Il discorso del vescovo Cantoni alla città per Sant’Abbondio 2024: “Como, ma qual’è la tua anima?”




Il discorso del vescovo, in occasione della festa patronale di Sant’Abbondio, è una dura chiave di lettura sul turismo che, con la sua crescita esponenziale degli ultimi anni, sta snaturando e disgregando la comunità cittadina.
Un vero grido di allarme sul turismo che sta modificando le caratteristiche non solo della città ma anche e soprattutto influisce in modo negativo le relazioni tra i comaschi, i rischi di rinchiudersi in sé stessi, il porre come obiettivo primario il denaro a tutti i costi. Da questi presupposti nasce il forte richiamo che il vescovo di Como Oscar Cantoni lancia a tutti i comaschi a cominciare dalle numerose autorità presenti nella basilica di Sant’Abbondio questo pomeriggio per il tradizionale discorso alla città in occasione del Santo Patrono. Vi proponiamo alcuni significativi passaggi del discorso di Cardinal Oscar Cantoni:
IL DISCORSO ALLA CITTA’ DEL VESCOVO
“Como, qual è la tua anima? Quale la tua vocazione? Sei Città di confine e di scambi, via di commerci vicini e lontani, terra di imprese e di incontri, luogo desiderato e tanto visitato, ricca di bellezze, di storia e di natura. Circondata da un incanto che dalle tue verdi montagne si riflette nelle mille sfumature di blu del tuo lago. Secoli di storia e di cultura si possono ravvisare nei tuoi monumenti e nelle tue chiese, nella tua grande e artistica Cattedrale”.
La focalizzazione sugli che questo turismo mordi e fuggi sta creando:
“Ogni città è, infatti, anzitutto il suo popolo. Città, fin dalla sua etimologia, richiama il “cives”, il cittadino, e si definisce così come il luogo dei suoi cittadini, la Comunità di chi la abita. E allora mi chiedo: Como, di chi sei? Dove sei Comunità di Como? Si potrebbe ancora parlare di Città quando questa non fosse più il luogo dei suoi cittadini? Una Città non è di pochi che la possiedono o la governano, ma non è neppure di nessuno. È invece di tutti, perché tutti, come cittadini e cittadine, siamo chiamati a partecipare. Tutti, insieme, a prendercene cura nell’ascolto reciproco e nella collaborazione. Non spazio anonimo, “cumulo di pietre” appunto, ma relazioni, luogo di vita, intreccio di persone. Ecco cos’è una Città, ecco cosa non può rinunciare ad essere. Como: città a vocazione turistica Da sempre, ma molto più in questi ultimi anni, questa nostra Città, il suo magnifico lago, ma in generale tutto il nostro territorio, hanno visto crescere, in modo esponenziale, il flusso del turismo. Sono moltissime le persone che, attratte dalla bellezza di questi luoghi, arrivano qui da tante parti d’Italia, d’Europa e del mondo. Tra le vocazioni di Como vi è, non ultima, anche e soprattutto questa: essere Città turistica”.

IL pensiero va anche ai rischi che lo stravolgimento cittadino in atto sta portando con sé ed anche un richiamo a chi dovrebbe proporre soluzioni.
“Questo flusso turistico porta tra noi benessere e ricchezza, occasioni di incontro e di scambi, ma insieme anche il rischio di alcune storture e di vari limiti. Per molti aspetti un tale aumento del turismo si sta rivelando insostenibile dal punto di vista sociale e ambientale. Nessuno ha soluzioni facili, per questo non può mancare una riflessione più consapevole e condivisa. Non sono pochi gli appelli, anche autorevoli, che in questi tempi hanno ricordato che un tale fenomeno non può essere solo subìto, occorre invece ben gestirlo e governarlo. Io aggiungerei: anche e soprattutto umanizzarlo! È il compito di una buona politica e di una buona Comunità: prendersi cura di ciò che accade, senza lasciarsene travolgere”.
La città si svuota, i prezzi delle case salgono sempre più, turisti e non più residenti.
“L’afflusso di questa ondata turistica nella nostra Città comporta un forte aumento dei prezzi delle merci e delle case, fino a rendere il centro Città un luogo a tratti inospitale per i cittadini. Sempre più famiglie abbandonano il centro, dove i prezzi delle case sono inaccessibili e molte abitazioni sono ormai trasformate in B&B per ospitalità brevi dei turisti di passaggio. Molti, attratti ormai da un più facile guadagno, scelgono di destinare così le proprietà del centro. La Città, però, così facendo, si svuota e, in qualche modo, si sfalda anche la Comunità: più alloggi per i turisti, meno case per i residenti. Questo comporta, non solo nel centro storico, una urgente emergenza abitativa. Come promuovere una Città più vivibile e accessibile a tutti, anche a chi ha meno risorse?”.

Il Cardinale chiude il suo richiamo rivolgendosi in particolare ai cristiani:
“A nessuno, più che ai cristiani, preoccupa il vento cattivo delle parole arroganti, la logica tribale dell’amiconemico, l’incapacità di accoglienza e di dialogo. Non può non inquietarci una società e un mondo che vede crescere conflittualità e tensioni ad ogni livello. A questo vento cattivo si contrappone l’aria buona dello Spirito che implora ai nostri cuori di custodire e promuovere il dono della pace, a partire dai nostri rapporti interpersonali, dalle nostre famiglie e dalla nostra Città. Una Città è bella quando rende belli i suoi abitanti e chi vi è accolto. Como è bella quando noi tutti mostriamo il nostro vero volto, ossia quando siamo buoni, belli e veri noi stessi! Quando ci mostriamo profondamente umani, quando diff ondiamo tra noi e con tutti il buon profumo dell’amicizia e della fraternità”.
(foto e video a cura di Mario Biancucci per CiaoComo)
A fine celebrazione, dopo la cerimonia del coro votivo (video sopra), anche i saluti del vescovo Cantoni ai rappresenti dei vari borghi del Palio del Baradello 2024, di fatto iniziato oggi (domani visite e spettacoli al Baradello), sfilata in città domenica 8 settembre. Qui la foto con loro e Cantoni.


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