Intervista

Il M° Leotta eseguirà le 39 sonate per pianoforte di Beethoven in 12 concerti. Il primo a Sant’Abbondio

Una prima mondiale assoluta divisa in, 6 concerti nel 2024 e 6 nel 2025, in molte località del territorio lariano a partire dal prossimo 2 luglio alle 18:00 con l’atteso recital inaugurale di Leotta a Como

Il pianista comasco di fama internazionale Christian Leotta torna a proporre al pubblico lariano la sua maratona prediletta – oltre 14 ore complessive di musica – dedicata alle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, ciclo che ha presentato per la prima volta in Canada a Montréal nel 2002, eseguendolo ad oggi per ben ventidue volte in quattro continenti con grandissimo successo di pubblico e di critica. Un evento straordinario, con una novità quest’anno destinata a fare epoca nella moderna musicologia beethoveniana.

Ludwig van Beethoven è una delle icone universali della musica, simbolo insieme a pochi altri del genio assoluto. Sono oltre vent’anni che Leotta si cimenta con la quasi totalità della sua monumentale e sconfinata opera per tastiera. Mai però prima d’ora un pianista aveva avuto l’idea di eseguire un ciclo dedicato all’integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven che includesse sia le Sonate pubblicate con un numero d’opera, sia le Sonate pubblicate senza un numero d’opera, sia le Sonate “postume”, sia le Sonatine. Il numero totale delle “Sonate” di Beethoven individuato da Leotta sale così dalle tradizionali 32 a 39 brani, di cui l’interprete propone anche una nuova catalogazione compilata seguendo il loro ordine cronologico di composizione.

Il ciclo di 12 concerti è una prima mondiale assoluta ed è divisa in, 6 concerti nel 2024 e 6 nel 2025, in molte località del territorio lariano a partire dal prossimo 2 luglio alle 18:00 con l’atteso recital inaugurale nella Basilica di Sant’Abbondio a Como, nel quale verranno eseguite assieme alle celeberrime Sonate Op. 53 “Waldstein” e Op. 106 “Hammerklavier”, anche due gioielli pressoché sconosciuti come le Sonate WoO 50 e WoO 51, catalogate da Leotta rispettivamente al numero 4 e al numero 14 della sua nuova integrale.

Assolutamente innovativo dal punto di vista musicologico, il progetto di Leotta è originale anche nella sua dimensione territoriale. Presenta infatti in numerose località composizioni universalmente celebri e simboli del genio beethoveniano abbinate a sue opere di rarissimo ascolto, rendendo così per la prima volta accessibile in forma completa (i concerti sono tutti a ingresso gratuito), anche per un pubblico che non è solito frequentare le sale da concerto, uno dei corpus musicali più importanti e profondi di tutta la storia della musica: un evento culturale da fare invidia alle più importanti capitali internazionali della musica. I Comuni che ospiteranno i primi sei recital costituenti la “Parte I 2024” della tournée sono quelli di Argegno, Carate Urio, Como, Mariano Comense, Torno e Veleso. In ogni concerto della tournée verrà eseguita da Christian Leotta almeno una delle sette Sonate non incluse nel tradizionale e noto catalogo delle “32”.

La “Parte I 2024” della tournée è organizzata dall’Associazione Melos con il sostegno della BCC di Cantù, il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, il contributo e la collaborazione dei Comuni di Argegno, Carate Urio, Como, Mariano Comense, Torno e Veleso, che ospiteranno i concerti.

