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“Occidoriente” porta in teatro l’indomabile lotta della donne iraniane

7 novembre 2024 | 11:00
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A Ossuccio la compagnia dell’attrice comasca Laura Negretti in uno spettacolo teatrale di grande attualità

“Occidoriente”,  tratto da un testo del drammaturgo iraniano Hamid Ziarati e portato in scena dalla compagnia comasca Teatro in Mostra, ben rappresenta l’indomabile lotta delle donne iraniane per la libertà. Una storia personale che diventa di tutti nel momento che va a negare diritti fondamentali delle persone come la possibilità di essere felice. “Chi vuole essere felice in Iran deve trovare dei compromessi con la tradizione” dice ad un certo punto la protagonista femminile di “Occidoriente”.

Domenica 10 novembre alle ore 16, nel bell’auditorium delle scuole di Ossuccio in Tremezzina, Laura Negretti e Sacha Oliviero sono gli interpreti di “Occidoriente”, liberamente ispirato al racconto “Il manichino dietro il velo” di Sedegh Hedayat.

occidoriente laura negretti

L’Iran è un paese sorprendente forse proprio perché ricco di contraddizioni. Trovi la buoncostume che sorveglia il rispetto delle regole islamiche, che interviene se il foulard di una ragazza è troppo allentato e che da la caccia alle coppie di fidanzati che amoreggiano in pubblico, ma trovi anche la Sigheh (la pratica che consente agli uomini di avere una moglie temporanea), che tutti questi “problemi sentimentali” li sistema; con un contratto si stipula un matrimonio a tempo, per qualche mese, a volte solo per poche ore. Con la Sigheh va tutto a posto; niente adulterio da punire o rapporti prematrimoniali da castigare. L’Iran è un paese singolare e forse anche un po’ surreale. Mentre l’omosessualità è condannata con la pena di morte, i transessuali, fin dai tempi di Khomeini, sono trattati come ammalati bisognosi d’aiuto e le operazioni per il cambio di sesso sono all’ordine del giorno. Protagonista del racconto è un manichino di donna visto da un giovane iraniano in una vetrina di una città europea; simbolo dell’apparenza attraente e nel contempo repulsiva di tutto ciò che può essere inteso come “Occidente”. Poi… tre colpi di pistola… per uccidere chi?

Pur essendo stato scritto diversi anni fa, “Occidoriente” narra una storia universale; una storia d’emigrazione e d’amore, una storia di civiltà diverse, quella occidentale e quella orientale, che s’incontrano e si scontrano, una storia dove l’altro da se affascina e respinge.

occidoriente

fotografie Marco Sesana