imperiale, ma anche opere di artisti contemporanei internazionali tra cui il fotografo Luigi Spina, con la prima assoluta del suo progetto Interno Pompeiano e lo scultore Luigi Spina presente con alcune delle sue maggiori opere – tra le quali il Laocoonte – sulle quali sovrascrive nuovi valori attraverso il processo di “tatuatura”, secondo una tecnica da lui stesso messa a punto, il dialogo tra Plinio e il contemporaneo prosegue con la serigrafia Vesuvius di Andy Warhol.

“Con la mostra Il Catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura si intende illustrare l’eredità culturale attraverso i secoli di Plinio e della sua opera proiettandoli verso il nuovo millennio, per una maggiore fruizione e divulgazione dell’opera letteraria. In questo contesto di rinnovato e continuo interesse verso la monumentale impresa pliniana, le celebrazioni del bimillenario si presentano alla comunità scientifica e al pubblico come un ulteriore tassello alla promozione e comprensione dell’opera pliniana e costituiscono una tappa obbligata per l’inquadramento della figura e del suo non secondario contributo, letterario e scientifico allo stesso tempo, alla trasmissione di conoscenze e sapere, attraverso i secoli, attraverso i millenni”, afferma il curatore Gianfranco Adornato.

“La mostra intende ispirare il visitatore all’importanza della cultura classica, come elemento necessario per le sfide dell’oggi. – dichiara Luca Levrini,Presidente Fondazione Alessandro Volta e Presidente Comitato Nazionale per le celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio – Un’arte che intende emozionare ed incantare, ma anche insegnare che i valori etici e morali della nostra storia potrebbero essere ancora di ispirazione. L’ambizione è quella di sensibilizzare ad un Umanesimo pliniano, come riscoperta del sapere di Plinio il Vecchio e collocare nuovamente l’uomo al centro della natura e della vita”.
In occasione delle celebrazioni dei duemila anni dalla nascita di Plinio il Vecchio, nato a Novum Comum (l’odierna Como) tra il 23 e il 24 d.C. e morto a Stabia nel corso dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C, “Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura” vuole celebrarne la figura e sottolineare l’importanza della sua opera per generazioni di letterati, scienziati e artisti – Petrarca, Boccaccio, Leonardo, Giovio, Winckelmann, Leopardi, Borges e Calvino sono solo alcuni dei suoi grandi studiosi e ammiratori – che, grazie alle sue descrizioni dei capolavori perduti dell’antichità hanno potuto dare un nome, un volto e un autore a gran parte delle opere del passato.

Qualche anticipazione: fulcro storico e artistico dell’intero percorso espositivo è costituito da due tra le più celebri e discusse opere statuarie dell’antichità: la Statua di efebo nudo tipo Westmacott conservata a Castel Gandolfo e concessa dai Musei Vaticani – da cui provengono anche i busti dei tre imperatori Tiberio, Tito e Augusto – e il Doriforo, in prestito dalle Gallerie degli Uffizi insieme ai ritratti degli imperatori Claudio, Vespasiano e Domiziano e a quattordici gemme, esemplari antichi messi in relazione con il testo pliniano per sottolineare la grandiosità di questi preziosissimi oggetti.
Nelle due sedi principali – Palazzo del Broletto e l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio – la mostra si articola in sei sezioni che indagano diversi aspetti della sua vita e della sua fortuna: “Plinio e il suo tempo”, dedicato all’illustrazione del ruolo di Plinio nella società del suo tempo, “Plinio e Como”, che racconta la storia della città di Como attraverso le voci dei suoi cittadini più celebri, “La Naturalis Historia e la sua fortuna”, che ricostruisce la fama della Naturalis Historia attraverso alcuni dei più importanti codici dell’opera, “Nobilia opera a Roma”, che illustra il ruolo dei capolavori greci nel contesto urbano di Roma e nella storia dell’arte antica, “I prodigi della natura. Le gemme”, approfondimento che indaga il mondo delle gemme, vero e proprio microcosmo che incarna al massimo grado le meraviglie della natura nella Naturalis Historia e “Il mito contemporaneo. Morte e fortuna di Plinio nel XX secolo” sezione dedicata all’influenza di Plinio, all’eruzione del Vesuvio e alla distruzione di Pompei ed Ercolano nell’immaginario contemporaneo e cinematografico.
“Il catalogo del mondo: Plinio il Vecchio e la Storia della Natura” Como, Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e Palazzo del Broletto 3 maggio – 31 agosto 2024
www.plinio23.it