Sofia Mancuso racconta per Ciaocomo l'opera in scena al Teatro Sociale |
Como
/
Cultura e spettacoli
/

L’ “Andrea Chénier” di Andrea Cigni ci porta nel cuore della Rivoluzione Francese

16 novembre 2024 | 13:30
Share0
L’ “Andrea Chénier” di Andrea Cigni ci porta nel cuore della Rivoluzione Francese
L’ “Andrea Chénier” di Andrea Cigni ci porta nel cuore della Rivoluzione Francese
L’ “Andrea Chénier” di Andrea Cigni ci porta nel cuore della Rivoluzione Francese

La seconda opera rappresentata sul palco del Teatro Sociale di Como in questa stagione 2024/2025 è “Andrea Chénier” composta da Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica

La seconda opera rappresentata sul palco del Teatro Sociale di Como in questa stagione 2024/2025 è “Andrea Chénier”. Composta da Umberto Giordano su libretto di Luigi Illica e rappresentata per la prima volta nel 1896 al Teatro alla Scala di Milano, ottiene un clamoroso successo e dopo averla vista è facile comprenderne il motivo.

La vicenda è ambientata nel cuore della Rivoluzione Francese, durante il Regime del Terrore, e il protagonista, Andrea Chénier, è un poeta che non si trova in linea con i valori e le modalità della rivoluzione. Due sono dunque le sfide che dovrà affrontare: sopravvivere in un clima storico che gli è ostile e dare una speranza al suo amore, quello per l’aristocratica Maddalena.  I due innamorati saranno ghigliottinati, insieme, dal regime rivoluzionario, per cui si può forse dire che spetta alla sensibilità di ciascuno spettatore scegliere se il loro amore sia effettivamente riuscito a sconfiggere le circostanze storiche avverse o meno. Questo il quadro a disposizione del team che ha realizzato il nuovo allestimento.

“Andrea Chénier” teatro sociale

La regia è affidata ad Andrea Cigni che, saggiamente, opta per un’ambientazione tradizionale, storica e anche grazie a questa riesce a comporre con maestria una serie di quadri complessi ma fluidi, sempre nuovi e cangianti, in grado di catturare anche lo spettatore meno avvezzo alle dinamiche dell’opera. In questa costruzione di atmosfere coinvolgenti e dinamiche viene efficacemente affiancato dalle scene di Dario Gessati, dai costumi di Chicca Ruocco e dalle luci di Fiammetta Baldisserri.

Rievocando alcuni dei momenti più impattanti, certamente bisognerà menzionare il primo atto, durante il quale assistiamo ad un sontuoso ballo, ospitato dai genitori di Maddalena, che viene bruscamente interrotto dall’ingresso in sala di alcune vittime del malgoverno francese, presentate emblematicamente come “la miseria”. La sensazione davanti a questa scena, per lo spettatore, è quella di un disagio strisciante per come questi “intrusi” vengono scacciati sbrigativamente e per il palese disgusto provato dai nobili al solo vederli. La scena colpisce, quasi ferisce potremmo dire, e il merito non è solo di partitura e libretto ma anche di una precisa  direzione attoriale del cast. C’è un altro scorcio del primo atto che merita di essere menzionato e che vede la danza protagonista. Una coppia di ballerini, Akos Barat e Teodora Fornari, esegue una coreografia di Isa Traversi che ci conduce in una sorta di storia all’interno della storia: l’innamoramento tra una ninfa e un fauno, che rende vivida agli occhi dello spettatore la pastorale che intanto il coro sta intonando. Così, prende vita un momento quasi astratto, fatto di delicatezza che impone di essere guardata ed è forse il solo momento in cui l’amore, in quest’opera, può trionfare compiutamente. Infine, da menzionare è la scenografia per le scene finali: ricrea una prigione cinematografica eppure essenziale che concede al dolore e all’amore dei due protagonisti lo spazio necessario per riecheggiare sino all’ultima nota.

La direzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è affidata al maestro Francesco Pasqualetti, volto più che noto al Teatro Sociale. La sua direzione ben si sposa con la fluidità che possiamo osservare sulla scena e ci permette di apprezzare una partitura estremamente varia e stimolante.

Andrea Chénier al Teatro Sociale

Il cast in scena (si fa riferimento qui allo spettacolo di venerdì 15 novembre) può vantare una notevole esperienza. Angelo Villari interpreta un Andrea Chénier potente e vigoroso, accolto da scroscianti applausi sin dal primo atto. La sua interpretazione, sia vocale che scenica, delinea un protagonista eroico e combattivo, che forse talvolta ci distoglie dal poter considerare la sua “vocazione poetica”.  Nel ruolo di Carlo Gérard, motore dell’azione, troviamo un Angelo Veccia magistrale: voce a fuoco, precisa, costruisce un personaggio dalla profondità letteraria, con cui risulta sorprendentemente facile empatizzare. Maddalena è interpretata da Maria Teresa Leva, che si muove agilmente tra i registri richiesti dal ruolo. Pregevole, anche nella dinamica, l’esecuzione di “La mamma morta”, una delle arie più note dell’opera. Piacevole il personaggio di Bersi interpretato da Shay Bloch, dalla voce e presenza scenica frizzanti e duttili.  Notevole la versatilità di Alessandra Palomba nei doppi ruoli, opposti per caratterizzazione, della Contessa di Coigny e di Madelon. Efficaci e ben inseriti nell’azione anche gli altri comprimari: Alessandro Abis, Fernando Cisneros, Marco Miglietta, Gianluca Lentini e Davide Cucchetti. Indispensabile infine il Coro Opera Lombardia nel delineare alcune tra le scene chiave, preparato da Massimo Fiocchi Malaspina.

“Andrea Chénier” teatro sociale

A seguito di questa visione, si può affermare con decisione che “Andrea Chénier” è  un’opera che ancora oggi ha qualcosa di importante da comunicare al suo pubblico. Ogni spettatore è chiamato a riflettere sul proprio ruolo all’interno della storia collettiva, ruolo che inevitabilmente si intreccia non solo con la sua storia personale e privata, ma anche con quella di lo circonda, e a volte in modi che nemmeno potremmo immaginare.

“Andrea Chénier” sarà in scena al Teatro Sociale di Como domenica 17 novembre alle ore 15:30.

Sofia Mancuso