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IL PRIMO CONCERTO

Martedì 2 luglio 2024, ore 18.00 – Como, Basilica di S. Abbondio, Via Regina Teodolinda 35. Ingresso gratuito senza prenotazione. Per info: Tel. 031/304137 Email: ufficioturismo@comune.como.it

 Prima parte:
Sonata per pianoforte L 14 in Do maggiore (WoO 51)
Sonata per pianoforte L 27 (ex n. 21) in Do maggiore, Op. 53 “Waldstein”

Seconda parte:
Sonata per pianoforte L 4 in Fa maggiore (WoO 50)
Sonata per pianoforte L 36 (ex n. 29) in Si bemolle maggiore, op. 106 “Hammerklavier”

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 Il programma spiegato dal Maesto Christian Leotta

Sonata per pianoforte in Do maggiore L 14 (WoO 51)

“Pubblicata postuma nel 1830 con il titolo di “Sonate pour le Pianoforte” dall’editore Dunst di Francoforte sul Meno, questa Sonata in due tempi rappresenta certamente l’opera di Beethoven concepita in tale forma che più a torto è stata esclusa dal catalogo “ufficiale” delle Sonate per pianoforte, venendo così “dimenticata”, ingiustamente, anche dagli interpreti beethoveniani più coscienti. Se infatti ciascuna delle 32 Sonate costituisce un “unicum” a sé,  rappresentando oltre che un opera d’arte nuova e mai ripetitiva di soluzioni precedentemente utilizzate anche un’occasione per sperimentare nuove possibilità formali ed espressive, la Sonata in Do maggiore L 14 è certamente quell’opera dove Beethoven ha utilizzato più che in qualsiasi altra Sonata per pianoforte l’arpeggio come suo elemento strutturale principale, riproponendo tale scelta compositiva anche nel secondo movimento di questo incantevole brano. Come avvenuto per la Sonata L 4 (WoO 50), anche in questo caso il manoscritto non riporta alcun titolo; non vi è tuttavia alcun dubbio che si tratti di una Sonata a tutti gli effetti. Dedicata ad Eleonore von Breuning, moglie dell’amico fraterno Gerhard Wegeler (a sua volta dedicatario della Sonata L 4, WoO 50), si ritiene che quest’opera possa essere stata in origine concepita per orfica, anziché per pianoforte. In una lettera del 23 dicembre del 1827 (quindi dopo la morte di Beethoven) Gerhard Wegeler scriveva ad Anton Schindler di “due piccoli pezzi per orfica che Beethoven ha composto per mia moglie”, riferendosi a questa Sonata. L’orfica era uno strumento a tastiera di modeste dimensioni, una sorta di pianoforte portatile, la cui tastiera aveva un’estensione massima di sole quattro ottave. L’utilizzo di numerosi arpeggi in entrambe le mani di estensione limitata all’ottava o poco più quale elemento strutturale ed espressivo principale di questa Sonata, contribuirebbe a mio avviso a validare tale ipotesi, non potendo l’orfica contare né sulla potenza di suono (le dinamiche principali utilizzate sono qui infatti il “piano” e il “pianissimo”), né su un’ampia estensione della tastiera. Il primo tempo, un Allegro, apre questa Sonata con una serie di arpeggi che si alternano in moto contrario in entrambe le mani, introdotti da trilli alla mano destra, creando un’atmosfera di tranquillità, successivamente ritrovata anche nel secondo tema, anch’esso costruito su di una figura melodica alla mano sinistra riconducibile ancora una volta ad un arpeggio. Ma il vero centro espressivo della Sonata è sicuramente lo splendido Adagio che segue, fra i movimenti più belli di tutte le Sonate per pianoforte di Beethoven. Ad un primo tema melodico marcato “dolce”, segue un misterioso e teso secondo tema in tonalità minore, che presenta nuovamente una serie di arpeggi alla mano destra, elemento strutturale ed espressivo principale di tutta la Sonata, riproposto nuovamente nella successiva “codetta” che ci condurrà alla ripresa del tema principale di questo splendido movimento per troppo tempo dimenticato.

