A Chiasso “L’avaro immaginario”, un Moliere in viaggio con Enzo Decaro

“L’avaro immaginario” racconta di un viaggio: verso Molière, da Napoli a Parigi, ma anche un viaggio nella vita. Giovedì 19 dicembre farà tappa anche al Cinema Teatro di Chiasso, dove saliremo tutti a bordo di un carretto di legno capace di celare in sé l’eterna bellezza del teatro.
Sette quadri, un prologo e un epilogo, “L’avaro immaginario” per la regia di Enzo Decaro, e da lui interpretato con Nunzia Schiano, giovedì 19 dicembre farà tappa al Cinema Teatro di Chiasso, dove, a bordo di un carretto di legno si parte per un viaggio
È un viaggio nel teatro, quello di Molière in primo luogo, ma non soltanto… È anche un viaggio nel tempo, quello del Seicento, un secolo pieno di guerre, epidemie, grandi tragedie ma anche di profonde intuizioni e illuminazioni che non riguardano solo quel tempo. Ed è anche il viaggio, reale e immaginario, di Oreste Bruno e la sua Compagnia di famiglia, quella dei Fratelli dè Bruno da Nola (discendenti del grande filosofo Giordano Bruno), una vera “carretta dei comici” viaggiante, tanto cara sia a Peppino che a Luigi De Filippo.
È il viaggio verso Parigi, verso il teatro, verso Molière, ma anche una fuga dalla peste, da una terribile epidemia che ha costretto i Nostri a cimentarsi in un avventuroso viaggio verso un sogno, una speranza o solo la salvezza. Lungo il percorso, quando “la Compagnia” arriva nei pressi di un centro abitato, di un mercato o di un assembramento di persone, ecco che il “carretto viaggiante” diventa palcoscenico e “si fa il Teatro”.
E col “teatro” si riesce anche a mangiare, quasi sempre. Infatti, grazie agli stratagemmi di tutti i componenti della famiglia teatrale si rimedia il pasto quotidiano o qualche misera offerta in monete o, più spesso, qualche pezzo di animale, già cucinato, offerto come compenso della esibizione sul palco-carretto, manco a dirlo, delle opere di Molière (L’Avaro e il Malato Immaginario sono “i cavalli di battaglia” di cui vengono proposti i momenti salienti, opportunamente adattati al luogo e agli astanti). Gli incontri durante il viaggio, sorprendenti ma non tutti piacevoli, l’avvicinamento anche fisico a Parigi, al teatro di Molière, la “corrispondenza” che il capocomico invia quotidianamente all’illustre “collega”, la forte connessione tra il mondo culturale e teatrale della Napoli di quel tempo e quella francese (con Pulcinella che diventa Scaramouche), di Molière ma forse ancor più di Corneille (che si celerebbe sotto mentite spoglie dietro alcune delle sue opere maggiori), la pesante eredità del pensiero di uno zio prete di Oreste Bruno, Filippo detto poi Giordano, scomparso da alcuni decenni ma di cui per fortuna non si ricorda più nessuno, e la morte in scena dello stesso Molière poco prima del loro arrivo a Parigi: tutto questo renderà davvero unico il viaggio di tutta la “Compagnia di famiglia”, commedianti d’arte ma soprattutto persone “umane”, proprio come la grande commedia del teatro, dove “tutto è finto, ma niente è falso”.

“Il progetto – scrive Decaro – nasce soprattutto da una curiosità ‘artistica’, a sua volta originata dalla constatazione che, a un certo punto della loro carriera, i De Filippo (Peppino e Luigi in particolare) hanno sentito l’esigenza di confrontarsi con il teatro di Molière e il suo genio innovativo, rimasto forse nel suo genere ancor oggi ineguagliato e vivissimo. A riprova, il fatto che, dopo oltre quattro secoli, in occasione della recente ricorrenza del quarto centenario dalla nascita, si son tenute ovunque celebrazioni, studi e ricerche dedicate al suo teatro e alla sua mai tramontata “comédie humaine”. In particolare, L’ Avaro e Il Malato immaginario sono stati i due titoli a cui, una generazione dopo l’altra, i De Filippo, padre e figlio, hanno dedicato seppur con differenti approcci la loro attenzione, sia teatrale che umana, dal momento che per entrambi, come del resto per Molière, il confine tra la rappresentazione teatrale e la vita come teatro, anche vissuto nella realtà quotidiana, è stato davvero sottile”.
Lo spettacolo proposto dal Cinema Teatro è reso possibile grazie al Dicastero Attività culturali del Comune di Chiasso, con il sostegno della Repubblica e Cantone Ticino-Fondo Swisslos e di AGE SA. Si ringrazia l’Associazione Amici del Cinema Teatro.
giovedì 19 dicembre ore 20.30
Cinema Teatro Chiasso
Enzo Decaro in
L’avaro immaginario
di Enzo Decaro
con Nunzia Schiano
e con Luigi Bignone, Carlo Di Maio,
Roberto Fiorentino, Massimo Pagano, Fabiana Russo,
Ingrid Sansone della Compagnia Luigi De Filippo
regia di Enzo Decaro
musiche Nino Rota (da Le Molière Immaginarie)
musiche di scena ispirate a villanelle e canzoni popolari del ‘600 napoletano
scene Luigi Ferrigno
costumi Ilaria Carannante
disegno luci Luigi Della Monica
assistente alla regia Roberto Fiorentino
produzione I Due della Città del Sole
BIGLIETTI E PREVENDITA
Prima categoria CHF/Euro 38.-
Seconda categoria CHF/Euro 30.-
Terza categoria CHF/Euro 25.-
Quarta categoria CHF/Euro 20.-
È possibile acquistare i biglietti su www.ticketcorner.ch
La biglietteria del Cinema Teatro è aperta da mercoledì a venerdì dalle ore 17.00 alle 19.30, il sabato dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 17.00 alle 19.30.
Tel.: +041 (0)58 122 42 78 – e-mail: cassa.teatro@chiasso.ch
foto © Guglielmo Verrienti