Ingresso gratuito

Ad Argegno il terzo concerto delle “Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven” di Christian Leotta

Prosegue la maratona pianistica del Maestro Leotta, dopo i concerti di Como e Torno, sarà nella chiesa della Ss. Trinità di Argegno il nuovo concerto

christian leotta

Le magiche note della musica di Beethoven tornano a suonare sul Lago di Como grazie al pianista di fama internazionale Christian Leotta, che prosegue, con il concerto di venerdì 2 agosto ad Argegno, la sua maratona prediletta – oltre 14 ore complessive di musica – dedicata alle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, ciclo che ha presentato per la prima volta in Canada a Montréal nel 2002, eseguendolo ad oggi per ben ventidue volte in quattro continenti con grandissimo successo di pubblico e di critica. Un evento straordinario grazie alle sette nuove sonate che sono entrate a pieno titolo nella catalogazione beethoveniana grazie al Maestro Leotta. 

La terza tappa di questo straordinario e inedito viaggio musicale, dopo il grande successo del recital inaugurale del tour nella Basilica di Sant’Abbondio a Como e della seconda tappa nella chiesa di San Giovanni a Torno, eventi che hanno visto la partecipazione di centinaia di spettatori che hanno calorosamente ringraziato il M° Leotta con standing ovation e diversi minuti di applausi, sarà nella Chiesa della Ss. Trinità ad Argegno, venerdì alle 21.

leotta sant'abbondio

Ludwig van Beethoven è una delle icone universali della musica, simbolo insieme a pochi altri del genio assoluto. Sono oltre vent’anni che Leotta si cimenta con la quasi totalità della sua monumentale e sconfinata opera per tastiera. Mai però prima d’ora un pianista aveva avuto l’idea di eseguire un ciclo dedicato all’integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven che includesse sia le Sonate pubblicate con un numero d’opera, sia le Sonate pubblicate senza un numero d’opera, sia le Sonate “postume”, sia le Sonatine. Il numero totale delle “Sonate” di Beethoven individuato da Leotta sale così dalle tradizionali 32 a 39 brani, di cui l’interprete propone anche una nuova catalogazione compilata seguendo il loro ordine cronologico di composizione. Il tutto in prima assoluta in un ciclo di 12 concerti, 6 nel 2024 e 6 nel 2025, che toccherà alcune località del territorio lariano.

Assolutamente innovativo dal punto di vista musicologico, il progetto di Christian Leotta è originale anche nella sua dimensione territoriale. Presenta infatti in numerose località composizioni universalmente celebri e simboli del genio beethoveniano abbinate a sue opere di rarissimo ascolto, rendendo così per la prima volta accessibile in forma completa (i concerti sono tutti a ingresso gratuito), anche per un pubblico che non è solito frequentare le sale da concerto, uno dei corpus musicali più importanti e profondi di tutta la storia della musica: un evento culturale da fare invidia alle più importanti capitali internazionali della musica.

I Comuni che ospiteranno i prossimi recital costituenti la “Parte I 2024” della tournée sono quelli di Carate Urio, Mariano Comense e Veleso. In ogni concerto della tournée verrà eseguita da Christian Leotta almeno una delle sette Sonate non incluse nel tradizionale e noto catalogo delle “32”.

La “Parte I 2024” della tournée è organizzata dall’Associazione Melos con il sostegno della BCC di Cantù, il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, il contributo e la collaborazione dei Comuni di Argegno, Carate Urio, Como, Mariano Comense, Torno e Veleso, che ospiteranno i concerti.

 

IL TERZO CONCERTO

Argegno, venerdì 2 agosto 2024, Chiesa della SS. Trinità, piazza Giovanni Grandi, ore 21

Ingresso gratuito, senza prenotazione.   

 

Programma:

Sonata per pianoforte L 17 (ex n. 10) in Sol maggiore, Op. 14 n. 2
Sonata per pianoforte L 7 (ex n. 3) in Do maggiore, Op. 2 n. 3

Sonata per pianoforte L 1 in Mi bemolle maggiore (WoO 47 n. 1 del catalogo Kinsky-Halm)
Sonata per pianoforte L 38 (ex n. 31) in La bemolle maggiore, Op. 110

christian leotta

Il Maestro Leotta introduce il concerto

Sonata per pianoforte in Sol maggiore L 17 (ex n. 10), Op. 14 n. 2

Composta nel 1798, questa Sonata inizia con un luminoso “Allegro”, scritto nel classico schema tripartito della “forma-sonata”. Nell’esposizione, il primo e il secondo tema non presentano contrasti espressivi, mantenendo un clima idilliaco. Al contrario, lo sviluppo è abbastanza drammatico e virtuosistico, ma la successiva ripresa ci ricondurrà nell’atmosfera di gioia e di spensieratezza che dominano l’intero movimento. Il secondo tempo, un “Andante”, è in forma di Tema con variazioni. Il suo incipit, formato da una successione di accordi staccati, è in contrasto con la lunga linea melodica ed il legato che aprono invece il primo tempo. Il secondo movimento si conclude con un accordo improvviso marcato “fortissimo”, conferendo anche un carattere umoristico a questa pagina. La Sonata si conclude inaspettatamente con il successivo “Scherzo”, cui normalmente avrebbe dovuto seguire un quarto movimento, generalmente un “Rondò”. Il suo carattere è leggero, cantabile e spiritoso, confermando il clima generalmente disteso e solare dell’intera opera.

