
Con o senza la dichiarazione dei redditi, è possibile destinare il 5 x mille ad un ente di utilità sociale: ecco come fare
Le donazioni ad enti e associazioni no profit che svolgono attività di utilità sociale sono un bellissimo gesto per aiutare il prossimo e sostenere progetti e azioni benefiche in modo diretto e concreto. Non sempre, però, è possibile fare queste donazioni e non tutte le persone possono permetterselo con regolarità.
In realtà esiste un altro modo per dare il proprio contributo, senza bisogno di utilizzare soldi che magari si ha difficoltà a mettere da parte. Si chiama 5 x mille e consiste nel destinare una quota dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) proprio ad enti e organizzazioni no profit, durante la Dichiarazione dei Redditi. Questa non pesa sui contribuenti, che in ogni caso sono tenuti obbligatoriamente a versare questo 0.5% di imposte allo Stato e non richiede nessuna spesa extra, ma rappresenta un’enorme risorsa per le realtà che lo ricevono, che possono utilizzare le somme per attivare nuovi progetti e portare avanti le proprie attività.
Per sapere come ogni ente sfrutta i soldi ricevuti, basta navigare sui siti ufficiali, dove generalmente sono presenti rendiconti degli interventi effettuati negli anni precedenti. Inoltre, sempre online è anche possibile trovare nel dettaglio non solo il 5 x mille come funziona, ma anche come attivare altre tipologie di donazioni; per avere un esempio di tutto questo, clicca qui e scopri le possibilità che crea questo semplice gesto.
Lista dei beneficiari
I beneficiari a cui è possibile destinare il 5 x mille vengono approvati di anno in anno dall’Agenzia delle Entrate, che pubblica la lista definitiva sul proprio Sito in modo da permettere ai contribuenti di fare una scelta informata e consapevole.
Tra le realtà che possono ricevere questo contributo ci sono gli Enti del Terzo Settore e le Onlus iscritte all’anagrafe e gli enti di ricerca scientifica e Università e di ricerca sanitaria.
Fanno parte della lista anche gli Enti che promuovono e valorizzano i beni culturali e paesaggistici e i gestori delle aree protette. Inoltre, sono presenti anche le associazioni sportive dilettantistichericonosciute ai fini sportivi dal Coni. Infine, è possibile donare il 5 x mille anche al proprio Comune di residenza, che ha però l’obbligo di utilizzare i fondi per finanziare e svolgere attività sociali.
Come destinare il 5 x mille con la Dichiarazione dei Redditi
La destinazione del 5 x mille va espressa durante la Dichiarazione dei Redditi. Per eseguire questa procedura correttamente bisogna prima di tutto compilare il documento fiscale di riferimento (che può essere 730, modello Unico o CU).
A questo punto, è necessario individuare la sezione dedicata al 5 x mille (“Scelta per la destinazione del cinque per mille dell’IRPEF”), firmare il riquadro relativo alla categoria dell’Ente scelto e inserire il Codice Fiscale del beneficiario.
Senza quest’ultima azione, la quota andrà comunque a buon fine, ma verrà divisa equamente tra tutti gli enti che fanno parte della categoria indicata. É possibile esprimere una sola preferenza, pena l’annullamento della destinazione del 5 x mille, che andrà a finire nelle casse dello Stato. Inoltre, indicare una preferenza legata a questa quota IRPEF non va a inficiare su altre due possibili scelte che i contribuenti possono effettuare: quella relativa all’8 x mille (percentuale del gettito fiscale destinabile allo Stato, alla Chiesa Cattolica o a una delle dodici confessioni religiose aventi un’intesa con lo Stato) e al 2 x mille (percentuale dell’imposta sul reddito che si può inviare ad un partito politico).
Come destinare il 5 x mille senza Dichiarazione dei Redditi
Le persone che non sono tenute ad effettuare la Dichiarazione dei Redditi, possono comunque destinare il proprio 5 x mille. Per farlo correttamente, devono utilizzare l’apposita scheda allegataal modulo fiscale di loro competenza.
Una volta compilata, la scheda va inserita in una busta chiusa riportante la frase “scelta per la destinazione del 5 per mille dell’IRPEF” con nome, cognome e codice fiscale del contribuente e consegnata in un ufficio postale, tramite un intermediario (Caf o professionista) o attraverso il servizio telematico dell’Agenzia delle Entrate.