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Dodici film di qualità per i “Lunedì del Cinema” del Gloria

1 ottobre 2024 | 19:00
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Dodici film di qualità per i “Lunedì del Cinema” del Gloria

Si comincia con la partecipazione in sala di Luigi Di Capua, regista di “Holy shoes”, tra gli altri film molti premi internazionali e, questa volta, poco cinema italiano

Sono 12 film di qualità quelli che accompagneranno i lunedì fino a Natale per l’affezionato pubblico de i “Lunedì del Cinema” dello spazio Gloria di Como. La storica rassegna cinematografica è stata presentata ieri sera dagli organizzatori del Circolo Arci Xanadù che gestisce la sala di via Varesina che l’hanno realizzata con il contributo del Comune di Como. Tutti i film inizieranno alle ore 21.00, ingresso unico € 8 – ridotto € 6 (under 20 e over 65, disabili). L’abbonamento del ciclo (12 film) € 50. Le proiezioni del Cinema Gloria sono riservate ai soci Arci, al botteghino è possibile sottroscrivere la tessera.

Come accade da qualche anno a questa parte, il programma prevede anche l’incontro con registi e attori, ove possibile, come nel caso della prima proiezione, lunedì 7 ottobre, quando Luigi Di Capua sarà a Como per presentare “Holy shoes” il film di cui è regista. Altra serata particolare sarà quella del 28 ottobre con “La collina del cinema”, dedicata allo Studio di Monte Olimpino che tra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso è stato un centro di produzione cinamatografica grazie alla famiglia Piccardo e a Bruno Munari. Saranno proiettate le principali opere con l’intervento in sala di Andrea, figlio di Marcello Piccardo, che già da giovane adolescente partecipò attivamente direttamente ad alcune produzioni.

“Holy shoes” è l’opera prima di Luigi Di Capua, uno  componenti del trio comico The Pills e affronta uno degli aspetti più intriganti e potenti della società contemporanea: la tirannia del desiderio.Le vite dei personaggi ruotano attorno a desideri figli del rapporto ambiguo, distorto, conturbante che gli esseri umani hanno sviluppato con gli oggetti, e in particolare con le scarpe, simbolo cardine del potere disfunzionale che gli oggetti esercitano su di noi. Cosa cerchiamo di ottenere attraverso gli oggetti? Potere? Sicurezza? Amore? Holy Shoes racconta cosa siamo disposti a fare per trovare la nostra identità nel mondo, fino a che punto ci spingiamo per essere amati e accettati. Racconta un mondo in cui tutti desideriamo ciò che non abbiamo, in cui tutti vogliamo essere ciò che non siamo. Perche, come scrive il regista: “Oggi, come mai prima, siamo tutti alla ricerca spasmodica di un’identità. Persi nella liquidità digitale, privi di modelli solidi, scambiamo le nostre identità con quelle degli altri, e i nostri stessi desideri sono forse i desideri degli altri”.

Come dicevamo i 12 film sono di assoluta qualità e buona parte mai visti a Como. da segnalare “Gli indesiderabili” di Ladj Ly, film francese dell’anno scorso che porta sullo schermo la feroce battaglia di una piccola comunità per evitare la distruzione del quartiere dove vicono e che è oggetto di riqualificazione urbanistica. Ladj Ly è originario di Montfermeil, ha cominciato il suo percorso nel collettivo Kourtrajmé, fondato nel 1995. Conosce bene quello che succede nei quartieri della sua città e che succede in tanti altri luoghi, in Francia e altrove. Il suo film corale racconta la vicenda dai diversi punti di vista dei protagonisti, tenuti insieme dalla riflessione politica sulla marginalità di persone e quartieri.

“Paradise is burning” di Mika Gustafson, Premio Orizzonti per la Miglior Regia a Venezia, ambientato in un quartiere operaio di una città svedese,  il film è una dichiarazione d’amore alla sorellanza. A coloro che conoscono la tua storia e ti hanno reso ciò che sei. Un legame che è più forte di tutto il resto. Una benedizione e una maledizione allo stesso tempo. Il film parla della transitorietà del tempo e della vita. Di ricordi e riconciliazione. Mostra cosa significa essere un essere umano in quei momenti in cui l’euforia della libertà si scontra con la disperazione totale e con l’umorismo quotidiano che c’è in mezzo. Le sorelle Laura (sedici anni), Mira (dodici anni) e Steffi (sette anni) se la cavano da sole, abbandonate a se stesse da una madre assente. Con l’estate in arrivo e senza genitori, la vita è selvaggia e spensierata, vivace e anarchica. Ma quando i servizi sociali convocano un incontro, per scongiurare che le ragazze vengano date in affido e separate, Laura deve trovare qualcuno che si spacci per la loro mamma. Laura tiene segreta la minaccia che incombe su di loro, per non preoccupare le sorelle più piccole. Ma quando il momento della verità si avvicina, sorgono nuove tensioni che costringono le tre sorelle a percorrere la sottile linea che divide l’euforia della libertà totale, dalla dura realtà della crescita.