Sonata per pianoforte in Do maggiore L 7 (ex n. 3) Op. 2 n. 3

La Sonata L 7 (ex n. 3) in Do maggiore Op. 2 n. 3 è stata scritta fra il 1794 e il 1795 ed è l’ultima delle tre Sonate che formano l’opera 2. Di ampie proporzioni è molto virtuosistica ed è una delle Sonate di Beethoven più note ed eseguite. Il primo tempo, un “Allegro con brio”, presenta il classico schema della “forma-sonata”. Il primo tema, brillante e assai complesso da un punto di vista esecutivo, è in contrasto con il secondo tema, come di consueto, dal tono lirico ed espressivo. Nel secondo tempo, un “Adagio”, sono già presenti gli abissi espressivi e di straordinaria drammaticità che caratterizzeranno numerosi dei movimenti lenti del Beethoven delle Sonate successive. Il terzo tempo, uno “Scherzo” marcato “Allegro”, che sostituisce il classico “Minuetto”, presenta un’elaborazione tematica e un virtuosismo pianistico notevoli. L’ultimo tempo, un “Allegro assai”, chiude questa brillante Sonata in un’atmosfera di festosa vivacità.

Sonata per pianoforte in Mi bemolle maggiore L 5 (WoO 47 n. 1 del catalogo Kinsky-Halm)

Completata all’età di soli tredici anni, quando Beethoven risiedeva ancora a Bonn e studiava sotto la guida di Christian Gottlob Neefe, la Sonata L 1 (WoO 47 n. 1 del catalogo Kinky-Halm) rappresenta a tutti gli effetti la prima “vera” Sonata per pianoforte scritta da Beethoven, precedendo di ben dodici anni la Sonata L 5 (ex n. 1) Op. 2 n. 1, comunemente ritenuta la prima opera per pianoforte di Beethoven scritta in tale forma. La Sonata L 1 fa parte di un gruppo di tre Sonate per pianoforte che Beethoven ha dedicato al principe elettore di Colonia Maximilian Friedrich, pubblicate a Spira dall’editore Bossler nel 1783. Molto ambiziosa da un punto di vista pianistico, questa Sonata è composta da tre movimenti. Il primo di essi, un “Allegro cantabile”, è scritto nella classica “forma-sonata”, presentando un primo tema molto brioso e con forti contrasti dinamici, in contrapposizione a un secondo tema cantabile ed espressivo. Come in nessun’altra Sonata per pianoforte Beethoven utilizza in quest’opera l’alternanza delle dinamiche di “piano” e di “forte” e delle articolazioni di “staccato” e di “legato” come principali elementi espressivi e strutturali di tutti i movimenti (ma in modo particolare del primo). Tutt’altro che semplice da un punto di vista pianistico, il risultato ottenuto dal giovanissimo compositore è artisticamente sorprendente e di grandissimo valore. Dopo aver studiato attentamente quest’opera (e le altre due Sonate giovanili pubblicate contemporaneamente), ho completamente rivalutato la visione di un Beethoven compositore prodigio, il cui immenso talento musicale si fosse già apertamente manifestato già in giovanissima età, al pari (o addirittura in modo superiore) a quello di Mozart. Il secondo tempo è un “Andante”, che presenta i tratti espressivi tipici del Beethoven maturo, quali una meravigliosa linea cantabile e una straordinaria conoscenza e padronanza del contrappunto. Ogni minima inflessione della scrittura ha un senso espressivo e compositivo precisi. Dopo il secondo tema, una magnifica “codetta” in “pianissimo” lascia già intravedere il Beethoven metafisico e sognatore che rivoluzionerà la storia musica. La Sonata si conclude con un “Rondò vivace” assai virtuosistico, che ripropone nuovamente come elementi espressivi e strutturali portanti l’alternanza delle dinamiche di “piano” e di “forte” e delle articolazioni di “staccato” e di “legato”. In tutta sincerità, rimane un mistero come sia stato possibile che un’opera di questa importanza e di tale bellezza sia tutt’oggi così poco conosciuta, venendo ingiustamente esclusa (assieme alle altre due Sonate che compongono il gruppo delle prime tre Sonate dedicate al principe elettore di Colonia) da qualsiasi ciclo integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven.

Sonata per pianoforte in La bemolle maggiore L 38 (ex n. 31) Op. 110

La Sonata L 38 (ex. n. 31) in La bemolle maggiore Op. 110 è stata composta nel 1821, ed è l’unica dell’ultimo periodo che non rechi una dedica. Si tratta di una meravigliosa riflessione sull’esistenza umana, che Beethoven ha voluto mirabilmente tradurre in forma-sonata, riuscendo a fondere come mai prima d’ora (e come nessun altro compositore potrà fare dopo di lui) forme arcaiche quali la Fuga e l’Aria, ponendole in funzione drammatica fra esse come lo potrebbero essere un Primo e un Secondo tema di un primo movimento di una Sonata. Il primo tempo, un “Moderato cantabile molto espressivo”, presenta tutti i tipici elementi di un primo movimento in forma-sonata. Qui l’attenzione di Beethoven è concentrata, più che sull’innovare la forma, sulla straordinaria ricerca espressiva. Il secondo tempo, un “Allegro molto”, è in contrasto con la calma del precedente e presenta dinamiche molto contrastanti a breve distanza, passando numerose volte dal “Forte” al “Piano” improvvisamente e senza alcun preavviso. Il tutto per introdurre uno dei movimenti più significativi di tutte le 39 Sonate e di tutta la storia della musica, il successivo e conclusivo “Adagio ma non troppo”. Di proporzioni assai sviluppate, presenta numerose sezioni con diverse indicazioni agogiche, fra le quali una “Fuga” a tre voci, la sua “Inversione” e ben due “Arioso”, dove Beethoven supera davvero ogni limite espressivo dello strumento, trattando qui il pianoforte come la voce umana, o più. Il movimento termina con un “tempo primo”, attraverso il quale l’Op. 110 si conclude con grande splendore e solennità.

 

Sito web ufficiale: www.christianelotta.com

 

 

 

 

 

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