La Sonata per pianoforte in Do maggiore L 26  (ex n. 21) Op. 53 “Waldstein”, scritta fra il 1803 e il 1804, rappresenta senza dubbio uno dei capolavori di Beethoven ed è certamente da annoverare fra le composizioni più note in assoluto per pianoforte. Beethoven dedica quest’opera monumentale al conte Ferdinand von Waldstein, già protettore del compositore ai tempi di Bonn e, successivamente, anche suo mecenate a Vienna, quando i due vi si trasferiranno. Il primo tempo, un “Allegro con brio”, ridefinisce magistralmente le possibilità espressive dello strumento, dal quale Beethoven è sempre più in grado di trarre sonorità inedite e straordinarie. Il secondo tempo, un “Adagio molto”, ha la funzione anche di “Introduzione” al movimento successivo. Dal carattere assai lirico, questo movimento lento è al contempo misterioso, e conduce l’ascoltatore verso le sfere sublimi dell’espressione che verranno ampiamente sviluppate nel corso del movimento finale dell’Op. 53, un “Rondo” marcato “Allegretto moderato”, cui il “Prestissimo” conclusivo coronerà in un clima di vera gioia e splendore uno dei più grandi capolavori di tutta la storia della musica.

Seconda Parte:

Sonata per pianoforte in Fa maggiore L 4 (WoO 50)  

Composta fra il 1790 e il 1792, questa incantevole Sonata rappresenta una delle ultime composizioni di Beethoven scritte a Bonn prima della sua partenza per Vienna, avvenuta nel 1792, città nella quale rimase tutta la vita. Assieme alla Sonata WoO 51, si tratta di una delle due uniche Sonate “postume” di Beethoven; sono presenti due differenti edizioni originali: una dell’editore Henle a Monaco di Baviera e a Duisburg del 1950 (recante il titolo di “Sonatensatz und Allegretto”) e una dell’editore Pelikan di Zurigo del 1949 (pubblicata sempre con tale titolo). Il manoscritto non reca né un titolo che ne specifichi la forma, né l’autografo di Beethoven, tuttavia non è mai stato sollevato alcun dubbio sulla sua autenticità; l’opera è certamente riconducibile al ben noto schema della forma-sonata. La Sonata L 4 è dedicata a uno dei migliori amici del compositore, il medico Franz Gerhard

Wegeler, marito di Eleonore von Breuning, conosciuta anch’essa da Beethoven sin dall’infanzia. Quest’opera rappresenta una vera e propria “miniatura” della forma-sonata, sintetizzando mirabilmente in poche misure tutti i suoi elementi formali essenziali. Con una durata complessiva inferiore ai tre minuti, si tratta in assoluto della più breve delle 39 Sonate. Interessante notare che la quasi totalità del primo tempo rechi le diteggiature originali dello stesso Beethoven (nessun’altra Sonata riporterà una diteggiatura così completa). L’opera non era evidentemente destinata alla pubblicazione, ma costituiva un omaggio personale all’amico fraterno Wegeler. Mi piace immaginare questa Sonata come una conversazione intima fra amici “paritetici”, venendo così a conoscere un Beethoven più disteso e spensierato che nella maggior parte delle sue composizioni. Il primo movimento (non recante alcuna indicazione agogica) apre amabilmente con un tema melodico e solare, accompagnato da un semplicissimo “basso albertino” alla mano sinistra. Il secondo tempo, un Allegretto di sole ventisei misure, differentemente dal primo tempo mostra alla mano destra una scrittura polifonica a due voci mantenuta dall’inizio sino alla fine, confermando il clima dolce e melodico del precedente movimento. Contrariamente alla Sonata Op. 49 n. 2, ritengo che la genesi di questa Sonata non sia stata di natura espressamente pedagogica: trovare il giusto equilibrio fra le due voci della mano destra nel secondo tempo, è infatti tecnicamente impresa tutt’altro che semplice.

