Intervista

Giuseppe Guin alla Fiera del Libro: “A 90anni Nini Binda non smette di amare Como…con irriverenza”

"Quattrocento domande a Nini Binda” è i lsottotitolo del libro di Guin dedicato ad uno dei personaggi più clamorosi dell'imprenditoria, della cultura e della politica comasca

di Sabrina Sigon

 

Dopo una partenza che ha visto un grande successo di pubblico, la seconda settimana della 72esima Fiera del Libro di Como vedrà ancora protagonisti scrittori, musicisti e personaggi famosi, attraverso un programma variegato di temi e proposte che fanno di questa manifestazione letteraria un appuntamento culturale importante.

E’ con noi il giornalista e scrittore Giuseppe Guin che, poco prima che cominci la presentazione del suo libro L’irriverente. Quattrocento domande a Nini Binda (Editore Dominioni), ci parla di questa nuova avventura editoriale.

Famoso anche per essere il proprietario di una bellissima cava di pietre di epoca romana a Faggeto Lario, che ha trasformato in splendida villa sul lago, Guin comincia col raccontarci che ruolo ha avuto questo luogo nel suo essere scrittore.

Al rudere sostanzialmente sono nati tutti e dodici i romanzi, anzi, non sarebbe nato nemmeno il primo romanzo se io non avessi incontrato quell’angolo del lago di Como” dice. “Il mio ultimo pensiero era scrivere romanzi mentre facevo il giornalista. I romanzi nascono proprio perché incontro quell’angolo sperduto e, soprattutto, incontro le persone, che mi raccontano le loro storie e le loro storie diventano romanzi”.

Il suo nuovo libro L’irriverente non è la classica intervista ma il racconto sincero di un imprenditore che vuole lasciare di sé un’immagine più autentica possibile, libro nato da un commento fatto dallo stesso Binda al precedente lavoro di Guin, L’ultima Torre.

Nini Binda aveva letto l’ultimo mio romanzo e aveva postato sui social un commento; l’ho letto e sono rimasto affascinato di questo suo commento così dettagliato ed entusiasta tanto che l’ho chiamato. Erano anni che non lo sentivo più, l’ho chiamato e gli ho detto – Nini, incontriamoci e parliamone. A quel punto ci siamo incontrati, abbiamo parlato di quel libro e da lì è nata l’idea delle interviste. Quest’anno compio i novant’anni – mi ha detto Binda – mi piacerebbe raccontare la mia vita in un libro”.

Assessore a Como, campione di motonautica, golfista – la provincia di Como è quella con più campi da golf d’Italia – Nini binda ha avuto una vita molto variegata: successi, insuccessi, sfide, rischi, che racconta senza filtri. Vorrei essere ricordato come un uomo che amava la sua città – dice Binda dall’alto dei suoi 90 anni compiuti il 6 aprile di quest’anno.

E questo amore l’ha dimostrato anche nei fatti. La fontana di Camerlata ristrutturata per ben due volte, la piazza Matteotti, gli storici lampioni della passeggiata verso Villa Olmo, dice nel libro. Nel quale emerge la sua figura di imprenditore, attivista politico tuttora appassionato ai temi della vita cittadina, sportivo; ma anche un Binda più intimo, meno conosciuto, attraverso diversi episodi della sua vita mai raccontati prima di oggi.

Non solo la vita di un uomo ma anche la vita di una città, nel libro sono presenti sei postfazioni che raccontano: La rivoluzione della politica a cura del critico d’arte e consigliare regionale Sergio Gaddi, Gli anni d’oro del tessile dell’imprenditore Graziano Brenna, La creatività della moda della giornalista e scrittrice Paola Mascolo, Le glorie dello sport del Presidente Aci Como Chicco Gelpi, La tradizione del golf a cura del Caddy Master Sergio Arcellaschi, Il mondo del volontariato del Presidente della Famiglia Comasca Daniele Roncoroni.

Abbiamo superato le quattrocento domande, ma c’è una domanda che non ho ancora fatto? – chiede Guin alla fine del libro.

La domanda c’è. E anche la risposta. Con la quale Nini Binda conferma quello che è il senso più profondo di questa intervista.

Palmiro Binda, o meglio Nini, come tutti l’hanno sempre chiamato, nasce a Como il 6 aprile del 1934, figlio dell’imprenditore serico Gianni, detto “Barbisùn” e di Clara Bernasconi, detta “Bindàscia”, per l’asprezza del carattere. Campione di motonautica, industriale tessile, assessore comunale e appassionato golfista, nel 2014 sposa Enrica, chiamata Chicca, figlia di Paolo Arnaboldi e Anna Gazzaniga, nobile famiglia di setaioli in Montorfano. “Nessuno è mai riuscito a mettermi la museruola! Nella mia vita ho sempre detto quello che pensavo, figurarsi adesso alla mia età. A novant’anni posso anche permettermi di essere irriverente.” E irriverente lo è davvero questa intervista. Una confessione senza veli, sulla sua vita e la sua città.