“L’ordine del Caos: architettura dei suoni” – Un viaggio sensoriale unico al Carducci

3 dicembre 2024 | 14:30
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“L’ordine del Caos: architettura dei suoni” – Un viaggio sensoriale unico al Carducci

L’evento in programma il 6 dicembre alla Sala dei Nobel dell’Associazione Carducci di Como, offre un’esperienza immersiva

La Sala dei Nobel dell’Associazione Carducci di Como si prepara ad accogliere, venerdì 6 dicembre alle ore 20:30, un evento straordinario dal titolo “L’ordine del Caos: architettura dei suoni”. Protagonisti saranno Roberto Borghi, critico e storico dell’arte, e Stefano Fumagalli, compositore e interprete, che guideranno il pubblico in un’esperienza immersiva unica, dove musica e architettura si fondono e si trasformano.

l'ordine del caos  carducci

L’evento promette un viaggio multisensoriale, sfidando i confini tra arti e discipline. Attraverso una narrazione critica intrecciata all’improvvisazione musicale ed elettronica, verranno esplorati i linguaggi sperimentali del Novecento: dalle sonorità del “Ritratto di Città” di Berio e Maderna, alle geografie acustiche di Hildegard Westerkamp; dai paesaggi armonici della Casa sulla Cascata di Frank Lloyd Wright, al celebre “Poème Électronique” di Varèse nel Padiglione Philips di Le Corbusier.

Sul piano percettivo analogie tra musica ed architettura si devono alla propensione sinestetica della mente umana. Persino nel linguaggio si ricorre spesso alla sinestesia, ad esempio si parla di “architettura musicale” per un brano o di “ritmi spaziali” per un’architettura. Alcuni architetti visionari hanno perseguito l’idea di costruzioni sonore. Quando Frank Lloyd Wright progettò Fallingwater negli anni ’30, volle restituire ai committenti e futuri abitanti tutta la valenza acustica e musicale del torrente su cui la casa sarebbe sorta. Tornando dal primo sopralluogo alla cascata egli infatti riferì «La visita alla cascata nei boschi mi è rimasta impressa e nella mia mente ha preso vagamente forma un’abitazione
adatta alla musica del torrente.». La strategia compositiva di Wright, tesa a riprodurre il suono  si traduce in una casa-macchina da suonare, di cui è il torrente stesso è fonte sonora ed esecutore: l’edificio, attraverso
un taglio sul pavimento che scende fino a pelo d’acqua, espande dentro di sé il ciclo costante del suono acquatico.

Il percorso proposto da Borghi e Fumagalli al Carducci, culminerà nell’universo del “Prometeo” di Luigi Nono per cui Renzo Piano progetto una struttura smontabile in legno, pensata come un gigantesco strumento musicale, e nel “Piano” di John Cage, dissolvendo i confini tra udibile e visibile, tra costruzione e composizione. Un’opportunità unica per riscoprire come il caos possa trasformarsi in armonia e l’arte possa ridefinire la percezione degli spazi e dei suoni.

I posti sono limitati per questa occasione unica di assistere a un evento che coniuga cultura, sperimentazione e coinvolgimento sensoriale totale.

l'ordine del caos  carducci

Info e prenotazioni:amicidelcarducci@gmail.com

Stefano Fumagalli, nato a Lecco nel 1983, è musicista e un artista multimediale che coniuga creatività e innovazione tecnologica. La sua formazione ibrida – tra musica strumentale, composizione contemporanea ed elettronica, informatica e comunicazione – definisce un profilo artistico sperimentale e interdisciplinare.
Dal 2004, Fumagalli sviluppa un percorso professionale che intreccia arte contemporanea, sperimentazione sonora e tecnologia. Si distingue come designer di sistemi multimediali interattivi e dal 2016 è ricercatore in progetti internazionali all’intersezione tra arte e benessere sociale.
La sua produzione artistica esplora i confini tra linguaggi musicali diversi: dalla world music all’elettroacustica, dal cantautorato sociale alla performance transmediale. Un approccio che trasforma il suono in un medium per indagare relazioni sociali e umane

Roberto Borghi, è nato a Como nel 1972. Si occupa di arti – all’incirca di tutte, ma in particolare di teatro e pittura – scrivendone per quotidiani e riviste, organizzando mostre e convegni. Alla definizione di “curatore”, che ritiene abbia un sapore ospedaliero, preferisce di gran lunga quella di “critico”, poiché pensa che la vera sfida consista nel fornire un criterio con cui leggere i fenomeni artistici.