La Sonata per pianoforte in Si bemolle maggiore L 36 (ex n. 29) Op. 106 “Hammerklavier”, composta fra il 1817 e il 1818, è la più complessa e la più monumentale di tutte le Sonate per pianoforte mai state scritte nella storia della musica. La sua durata, di quasi cinquanta minuti, ben giustifica la straordinaria ricchezza di contenuti che Beethoven ha inteso esprimere con questo capolavoro. Il primo tempo, un “Allegro”, è una sorta di composizione per orchestra al pianoforte, dal carattere maestoso ma allo stesso tempo travolgente e brillante. Il secondo tempo, uno “Scherzo”, conferma il carattere brillante del primo tempo. Il terzo tempo, un “Adagio sostenuto”, rappresenta uno dei vertici espressivi di tutta la storia della musica. Di ampie proporzioni (sono l’Arietta della Sonata n. 32 Op. 111 è comparabile per ampiezza), introduce per la prima volta soluzioni espressive che anticipano di almeno cinquant’anni i compositori romantici. L’ultimo tempo, dopo un “Largo” iniziale che ancora mantiene l’atmosfera sognante dell’Adagio sostenuto, ci porta dopo poco nell’Allegro risoluto conclusivo, una straordinaria Fuga a tre voci, che rappresenta uno dei pezzi di maggior virtuosismo di tutta la storia del pianoforte, magistrale conclusione di uno dei più grandi capolavori musicali di tutti i tempi”.                                                                                                          

I programmi dei concerti riportano sia la nuova numerazione delle 39 Sonate proposta da Christian Leotta (preceduta dalla lettera “L”, ovvero l’iniziale del suo cognome) sia, fra parentesi, quella precedente riferita al catalogo delle 32 Sonate, se in esso incluse.

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 Christian Leotta è stato definito dalla leggendaria Rosalyn Tureck come “uno straordinario talento con una meravigliosa musicalità innata” e il grande Karl Ulrich Schnabel ha di lui scritto: “Christian Leotta ha preso lezioni da me per alcuni anni. Il suo rispetto delle indicazioni dei compositori Classici e Romantici è perfetto e notevole è la loro comprensione”.

Esibitosi in più di cinquanta Paesi nei cinque continenti, Christian Leotta è stato solista con le maggiori orchestre, quali i “Münchner Philharmoniker”, i “Wiener Kammerorchester”, l’“Orchestra Nazionale Sinfonica della RAI”, l’“Orchestra Sinfonica di Milano Giuseppe Verdi”, suonando in prestigiose sale concertistiche, come la Philharmonie del Gasteig di Monaco di Baviera, la Konzerthaus di Vienna, la Tonhalle di Zurigo, la Sala Verdi e l’Auditorium di Milano, la Salle Claude-Champagne di Montreal, la Sala Grande del Teatro Bunka Kaikan e la Musashino Civic Cultural Hall di Tokyo, la Xinghai Concert Hall di Canton.

Fra i più apprezzati interpreti del repertorio classico e romantico della sua generazione, Christian Leotta si è imposto sulla scena concertistica internazionale nel 2002, quando, all’età di soli 22 anni ha eseguito a Montreal l’integrale delle 32 sonate per pianoforte di Beethoven. Christian Leotta è stato da allora protagonista di ben ventidue esecuzioni delle 32 sonate di Beethoven, interpretandole in importanti capitali musicali internazionali quali Madrid, Montreal, Vancouver, Ville de Québec, Kyoto, Città del Messico, Guadalajara, Venezia, Como, Bergamo, Lima, Bangkok e Rio de Janeiro; nell’aprile del 2004 il Presidente della Repubblica italiana, On. Carlo Azeglio Ciampi, lo ha insignito con una Medaglia per le sue interpretazioni delle 32 sonate nel mondo.

Grazie allo straordinario successo di pubblico e di critica delle sue esecuzioni di Beethoven, Christian Leotta firma nel 2007 un contratto in esclusiva con la casa discografica canadese Atma Classique per la registrazione dell’integrale delle 32 sonate per pianoforte, pubblicata in una serie di cinque doppi album dal 2008 al 2014.

