“Nel Paes di Casciaball”, i Menagrama raccontano il nuovo disco
Uscirà il 31 maggio, su tutte le piattaforme digitali, “Nel Paes di Casciaball”, il nuovo disco della folk band comasca: l’intervista
Si intitolerà Nel Paes di Casciaball il nuovo disco della folk band comasca Menagrama, in uscita il 31 maggio su tutte le piattaforme digitali. Anticipato dal singolo Ul Casciaball, rilasciato la scorsa settimana, l’album conterrà cinque brani che raccontano l’energia live della formazione, composta da Gianluca “Dos” Di Santo (voce e chitarra), Alessio Guffanti (chitarra solista e banjo), Federico Casarin (violino e cori), Damiano Della Bella (violino), Guido Pellò (basso), Mirko Soncini (batteria) e Davide Apollonio (batteria, percussioni, basso, cori), un vero e proprio inno all’estate e a tutta la bellezza che porta con sé, la stessa bellezza alla quale la band, negli anni, ha abituato il suo pubblico.
Ai microfoni di CiaoComo, Gianluca, Davide e Damiano hanno presentato la loro nuova fatica discografica, registrata e mixata tra la fine del 2023 e l’inizio di quest’anno presso i Phaser Studios di Seveso da Samuele Murdaca e Daniele Fasoli, masterizzata presso Eleven Mastering di Busto Arsizio da Andrea De Bernardi, con la partecipazione di Tommaso Di Santo, mentre la copertina è stata curata del fumettista Nigma – Nicholas Maria Di Santo.
«Questo disco è nato, più che da noi, dall’esigenza del nostro pubblico che, dopo i nostri ultimi concerti, quelli del post – covid, ci chiedevano dove potevano riascoltare i nuovi brani proposti durante i live, manifestando il desiderio di portarsi a casa un pezzetto di quell’atmosfera magica creata sopra e sotto il palco – hanno raccontato i Menagrama – così, quando i tempi sono stati maturi, abbiamo deciso di selezionarne cinque e di farne un EP.Avranno una veste nuova, adattata al concetto di album, ma porteranno con sé la medesima carica della loro versione dal vivo».

«Il titolo del disco è ispirato al singolo “Ul Casciaball” e raccoglie brani che parlano un po’ di tutto, dalle piccole cose quotidiane ai massimi sistemi, esattamente come potrebbe fare un “casciaball”. Su tutto, però, c’è l’amore e il legame profondo con il territorio, il lago e il nostro dialetto, un senso di appartenenza che non è sinonimo di chiusura, ma di cura e rispetto per la terra in cui siamo nati e cresciuti».
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