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Viva, frizzante e molto umana, è piaciuta la giovane Boheme al Sociale

27 settembre 2024 | 13:00
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Viva, frizzante e molto umana, è piaciuta la giovane Boheme al Sociale
Viva, frizzante e molto umana, è piaciuta la giovane Boheme al Sociale
Viva, frizzante e molto umana, è piaciuta la giovane Boheme al Sociale

Sofia Mancuso racconta per Ciaocomo La Boheme in scena al Teatro Sociale

Como, sono le 20:00 del 26 settembre 2024: fuori piove ininterrottamente, gli spettatori si affrettano a lasciare gli ombrelli nel guardaroba e a prendere posto, le luci si spengono, il sipario si apre e d’un tratto ci ritroviamo catapultati nella Parigi del milleottocentotren… No! Aspettate un attimo; anche sulla scena sembra essere il 2024!

Proprio così, quest’anno l’opera d’apertura della Stagione Notte del Teatro Sociale di Como, la Bohème di Puccini, ha una messa in scena contemporanea: i protagonisti sono sì dei giovani bohèmien, ma come potrebbero esserlo i giovani di oggi, e cercano di vivere d’arte, dalla fotografia alla pittura. La loro sfida è quella di sopravvivere con le poche risorse che possiedono, ma anche quella di destreggiarsi attraverso i propri sentimenti senza ferirsi eccessivamente, e si sa che, specialmente in gioventù, nessuno di questi due obiettivi è particolarmente semplice da raggiungere!

Per prima cosa, scopriamo chi ha ideato questa messa in scena che trasporta la Bohème fino ad oggi: si tratta di un team interamente under35, vincitore di un bando promosso da OperaLombardia. A comporre il team troviamo la regista Maria Luisa Bafunno, Eleonora Peronetti alle scene, Emanuele Rosa alle coreografie e il lighting designer Gianni Bertoli, che sono riusciti ad affrescare quattro quadri (così vengono chiamate le diverse parti in cui è divisa quest’opera) di variegata umanità, in perfetta sintonia con il titolo della nuova stagione del Teatro, “Humanity”.

Originale scelta è stata quella di costruire una cornice narrativa entro cui collocare la trama dell’opera, la quale è come se venisse rievocata da un anziano Rodolfo che ritrova una scatola colma di ricordi della sua gioventù e in particolare del tempo trascorso con Mimì. E se sembra che i due piani temporali, quello del Rodolfo anziano e quello del Rodolfo giovane, siano tra loro distanti e separati, scopriamo che non è così  durante il terzo quadro,  quando il vecchio Rodolfo interagisce con Mimì spronandola a fronteggiare il suo amato intenzionato a lasciarla.

Forse il suo è un tentativo di cambiare il corso delle cose?  Forse rappresenta il suo rimpianto? Oppure niente di tutto ciò? La risposta precisa non possiamo darla, ma credo che si vada a teatro non tanto per ottenere risposte quanto per porsi domande, quindi se queste vengono suscitate siamo a un ottimo punto.

Da rievocare anche il secondo quadro ambientato al Quartiere Latino, scena d’umanità per eccellenza, che si apre con un tableaux vivant molto ben riuscito poiché la sensazione era quella di volersi soffermare su ogni dettaglio prima di tuffarsi nella gioia e nella festa del Caffè Momus.

la boheme teatro sociale 2024

Alla direzione dell’Orchestra de I Pomeriggi Musicali troviamo il maestro Riccardo Bisatti, classe 2000, e in merito poco da dire: se la sua direzione è così pregevole a soli ventiquattro anni, cosa accadrà quando avrà accumulato sempre più esperienza? Insomma, chapeau. Bonus: se volete scoprire uno spettacolo nello spettacolo, soffermatevi per qualche minuto a osservare le sue mani che dirigono, è garantito che faranno venire voglia anche a voi di dirigere un’orchestra.

la boheme teatro sociale 2024

Arriviamo ora al cast, quasi interamente composto da giovanissimi vincitori del Concorso AsLico.  Mimì è interpretata da Maria Novella Malfatti con sicurezza, calza la parte con grande naturalezza e ci offre un suono caldo e avvolgente; i lunghi e calorosi applausi hanno mostrato con chiarezza quanto sia stata apprezzata. Perfetta nel suo ruolo di Musetta anche Fan Zhou: squillante, vivace e sempre ben salda. Veniamo poi agli amici che condividono la soffitta dove si svolgono la scena iniziale e finale dell’opera: Rodolfo è il giovane Vincenzo Spinelli, che ha senza dubbio un’ottima strada davanti a sè; Junhyeok Park è Marcello, e dopo i recenti successi al Teatro Sociale con il Concorso AsLico e la Turandot in Arena ne colleziona un altro, facendosi ascoltare con estremo piacere. Interessante e ben costruito il personaggio di Colline, interpretato da Gabriele Valsecchi, dal timbro sicuro e solido. Pulito Alfonso Michele Ciulla nei panni di Benoit e Alcindoro; Una menzione speciale vorrei riservarla a Davide Peroni nei panni di Schaunard: dinamico e brillante non solo vocalmente ma anche scenicamente, riesce così a costruire un personaggio perfettamente credibile e sempre a fuoco. Si fa ricordare anche Ermes Nizzardo in qualità del giocattolaio Parpignol, ricoperto di palloncini colorati.

la boheme teatro sociale 2024

Una segnalazione anche al Coro OperaLombardia diretto da Massimo Fiocchi Malaspina, sempre professionale, e al Coro delle Voci Bianche del Teatro Sociale di Como, che nonostante la complessità della parte (perchè a differenza di ciò che si potrebbe erroneamente pensare, le parti per voci bianche nelle opere non sono affatto semplici, ma richiedono estrema precisione) ha portato a casa un’esecuzione di cui essere contento.

Un grande quadro d’umanità dunque quello che è stato rappresentato sul palco di Como: generazioni che si sono incontrate, dai bambini agli anziani, una vasta gamma di sentimenti e tanti personaggi in cui rispecchiarsi. Questa “Bohème” è stata quasi una sorta di manifesto di quello che ci aspettiamo di vedere durante questa nuova stagione ed è forte la sensazione che non rimarremo affatto delusi.

Sofia Mancuso

foto Andrea Butti