Le riflessioni di 23 artisti sulla guerra in mostra: “Matter of war”. Il video
Fino al 30 giugno negli spazi della ex tintostmaperia Val Mulini è allestita la mostra “Materia di guerra”. Il nostro servizio all’inaugurazione di venerdì scorso
Nel marzo 2022, un mese dopo l’invasione dell’Ucraina da parte Russa, la fotoreporter Nicole Tung realizzò centinaia di scatti che diedero origine ad una delle prime documentazioni sugli effetti del conflitto. Nicole chiamò quel materiale “matter of war”, materiale di guerra, nei saggi realizzati per conto di Harper’s Magazine, interrogandosi sulla complessità etica della rappresentazione della guerra. Dalla critica di George Orwell al linguaggio totalitario dei regimi del secolo scorso fino ad oggi, nelle argomentazioni sulla guerra la politica è stata, ed è. piena di eufemismi disumanizzanti, gergo incruento, acronimi governativi poco conosciuti, e metafore inquietanti che nascondono i danni della guerra. L’arte è estranea a questo modo di trattare la materia di guerrae 23 artisti hanno espresso, con le loro opere, il loro pensiero nella mostra collettiva “Materiali di guerra”, inaugurata venerdì scorso, negli spazi della ex tintostamperia Val Mulini a Como.
Gin Angri, Doriam Battaglia, Fabrizio Bellanca, Elena Bisignani, Javier Blanco, Filippo Borella, Patrizia Cassina, Stefano L. Cavané, Enrico Cazzaniga, Bruna Ferrazzini, Antonella Gerbi, Claudio Guarisco, Lorenzo Guzzini, David M. Fayek, Davide Molteni, Gaetano Orazio, Benny Posca, Laura Santamaria, Franco Sartori, Monica Rush Solca, Orazio Stasi, Mattia Vacca e Marco Vido sono gli artisti le cui sensibilità si sono riunite generando la mostra scaturita dalla necessità di confrontarsi ed attivare una riflessione circa il momento storico che vede tristemente il moltiplicarsi di conflitti, guerre ed embarghi, aumentato del 40% dal 2020 secondo i dati del ACLED – Armed Conflict Location and Event Data Project. Oltre a Gaza in Palestina e alla situazione in Ucraina, i conflitti raggiungono particolare violenza anche in territori meno citati dai mass media, ma la cui condizione è altrettanto preoccupante: Myanmar, Siria, Messico, Nigeria, Sudan per citarne alcuni.
Numerosi movimenti sono attivi con azioni pacifiche e di protesta a livello globale ma che sempre più spesso si concludono in arresti. In particolare – gli studenti – presso gli Atenei delle Università in America, Canada, Francia, Svizzera, Regno Unito, Libano, Giordania ed Italia manifestano solidarietà alla popolazione colpita in Palestina. In linea con quanto già sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti umani (10/12/1948), si pongono al centro i valori di – libertà e dignità – quali principi imprescindibili, uguali ed inalienabili alla base della giustizia e Pace nel mondo. Al contrario azioni degradanti, volte al disprezzo, alla repressione, alla violenza ed all’annientamento culturale e sociale portano a pericolose derive storiche.

L’Articolo 11 della Costituzione: «L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo».
Nell’urgenza della situazione attuale la cultura, attraverso la conoscenza e la consapevolezza, riveste un ruolo fondamentale e indipendente nel collocare al centro il rispetto dei valori e, al contempo, nel porsi in dissonanza ed in contrapposizione alla violenza, al materialismo ed all’indifferenza. L’arte è chiamata, in questo contesto, quale mezzo di comunicazione e mediazione culturale; le opere d’arte intrinsecamente libere sono esempio di espressione individuale e sociale, sono capaci di attivare un momento simbolico di richiamo e significato, quando non anche di sovversione e sensibilizzazione sociale.
Nel proporre le proprie opere ed interventi, il gruppo eterogeneo di artisti è promotore di un evento collettivo che porta, all’interno dello spazio industriale, l’affermazione di valori, diritti, principi e solidarietà, dovuti al sentire comune della necessità di un’ampia ed approfondita revisione della condizione umana ed allo stesso tempo di presa di distanza dalle ultime incursioni politiche ai diritti umani, animate da logiche di espansione, o di nuovo colonialismo, che dividono stati e persone, non seguendo le logiche della diplomazia, della trattativa e della tolleranza ma quelle del sopruso, della violenza e della sofferenza che affliggono le popolazioni.
La mostra è visitabile gratuitamente fino al 30 giugno nei week – end o su prenotazione scrivendo a patrizia.cassina@cloud.com.