La stampa specializzata internazionale ha descritto Christian Leotta come “uno dei più importanti interpreti di Beethoven del nostro tempo” (Pizzicato, Lussemburgo), definendo la sua registrazione dell’integrale delle 32 sonate come “un importantissimo contributo agli altri cicli finora disponibili” (Fanfare, Stati Uniti d’America); la nota rivista tedesca Rondo ha aggiunto: “questa integrale rivela un interprete di Beethoven che molto difficilmente potrà essere eguagliato da qualsiasi altro pianista della sua generazione” e, a

coronamento dello straordinario successo del ciclo delle 32 sonate inciso per Atma Classique, Bryce Morrison ha scritto su Gramophone: “Il Volume V della serie di cinque

doppi album completa il ciclo delle 32 sonate di Beethoven registrato da Christian Leotta. A breve avrà terminato la quindicesima performance delle sonate in pubblico; e nonostante una discografia ferocemente competitiva, la sua devozione per questa grande impresa risplende grazie alla sua eccezionale musicalità”.

Le interpretazioni di Christian Leotta sono state inoltre apprezzate per “la sua tecnica prodigiosa, usata per esprimere al meglio la poesia della musica di Beethoven” (The Whole Note, Toronto), per “la sua capacità di sorprendere davvero l’ascoltatore in momenti inaspettati” (All Music Guide, Stati Uniti d’America), descrivendolo come “un pianista di altissimo livello: tecnico, musicale ed interpretativo tutti insieme” (La Presse, Montreal).

Nel 2016 Atma Classique ha pubblicato la sua registrazione delle “Variazioni Diabelli”, riscuotendo su-bito grandi elogi sulla stampa internazionale. La rivista lussemburghese Pizzicato ha scritto: “l’interpreta-zione di Christian Leotta delle Variazioni Diabelli di Beethoven deve essere annoverata fra le migliori esecuzioni disponibili su disco” e, su American Record Guide, Alain Becker ha aggiunto: “visto che tutto ha contribuito a far diventare questa registrazione di Christian Leotta una delle mie preferite, citerò i miei altri interpreti di riferimento: Anderzewsky, Brendel, Demidenko, Kovacevich, Pollini, Schnabel e Serkin”.

Primo pianista italiano ad avere in repertorio l’integrale delle Sonate per pianoforte sia di Beethoven, sia di Schubert, Christian Leotta ha eseguito nel 2018 all’Alti Hall di Kyoto in Giappone un ciclo di sette recital interamente dedicati a Franz Schubert, presentando in tale occasione la più completa serie di pro-grammi schubertiani mai eseguiti da un pianista. La sua interpretazione delle Sonate, della Fantasia Wan-derer, dei Moments Musicaux, degli Impromptus D 899 e D 935, delle Variazioni D 576, dell’Allegretto D 915 e dei Drei Klavierstücke, ha riscosso uno straordinario successo di pubblico e di critica e, a coro-namento di questa nuova eccezionale impresa musicale, il noto critico Takayoshi Nakamura ha scritto su Ongaku No Tomo, la principale rivista di musica classica giapponese: “conoscendo molto bene il piani-smo di Christian Leotta, ero certo che avrebbe prodotto un suono bellissimo, e questo ha donato così tanto già di per sé alla musica di Franz Schubert. Christian Leotta è stato inoltre in grado di creare un mondo lirico e drammatico che, grazie alle sue meravigliose sonorità, ha fatto credere al pubblico che la musica da lui prodotta provenisse dal paradiso… Specialmente la Sonata D 960, eseguita nell’ultimo concerto, è stata al di là di qualsiasi descrizione”.

Ha riscosso grande successo su Rai 5 il film del recital di Christian Leotta con in programma le ultime tre Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, trasmesso già quattro volte, due delle quali in prima serata, e disponibile su RaiPlay.

Impegni di rilievo della corrente stagione includono concerti in Italia, Europa e America Latina, l’esecu-zione del ciclo dei cinque Concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven con l’Orchestra Filarmonica della “Sociedad Filarmonica de Lima” e, in particolare, l’esecuzione del primo ciclo di concerti che includa tutte le 39 Sonate per pianoforte scritte da Beethoven, presentato in un tour di 12 concerti a Como e nella sua provincia dal mese di luglio.

 

Sito web ufficiale: www.christianelotta.com

Press kit: http://www.christianleotta.com/PressKit.pdf?a=21

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