Inaugurazione

Museo Civico di Erba, apre la mostra dedicata all’Antico Egitto

Dopo mesi di studi sui reperti e di indagini sulle mummie, si presenta al pubblico la collezione dedicata all'Egitto del Museo Civico di Erba

Sabato 11 maggio, alle ore 18, presso la sede del Museo Civico di Erba (in Villa Ceriani, via Ugo Foscolo 23) sarà inaugurata, ad ingresso libero e gratuito, la mostra dal titolo L’Antico Egitto a Erba, alla presenza di Paolo Farano, Assessore alla Cultura del Comune di Erba, Otello Azzali, presidente del Rotary Club Erba Laghi, Clelia Orsenigo, Conservatrice del Museo Civico di Erba e Sabina Malgora, egittologa e direttrice del Mummy Project.

L’esposizione è il punto di arrivo di un percorso iniziato nel 2022 e che ha visto coinvolti la direzione del museo, sostenuta dagli uffici comunali, e il team di ricercatori del Mummy Project. La collaborazione ha riguardato due grandi progetti: uno dedicato alle mummie e l’altro ai reperti della collezione egizia. Il primo si intitolava L’Egitto ad Erba. Le mummie del Museo Civico raccontano, con il sostegno del Rotary Club Erba Laghi e della Fondazione Provinciale della Comunità Comasca. Al centro, i tre frammenti di mummie, un piede, una mano e una testa, donati al Museo dalla famiglia Majnoni e portati in Italia nel 1902 dal Marchese F. Majnoni d’Intignano, allora Console d’Italia al Cairo. Le mummie sono state sottoposte a sofisticate indagini, seguendo il protocollo stilato dal Mummy Project e basato su un’esperienza quindicennale: la TC, che ha permesso di effettuare una sorta di autopsia virtuale e di ricostruire i profili degli individui (età, sesso, etnia) a cui i frammenti sono appartenuti; l’endoscopia laparoscopica solo per la testa; le analisi chimiche e fisiche che hanno restituito informazioni sulle tecniche di mummificazione e sulla datazione; le indagini entomologiche che hanno dimostrato che non ci sono insetti antichi e che l’imbalsamazione è stata fatta a regola d’arte. Su di loro si sono avvicendati molti specialisti: Sabina Malgora e Jonathan Elias, egittologi, Robert Loynes, medico chirurgo, egittologo, Chantal Milani, antropologa e odontologa forense, Francesca Motta, osteoarcheologa, Marco Nicola, chimico dell’Università di Torino e il team di Adamantio S.r.l., il team diretto da Wilfried Rosendahl del Centro di Archeometria Klaus-Tschira, all’interno del Centro di Archeometria Curt-Engelhorn, a Mannheim (Germania); Stefano Vanin, entomologo forense e professore di Zoologia dell’Università di Genova; Luigi Bonizzi e Alessio Soggiu, professori del Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche ed Odontoiatriche dell’Università di Milano. Al termine le mummie sono state restaurate da Cinzia Oliva.

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Il secondo riguarda lo studio del reperti egizi, tra i quali vi sono alcuni particolarmente interessanti, anche se frammentari, come la piuma in bronzo, che faceva parte di una corona tipica del dio Osiride, dio della Rinascita e dell’Oltretomba; un cestino che serviva per contenere la frutta e che ha confronti al Museo Egizio di Torino e al British Museum di Londra; alcune lucerne di Epoca Romana che testimoniano il periodo in cui l’Egitto era parte dell’Impero Romano; un grazioso contenitore per il kohl per truccare gli occhi. Tra di essi vi sono alcuni oggetti che raccontano l’Egittomania, il fascino dell’Egitto sull’Europa, che non solo ha spinto collezionisti nel 700 e nell’800 ad acquistare antichità, ma anche a fare delle vere e proprie copie.

I reperti sono stati studiati da Sabina Malgora, Niek de Haan, specialista di shabti, e Leonardo Fioretti, egittologo, tutti membri del Mummy Project.

L’allestimento si completa con pannelli, gigantografie e alcuni video che raccontano la storia delle mummie, degli studi, delle scoperte fatte e del restauro, in italiano e inglese.