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Tre buoni motivi per leggere “Sangue e fango” di Paolo Moretti.

27 maggio 2024 | 09:00
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Tre buoni motivi per leggere “Sangue e fango” di Paolo Moretti.

Sabrina Sigon ha recensito il nuovo libro di Paolo Moretti che torna a raccontare la strage di Erba da un’altra prospettiva

di Sabrina Sigon

Appena uscito per la nuova linea editoriale Docu dell’editore Dominioni, “Sangue e fango” del giornalista e scrittore Paolo Moretti sta già facendo molto parlare di sé.

Un libro da leggere innanzitutto perché apre un nuovo e inedito sguardo su uno dei casi più seguiti degli ultimi vent’anni, quello passato alla storia come la strage di Erba.

In queste pagine, infatti, la narrazione è spostata sulla famiglia Castagna e, in particolare, su Pietro, fratello di Raffaella. È lui che, con la sua testimonianza dolorosa, ci apre la porta di casa: ci fa entrare sin dalla sera della tragedia quando, dopo lo choc delle ambulanze, dei vigili del fuoco, degli agenti, dopo aver saputo che “sono tutti morti”, la priorità, sua e del fratello Beppe, diventa quella di tutelare il padre.

Pietro ci mette a parte dei suoi stati d’animo – l’ansia, la destabilizzazione che una perdita di questa entità comporta – dei suoi ricordi, delle nuove fragilità sopraggiunte. Costretto a sopportare il fango di chi insinua possa essere coinvolto nella strage, ci accompagna e conduce nella dimensione del suo dolore.

Una testimonianza che, con la pacatezza che la caratterizza, ci invita a metterci nei panni di chi, mentre cerca di elaborare una perdita di questo genere, si ritrova a essere sospettato.

E al suo bisogno di reagire, perché “Il tempo, da solo, non guarisce un bel nulla. Solo elaborando quello che ci fa stare male possiamo aiutarlo a farci guarire”.

Un’altra parte interessante è rappresentata proprio dal racconto di come ha avuto inizio ed è stata alimentata la macchina del fango contro Pietro e la sua famiglia. Ecco un altro motivo per leggere questo libro: l’aspetto della comunicazione.

La riflessione che sorge spontanea è quella sul dovere di cronaca, fin dove è giusto che arrivi e dove è più opportuno, e decente, che si fermi. Fin dove ci si può spingere per divulgare e dove ci si deve fermare per non diffamare, per non alimentare “il commercio della sofferenza, la monetizzazione della tragedia”.

L’autore, nel raccogliere la testimonianza di Pietro, solo in qualche breve passaggio fa sentire la sua presenza; sta in disparte per raccontare, e soprattutto non cede alla tentazione di esprimere opinioni. Lascia che siano i fatti a parlare.

Un altro merito di questo libro è quello di ricondurci a una verità che tendiamo a non riconoscere: la banalità del male esiste, e rifletterci vuol dire guardare più in profondità anche dentro noi stessi.

Bella la scrittura che, dalla cronaca, fluisce in modo naturale nel romanzo, “La ricostruzione dell’accaduto si basa sulla minuziosa rilettura della strage di Erba attraverso gli atti giudiziari, i processi, le testimonianze, le istanze della difesa, le voci raccolte sul campo”, scrive l’autore nella nota iniziale.

La narrazione ben costruita si sposta avanti e indietro nel tempo fornendo al lettore le tessere di un puzzle che starà a lui completare per avere un quadro più ampio dell’accaduto. Se è vero che, come diceva Dürrenmatt, la verità processuale talvolta è diversa da quella reale, in altri casi è possibile che giustizia e legge coincidano e il lettore, confrontandosi con questo racconto che non perde un grammo della forza di cronaca eppure diventa romanzo, troverà molti elementi per formarsi un’opinione in merito, non solo ai fini processuali ma per indagare sull’uomo.

Paolo Moretti ci consegna uno scritto che non nutre la nostra parte morbosa, nutre emozioni e sentimenti; all’interno di questa tragedia ritrova lo spazio umano e lo percorre fino in fondo con metodo, determinazione, senza tralasciare nulla, compreso ciò che potrebbe essere scomodo. Con onestà intellettuale. Non possiamo non sentirci interpellati, ed è a questo punto che una storia diventa letteratura, quando ci dice qualcosa anche su di noi.

È un privilegio poter conoscere la vicenda al di là dell’effetto mediatico, dei processi, delle dirette tv, e questo scritto ce lo permette, in un’epoca social che non sempre restituisce la dimensione dell’uomo. Spesso possiamo immaginare, ma arrivare a comprendere è un’altra cosa.

docu paolo moretti

“Sangue e Fango” di Paolo Moretti. Dominioni edizioni, 20 euro.

Docu è il nuovo progetto editoriale di Dominioni Editore che raccoglie romanzi-verità di giornalisti e scrittori italiani. Il focus è sulle vite degli altri e su temi legati all’attualità e alla Storia, ma adattato allo sguardo e alle vicende delle persone comuni.