“L’Ora d’Aria”, il Teatro Sociale porta Puccini al Bassone

17 luglio 2024 | 14:00
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“L’Ora d’Aria”, il Teatro Sociale porta Puccini al Bassone

Il percorso di formazione di canto corale “L’Ora d’Aria” rivolto ai detenuti culminerà nello spettacolo partecipativo “Memorie di Ping”

Negli ultimi anni, il Teatro Sociale di Como ha consolidato la collaborazione con la Casa Circondariale Il Bassone, offrendo momenti di spettacolo e formazione all’interno della struttura penitenziaria. Inoltre, il Teatro si è sempre più affermato come un punto d’incontro tra arte, cultura, spettacolo e le diverse forme di fragilità. Quest’anno il Teatro ha offerto un supporto di coordinamento didattico al Centro Diurno per la pianificazione di laboratori settimanali dei corsi di musica e teatro nel quale si lavora su elementi base della socialità quali l’ascolto, la fantasia, capacità mnemoniche, il confronto, il supporto, la consapevolezza corporea, il movimento, il confronto e il dialogo. Inoltre, per il secondo anno, in collaborazione con il Centro Diurno, ha portato all’interno del Bassone il progetto L’ora d’Aria, un percorso un mese con tre lezioni di canto corale volte ad apprendere dei cori per poter partecipare allo spettacolo finale con tre cantanti lirici, un attore e un pianista, mettendo così insieme i partecipanti al laboratorio corale, gli artisti che vengono dal teatro e gli spettatori del Carcere.

Il progetto fa parte di Opera Education, la piattaforma italiana creata da AsLiCo che dal 1996 promuove la passione per l’opera lirica tra il nuovo pubblico. Opera Education è realizzata grazie al contributo della Regione Lombardia, del Ministero della Cultura e della Fondazione Cariplo.

Quest’anno lo spettacolo partecipativo, che andrà in scena il 19 luglio, è Memorie di Ping, tratto da Turandot di Giacomo Puccini, in occasione delle celebrazioni dedicate al compositore per il centenario della sua morte, e permetterà all’utenza di cimentarsi nelle più celebri romanze dell’opera assieme a dei professionisti, Marianna Iencarelli, Vincenzo Spinelli, Suji Kwon, Simone Ruvolo e il pianista Martino Ruggero Dondi, con la regia di Andrea Bernard, coadiuvato da Simone Ruvolo.

Il percorso coniuga la dimensione artistica con quella formativa, magari orientata a una spendibilità esterna in grado di unire le competenze artistiche con quelle tecnico/professionali, al fine di rendere il carcere non solo un istituto di pena ma anche un istituto di cultura, cioè un luogo dove le contraddizioni e le energie in esso presenti vengano valorizzate e trasformate in senso costruttivo e propositivo e non solo in senso contenitivo.

«Il progetto di condividere il messaggio dell’opera e il suo senso, che si configura oggi come una pratica formativa non tradizionale, aiuta la riscoperta delle capacità e delle sensibilità personali, ma è anche una modalità di espressione positiva di emozioni negative o angoscianti – ha raccontato Barbara Minghetti, direttrice della programmazione e dei progetti speciali del Teatro Sociale di Como e ideatrice di Opera Education e di questo progetto insieme a Francesco MalanchinL’esperienza con il formatore del gruppo teatrale e con il maestro del coro consente, infatti, di sperimentare ruoli e dinamiche diversi da quelli propri della detenzione, sostituendo i meccanismi relazionali basati sulla forza, sul controllo e sulla sfida con quelli legati alla collaborazione, allo scambio e alla condivisione. Inoltre il Coro è la compagine più democratica del mondo dove tutti possono esprimersi a pari livello, e del cantare insieme dove peraltro la lingua non è importante, ma si può imparare a cantare in tutte le lingue del mondo».

Durante il corso di canto corale con un cantante lirico, a cadenza settimanale, sono state fornite all’utenza nozioni di igiene vocale, di canto per apprendere tre cori dell’opera Turandot di G. Puccini. È stata inoltre approfondita la trama ed è stata proposta una guida all’ascolto dell’opera andando a cercare connessioni tra la storia di Turandot e il vissuto del singolo così da innescare discussioni che hanno contribuito alla conoscenza dei componenti del gruppo.
La fase finale è composta dallo spettacolo, inclusivo e partecipativo, direttamente in struttura.

Lo spettacolo è una versione ridotta dell’opera (circa 50 min.) eseguito da un cast snello di tre cantanti, un attore (che avrà il compito di narratore oltre che un ruolo nella vicenda) e un pianista. La riduzione e la quasi totale assenza di oggetti di scena non sono elementi a sfavore della partecipazione attiva del pubblico, anzi: lo spettacolo è cucito direttamente con gli utenti e attorno a loro, grazie ad un linguaggio teatrale il più possibile dinamico studiato con il regista.
I canti creano un momento di condivisione musicale diventando così una vera e propria scena sonora attorno ai protagonisti. Sulle melodie più famose, delle piccolissime coreografie eseguite dagli ospiti vanno a completare la scena assieme a dei semplici oggetti da loro costruiti durante la fase preparatoria del progetto. In questo spettacolo, come accade in tutti i progetti Opera Education, si prevede di assoldare giovani cantanti, permettendo loro quindi di fare esperienza e debuttare ruoli d’opera, e creando uno scambio di benefici tra due generazioni fra loro molto distanti.