Lunedì del Cinema: la prima parte della rassegna chiude con “C’era una volta in Bhutan”




I Lunedì del Cinema allo Spazio Gloria, la rassegna di film di qualità proposti dal Circolo Arci Xanadù
La prima parte della rassegna dei film di qualità Lunedì del Cinema si chiude con un viaggio verso una terra misteriosa e fuori dal mondo, il Regno del Buthan. O meglio fuori dal mondo fino a quando la modernizzazione è arrivata anche in questo remoto angolo dell’Asia.
L’arrivo della modernità, l’importanza delle tradizioni, una cinematografia giovane e in pieno fermento: sono gli elementi intra ed extra che caratterizzano “C’era una volta in Bhutan”, secondo lungometraggio di Pawo Choyning Dorji dopo il successo dell’esordio Lunana – Il villaggio alla fine del mondo, arrivato fino a Hollywood e alla nomination agli Oscar per il miglior film internazionale.
2006, il Bhutan è l’ultimo paese al mondo a connettersi a Internet e alla televisione, e ora è la volta del cambiamento più grande di tutti: il passaggio dalla monarchia alla democrazia. il monarca del Bhutan decide di abdicare e di indire a breve elezioni democratiche. In tutto il Paese vengono messe in piedi una serie di simulazioni tese ad insegnare il meccanismo del voto, con tre partiti/fazioni principali: il giallo, il colore del re/la volontà di conservazione, il rosso, il centro a-ideologico/lo sviluppo industriale, e il blu, il progressismo/libertà ed uguaglianza per tutti. Quest’ultima fazione ha come leader il politico che appare, e viene spesso descritto, come il più laido e affarista del lotto, a palese dimostrazione che è proprio la tanto vituperata ambiguità una delle caratteristiche che un’elezione porta con sé. In viaggio nelle zone rurali del Bhutan, dove la religione è più popolare della politica, il supervisore elettorale scopre che un anziano Lama sta organizzando una misteriosa cerimonia per il giorno delle elezioni.
“C’era una volta in Bhutan” è semplice e sembra scritto per risuonare più forte fuori dai suoi confini territoriali; nei paesi come il nostro, dove l’esercizio del voto porta con sé un senso di impotenza senza precedenti e dove l’esercizio del potere attribuito al popolo è però anche un diritto dato per assodato.
Lo spaesamento dei bhutanesi, la loro incapacità a comprendere non solo come si vota, ma anche perché si vota, è il cuore dell’opera. La democrazia porta delle tensioni a cui non sono abituati. Il dibattito pubblico sembra loro un’azione violenta non necessaria. Impareranno la sua nobiltà? La maggioranza vorrebbe delegare ancora al Re tutto questo e continuare a occuparsi solo del proprio nucleo ristretto.
Poi c’è la televisione, che attira intorno a sé il popolo e potrebbe essere uno strumento di aiuto all’apertura verso il mondo. Al regista però non interessa mostrare il lieto fine, bensì quanto il voto sia un “rito” difficile da eseguire, da vivere e da ottenere.
Sono rari i film così solari e semplici. Vedendolo, sembra ribadire qualcosa che sappiamo già. Il messaggio per gli occidentali è: teniamo strette le belle conquiste della civiltà. Allora perché, mentre si guardano le origini di una democrazia ritardataria, tutto questo non ci sembra per nulla scontato?
Spazio Gloria via Varesina – Como
Lunedì 23 dicembre
C’ERA UNA VOLTA IN BUTHAN di Pawo Choyning Dorji
con Tandin Wangchuk, Kelsang Choejey, Deki Lhamo, Pema Zengpo Sherpa, Tandin Sonam, Harry Einhorn
Buthan, Taiwan,Francia, USA 2023, durata 107 minuti
Inizio film ore 21
Ingresso intero € 8, ridotto € 6 (under 20, over 65 e disabili)
Le proiezioni sono riservate ai soci Arci
Prevendita online
Spazio Gloria via Varesina 72 – Como
whatsapp +39 351 6948307
Info: www.spaziogloria.com