Minotauro, la tragedia a 360° invade la platea del Sociale



venerdì 22 e sabato 23 novembre, il teatro cittadino ospita “Minotauro”, di Margherita Saltamacchia e Marzio Picchetti
La programmazione del Teatro Sociale di Como si diffonde “altrove” in tutto il teatro, occupando e reinventando tutti gli spazi e sale: venerdì 22 novembre alle 20.30 e sabato 23, alle 17 e alle 20.30, andrà in scena Minotauro, spettacolo prodotto da LaTâche21 e Teatro Sociale Bellinzona tratto dalla ballata omonima di Friedrich Dürrenmatt, diretto e interpretato da Margherita Saltamacchia, con Jess Gardolin (sua anche la coreografia) Ali Salvioni (sound designer) e Anahì Traversi, i costumi e le maschere di Ambra Schumacher. La direzione creativa e il design luci sono affidati a Marzio Picchetti.
La suggestiva cornice della platea del Teatro, svuotata dalle sue poltrone, accoglierà lo spettacolo in tutta la sua tragicità a 360°, sotto gli occhi attenti di un pubblico che sarà complice e spettatore dell’ingiustizia.
La scrittura di Dürrenmatt procede per immagini e da queste è nato lo spettacolo. Come in un’arena dell’antica Roma, il Minotauro, rinchiuso nel suo labirinto fatto di specchi luci e ombre, invita a vivere insieme a lui ogni sfaccettatura, ogni riflesso della sua storia. Fin dal suo risveglio il Minotauro danza di gioia. Si presenta una creatura innocente, come in un gioco di specchi tra narratrici e personaggi che raccontano il lento e progressivo cammino di consapevolezza del protagonista, costretto tra le pareti del labirinto che è simbolo di un percorso inevitabile della vita. Minotauro è creatura unica al mondo e duale, come tutto il genere umano del resto, ma in questa creatura la dualità è più evidente perché è anche fisica. Viene indagata la dualità nei sentimenti, nelle intenzioni, nei punti di vista diversi della stessa storia e anche nella maschera, nel corpo e nella sua fine. Minotauro non è consapevole della sua morte e nemmeno dell’inganno, a cui, impotenti, si può solo assistere. Il testo è qui tradotto magistralmente in italiano con tutta la sua musicalità da Donata Berra. La voce di Emma Görrissen, che di tanto in tanto prende parte alla rappresentazione, vuole essere veicolo di narrazione e di omaggio alla scrittura originale dell’autore svizzero.

Unico elemento scenico è una scala ispirata all’opera visionaria di Maurits Cornelis Escher e alle sue famose scale impossibili e labirintiche. Le luci riflesse nei numerosi specchi che abitano la scena restituiscono uno spazio impenetrabile e chiuso come il labirinto di Dedalo.
I costumi hanno lo scopo di scavare in un mondo interiore di ricerca dell’essere e della propria identità. Ci si allontana dall’iconografia del Minotauro come mezzo toro maschio, feroce e bestiale, per avvicinarsi ad uno sguardo più introspettivo ed umano. La composizione della parte sonora nasce dalla necessità di integrare la dualità del Minotauro, e la complessità della produzione, in un’esperienza omogenea.

Prima dello spettacolo, venerdì 22 novembre, alle 18.30, nel foyer del teatro, è in programma Aspettando… Minotauro, un incontro ad ingresso libero a cura di Accademia Pliniana con il dr. Massimiliano Mondelli e la prof.ssa Giuliana Roda che racconteranno il mito del Minotauro nella letteratura antica e moderna.
Definita la «metafora assoluta» da Károly Kerényi, la storia del Minotauro di Cnosso è uno dei miti più significativi e longevi nella storia dell’immaginario collettivo occidentale. Così denso di simboli e suggestioni universali da essere stato d’ispirazione a innumerevoli intellettuali e artisti nel corso dei millenni, da Ovidio a Dante, da Yourcenar a Borges fino a Dürrenmatt dove il labirinto si fa specchio straniante per ogni uomo disposto a riflettere sulla propria mostruosità. L’incontro beneficerà di numerose immagini fornite dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN).
Biglietti disponibili online o presso la biglietteria del Teatro
(Foto Copyright Chromophobia Studio – Lione)