Basilica di Sant’Abbondio, gli studenti del Gallio raccontano “La Buona Novella”

25 novembre 2024 | 11:30
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Basilica di Sant’Abbondio, gli studenti del Gallio raccontano “La Buona Novella”

Martedì 26 novembre, gli allievi della storica scuola comasca interpreteranno “La Buona Novella” di De Andrè e le poesie di Alda Merini

Un coro di cento bambini dai sei agli undici anni, trenta ragazzi più grandi, tra musicisti, attori e comparse: domani, martedì 26 novembre, alle 20.30, il Pontificio Collegio Gallio anticipa l’Avvento con uno spettacolo straordinario, ideato dal Maestro Isidoro Taccagni, che si terrà nella basilica romanica di Sant’Abbondio a Como e vedrà protagoniste le parole e la musica de La Buona Novella, immortale album di Fabrizio De Andrè, pubblicato nel 1970, alternate alle poesie di Alda Merini, tratte da Magnificat: Un incontro con Maria e Il canto dei Vangeli.

«Con il laboratorio teatrale (giunto al 29° anno di attività) era già capitato di portare spettacoli fuori dal Collegio, ma per il coro dei bambini si tratta di una prima assoluta. Sant’Abbondio è poi un luogo straordinario di fede e di cultura – ha spiegato il maestro Isidoro Taccagni – alcuni bambini non erano mai entrati in questa storica chiesa, così abbiamo pensato a un modo diverso per avvicinarci al Natale. Meno panettonoso, se mi consentite, dopo che lo scorso anno abbiamo rappresentato il presepe di Greccio nel cortile del Gallio».

I cantanti, che troveranno posto nell’abside di Sant’Abbondio, saranno tutti gli studenti della primaria, dalla prima alla quinta. Alcuni allievi della secondaria si occuperanno invece della lettura delle poesie, della musica (verranno portati in chiesa anche un basso e una batteria) e della rappresentazione con Maria incinta di Gesù e un angelo, gli unici due attori in costume.

la buona novella in Sant'Abbondio

Abbiamo curato molto anche la forma scenica. Lo spettacolo è stato in questi mesi argomento di studio per gli studenti – ha proseguito Taccagni – li abbiamo fatti ragionare sulla maternità di Maria. Un tema complesso. Fonte d’ispirazione è stata una poesia di Miguel De Unamuno, con la Madonna che canta la ninnananna a Gesù bambino, mentre il neonato sogna già la croce. Il nostro obiettivo è cantare e recitare a Natale senza parlare di Natale, contemplando con gli occhi di Maria le radici del grande Mistero dell’Incarnazione e il suo compimento sul Golgota. È difficile spiegare ai bambini l’Incarnazione, inspiegabile e misteriosa, convincerli a non accontentarsi di un Natale così profano come quello a cui li abituiamo. Dopo il candore di Greccio svelato in Collegio l’anno scorso, proviamo a cantare qualcosa di diverso. Si sa, le parole delle canzoni si aggrappano alla memoria e all’anima meglio di qualsiasi altra prosa o poesia. Chissà mai che si riesca a mostrare loro, in un mondo pieno di povere, squallide e tragiche natività, quanto il dono che Dio ci ha fatto per tramite di Maria sia, ancora oggi, la vera speranza dell’umanità».