la stagione lirica del teatro sociale |
Como
/
Cultura e spettacoli
/

Rigoletto tra spaccatura e ricucitura

29 novembre 2024 | 11:00
Share0
Rigoletto tra spaccatura e ricucitura
Rigoletto tra spaccatura e ricucitura
Rigoletto tra spaccatura e ricucitura
Rigoletto tra spaccatura e ricucitura
Rigoletto tra spaccatura e ricucitura
Rigoletto tra spaccatura e ricucitura

Al Teatro Sociale l’opera di Verdi nell’allestimento di Matteo Marziano Graziano che si concentra sulla “spaccatura” nella nostra società

diSofia Mancuso

Il terzo titolo di questa stagione operistica del Teatro Sociale è un vero e proprio classico: “Rigoletto”. Appartiene alla trilogia popolare di Giuseppe Verdi insieme a “Il Trovatore” e “La Traviata” ed è composto nel 1851 su libretto di Francesco Maria Piave. Il protagonista è un antieroe, il buffone Rigoletto che lavora presso la corte di Mantova e cerca disperatamente di proteggere sua figlia Gilda dai depravati cortigiani. Non solo non ci riuscirà, ma addirittura sarà il suo stesso comportamento a creare le condizioni perché si verifichi il tragico epilogo, in cui sarà proprio sua figlia a perdere la vita. Una maledizione è quella che lo segue in effetti e che riceve dal Conte di Monterone all’inizio dell’opera.

rigoletto al teatro sociale

La regia per questo nuovo allestimento è di Matteo Marziano Graziano, che intende far emergere sulla scena tematiche come la disabilità e la coscienza corporea, a partire dallo stesso Rigoletto che proprio a causa della sua malformazione si trova relegato ai margini della società, costretto a barattare la sua dignità con un lavoro da buffone. Ciò che vediamo avvicendarsi sul palco è dunque, molto semplicemente, l’umanità: persone con caratteristiche diverse, abilità diverse e corpi diversi. Proprio nel primo atto abbiamo la possibilità di osservare come ogni personaggio, con la sua individualità, si muova in una scenografia “spaccata” (le scene sono di Francesca Sgariboldi), anche concretamente, che si presta a scomporsi e ricomporsi. In questa dimensione frammentata si inseriscono anche i costumi di Laurent Pellisier, realizzati con materiali riciclati. Un’altra scena da citare poiché può suscitare riflessioni è quella relativa all’esecuzione dell’aria “La donna è mobile”, in cui sfilano alcune donne in completo intimo: una sorta di parafrasi visiva di ciò che il Duca sta cantando e di cui è fermamente convinto.

La direzione dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali è affidata ad Alessandro D’Agostini, che sin dall’ouverture ci conduce con decisione in una partitura tutta da scoprire, attraverso sfumature sempre ben calibrate e centrate soprattutto sui toni scuri, proprio come richiede quest’opera.

rigoletto al teatro sociale

Per quanto riguarda il cast, Giuseppe Altomare è un Rigoletto che entra sempre più in parte man mano che l’opera prosegue e il suo destino si fa sempre più pesante, schiacciandolo sotto il peso della maledizione, proprio come un personaggio tragico. Accompagna la caratterizzazione del personaggio con una voce potente ed efficace anche nei sussurrati e nei parlati. Il Duca di Mantova è Paride Cataldo, un tenore dalla voce sfrontata, diretta e calda. Pregevole l’esecuzione di “La donna è mobile”: precisa, caratterialmente in parte e senza eccessi. A interpretare Gilda è la comasca Bianca Tognocchi, dalla voce delicata e resistente. Affronta con agio gli acuti richiesti dalla parte e senza mai privare di emozione e profondità il suo personaggio. Maddalena è interpretata da Victoria Pitts, che emerge con voce avvolgente nel quartetto “Bella figlia dell’amore”. Molto bene lo Sparafucile di Mattia Denti, perfettamente in parte, affianca a un buon personaggio una timbrica perfetta per il ruolo. Duttile Lara Rotili, nel doppio ruolo di Giovanna/Contessa di Ceprano. Efficaci anche Baopeng Wang nel ruolo del Conte di Monterone e i comprimari Lorenzo Liberali, Raffaele Feo, Graziano Dallavalle, Federica Cassetti e Marco Tomasoni. Il Coro OperaLombardia, con la direzione di Diego Maccagnola, risulta fondamentale in molte scene, con un suono molto a fuoco.

rigoletto al teatro sociale

L’idea alla base dell’allestimento di questo “Rigoletto” si focalizza sul concetto di “spaccatura”, quella presente nella società dell’opera e anche nella nostra, quella che tende a operare distinzioni tra chi è adeguato alla presunta norma e chi invece non lo è, anche solo involontariamente. Un’altra prospettiva può forse individuare in questo allestimento un “Rigoletto” della “ricucitura”, poiché riunisce sul palco l’umanità in tutte le sue articolate possibilità d’essere e di apparire.

“Rigoletto” sarà in scena al Teatro Sociale di Como sabato 30 novembre alle ore 20:00.

rigoletto al teatro sociale