La nota

Aumenti tariffe mense di Como, Fratelli d’Italia contro Rapinese:”Decisione che indigna: va rivista”

Molinari e Zauli:"Il tempo ed i fatti stanno sgretolando tutti i suoi slogan di quando stava all’opposizione e tutte le sue belle promesse fatte in campagna elettorale".

Rabbia ed indignazione per l’annunciato aumento delle tariffe delle mense comunali a Como. E oggi arriva la nota contro il sindaco e la sua giunta da parte del gruppo provinciale di Fratelli d’Italia che sollecitano ad un provvedimento di ravvedimento. Qui le loro parole.

 

 

Siamo indignati per la decisione del sindaco Rapinese di aumentare le quote della mensa scolastica per l’anno 2025/2026. Questo provvedimento, che rappresenta un vero e proprio colpo basso alle famiglie comasche, non può essere tollerato. In provincia di Como, gli appalti per la mensa scolastica si attestano generalmente tra i 5 e i 5,50 euro per pasto. È incomprensibile come il Comune di Como, con un volume di pasti superiore alla media, non riesca a negoziare tariffe più vantaggiose. Questo denota una chiara incapacità o, peggio, una mancanza di volontà da parte del sindaco Rapinese, il cui operato grava pesantemente sul portafogli dei cittadini.

 

 

Diversi comuni limitrofi assumono una parte del costo della mensa per ridurre le tariffe, agevolando così le famiglie e sostenendo chi ha redditi più bassi. Questo gesto di solidarietà sociale non è nemmeno preso in considerazione dal sindaco Rapinese, che preferisce ignorare il benessere dei suoi cittadini per scaricare su di loro ogni onere. Le famiglie con un ISEE pari o superiore a 10.000 euro sono ora costrette a pagare una quota pasto che supera i costi sostenuti dal Comune stesso. Questa ingiustizia penalizza in modo particolare quelle famiglie che, pur avendo redditi modesti, devono affrontare costi aggiuntivi ingiustificati. Il Comune di Como ha chiaramente scelto di non sostenere una spesa sociale, che normalmente graverebbe sull’intera cittadinanza, preferendo invece tassare ulteriormente le famiglie che necessitano di questo servizio.

 

 

Questo approccio colpisce non solo le famiglie abbienti, ma anche la classe media e persino quelle con un unico reddito basso. Famiglie con un ISEE di 10.000 euro rappresentano, infatti, una fascia di popolazione particolarmente vulnerabile. Mentre mette ancora le mani nelle tasche delle famiglie, Rapinese rinuncia a 126.000 euro di affitti per Villa Geno, dovendosi inoltre sobbarcare i costi di gestione senza un chiaro piano di utilizzo. Fatti che mostrano il vero volto di Rapinese, denotando un approccio che è il medesimo utilizzato per gli asili, gli agricoltori del mercato annonario, i giostrai del Luna Park, le associazioni sportive e culturali.

 

 

Fare il sindaco significa fare il bene della propria comunità. Ce lo insegna quello che conosciamo come probabilmente il più grande Sindaco della storia, Pericle, che circa 2500 anni fa nel celebre discorso agli ateniesi affermò che «ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buonsenso».È il buonsenso che dovrebbe guidare ogni singola azione di un primo cittadino, per una questione di giustezza e anche perché i cittadini lo misureranno sulla base delle azioni concrete e dell’atteggiamento: il tempo ed i fatti stanno sgretolando tutti i suoi slogan di quando stava all’opposizione e tutte le sue belle promesse fatte in campagna elettorale.

 

 

Fratelli d’Italia chiede che questa decisione venga immediatamente rivalutata nelle commissioni consiliari. Non è accettabile continuare a gravare economicamente sulle famiglie, specialmente in un momento in cui il sostegno sociale è più necessario che mai. Invitiamo l’amministrazione comunale a rivedere questa decisione, cercando una soluzione più equa e sostenibile per tutte le famiglie comasche.

 

 

Stefano Molinari – Presidente provinciale di Fratelli d’Italia

Sergio Zauli – Coordinatore cittadino di Fratelli d’Italia

 

 

 

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