lunedì del cinema

“Se solo fossi un orso” della regista mongola Zoljargal Purevdash è uno dei film più interessanti della scorsa stagione ambientato ad Ulan Bator, inquinatissima capitale della Mongolia, anzi, più precisamente la famiglia del protagonista vive nei sobborghi fatti di iurte, le case mobili dove non ci sono riscaldamenti e infrastrutture, gli abitanti devono quindi bruciare carbone per sopravvivere al brutale inverno a
-35°C. In inverno, i metalli pesanti derivanti dall’inquinamento scorrono nel sangue di tutti i bambini che vivono a Ulan Bator. La storia di Ulzii, uno di questi ragazzini, è una storia di riscatto. Ulzii è un genio della fisica e vuole a tutti i costi vincere un concorso scientifico per guadagnare una borsa di studio. Quando sua madre trova lavoro in campagna, lascia lui e i suoi fratelli più piccoli ad affrontare da soli il rigido inverno mongolo. Ulzii dovrà accettare un lavoro rischioso per prendersi cura di tutti loro e mantenere la sua casa riscaldata. Riuscirà a non perdere quel concorso che è l’opportunità della sua vita?

A dicembre spazio al film che omaggio a Marcello Mastroianni attraverso sua figlia Chiara, “Marcello mio”  del regista francese Christophe Honoré. L’idea originale era quella di raccontare la vita quotidiana degli attori quando non lavorano su un set cinematografico. Un tempo ‘morto’ che occupa il 95% della loro vita. Ma gli attori non smettono di essere tali quando non stanno girando. È un modo molto particolare di relazionarsi con il mondo. Lasciarsi filmare ha delle conseguenze per loro anche quando la telecamera non li guarda più. Protagonista è l’attrice Chiara Mastroianni  nei suoi momenti ordinari di relativa inazione quando non sta girando. Inoltre Chiara è un’attrice singolare perché nessuno può fare a meno di pensare che la sua vita e la sua vita cinematografica siano la stessa cosa. Perché i suoi genitori, si sa, sono due glorie del cinema mondiale. Dunque Chiara, figlia di Marcello Mastroianni e Catherine Deneuve, durante un’estate particolarmente tormentata, decide di far rivivere suo padre attraverso sé stessa: si veste come lui, parla come lui, respira come lui, con una tale forza che chi le sta intorno comincia a crederci e a chiamarla “Marcello”.

lunedì del cinema

Ultimo film della prima parte di programma dei “Lunedì del Cinema” è  “C’era una volta in Bhutan”, brutta titolazione italiana dell’originale “The Monk and the Gun”. Ambientato all’inizio dell’era della svolta “moderna” di un regno antico come quello del Bhutan. Ultimo paese al mondo a connettersi a Internet, ultimo ad avere una rete televisiva, ora è pronto per il cambiamento più grande di tutti: il passaggio dalla
monarchia alla democrazia. Per insegnare alla gente a votare, le autorità organizzano una finta elezione, ma gli abitanti del posto non sembrano convinti. In viaggio nelle zone rurali del Bhutan, dove la religione è più popolare della politica, il supervisore elettorale scopre che un anziano Lama sta organizzando una misteriosa cerimonia per il giorno delle elezioni. Scrive il resista Pawo Choyning Dorji: “Il Bhutan è alla ricerca incessante di modernità, istruzione e occidentalizzazione. Molte volte, in questa ricerca, rinunciamo alla nostra cultura e alle nostre tradizioni che ci rendono così unici. Questi valori stanno scomparendo nel Bhutan urbano, e per questo sono andato nel Bhutan rurale per ritrovarli.

lunedì del cinema

In controtendenza rispetto alle recenti stagioni, sono pochi i film italiani in programmazione, oltre al film inaugurale “Holy shoes” del regista Di Capua, l’unica altra produzione made in Italy è “I dannati” di Roberto Minervini, nato nelle Marche, ma con una solida impronta filmica americana. Infatti ha conseguito nel 2004 il master in Media Studies alla New School University di New York e lì ha realizzato le sue prime produzioni in cui sono già maturi il linguaggio filmico e le tematiche che caratterizzano le sue opere successive come il lungometraggio “The passage”, ambientato in Texas, “What you
gonna do when the world’s on fire?” documentario ambientato in una comunità nera dell’america del sud. Non cambia scenario con “I dannati”, film vincitore per la miglior regia di Un Certain Regard al Festival di Cannes 2024. Il tempo è quello della guerra di Secessione, l’esercito degli Stati Uniti invia ad ovest una compagnia di volontari con il compito di perlustrare e presidiare le terre inesplorate. La missione travolge un pugno di uomini in armi, svelando loro il senso ultimo del proprio viaggio verso la frontiera.

Questa la programmazione completa:

7 ottobre – HOLY SHOES di Luigi Di Capua / Regista in sala

14 ottobre – I DANNATI di Roberto Minervini

21 ottobre – GLI INDESIDERABILI di Ladj Ly

28 ottobre – LA COLLINA DEL CINEMA

4 novembre – PARADISE IS BURNING di Mika Gustafson

11 novembre – SE SOLO FOSSI UN ORSO di Zoljargal Purevdash

18 novembre – FREMONT di Babak Jalali

25 novembre – ROSALIE di Stéphanie Di Giusto 

2 dicembre – IL MISTERO SCORRE SUL FIUME di Wei Shujun

9 dicembre – MARCELLO MIO di Christophe Honoré 

16 dicembre – UNA SPIEGAZIONE PER TUTTO di Gábor Reisz

23 dicembre – C’ERA UNA VOLTA IN BUTHAN di Pawo Choyning Dorji