“Salviamo l’Associazione Carducci”, la petizione lanciata da Natalia Prada Veronesi supera le 21 mila firme.

La pediatra comasca di 102 anni ha invitato a firmare, attraverso la piattaforma Change.org , per far si che l’associazione Carducci possa rimanere nella sede di Viale Cavallotti
Ha superato le 21 mila firme la petizione lanciata sulla piattaforma online Change.org per salvare la sede della storica associazione culturale Giosuè Carducci. A promuovere l’appello online che ha raccolto migliaia di sottoscrizioni in tutta Italia Natalia Prada Veronesi, pediatra di 102 anni con suo figlio Giovanni, da sempre impegnata nella difesa della cultura.
“Tante persone illustri, uomini di cultura, scrittori e artisti, laici e cardinali, sono passati per questo centro per insegnare e condividere pensieri e idee. Ora – spiega la dottoressa Prada Veronesi – una vertenza legale contrappone l’Associazione all’Amministrazione Comunale che vorrebbe dedicare una parte dell’edificio ad altri scopi”.
L’associazione Carducci, nata nel lontano 1903, aveva come missione quella di supportare l’azione dello Stato nella diffusione della cultura tra i ceti meno abbienti con corsi tecnici, conferenze, concerti e incontri. “Oggi, mutate le condizioni sociali di acculturamento, l’Associazione Carducci si propone di offrire al più vasto pubblico possibile, ai giovani, ai meno giovani, alla terza età sempre più numerosa, un approfondimento culturale, ripercorrendo il solco della sua tradizione: teatro, musica e concerti, corsi di pittura, scultura, incisione, conferenze e viaggi culturali. Ora – si legge nella petizione – una vertenza legale contrappone l’Associazione all’Amministrazione Comunale che vorrebbe dedicare una parte dell’edificio ad altri scopi”.
Per scongiurare questa possibilità e permettere all’Associazione di continuare la sua azione, Natalia Prada Veronesi si è impegnata in prima persona. “Ho passato molti pomeriggi nella sede dell’Associazione per seguire conferenze e discussioni. In particolare – aggiunge la pediatra . ricordo un bellissimo corso su Dante, tenuto da un professore universitario, con una folta platea di giovani, di studenti e di persone più o meno mature, di ogni ceto e cultura. Ricordo discussioni appassionate ma non violente, minacciose o volgari, come purtroppo ci capita di sentire oggi sulla stampa, sui social e nelle diverse riunioni”.
Ora saranno i giudici a pronunciarsi sulla vicenda. Comunque l’impegno di migliaia di cittadini per permettere all’Associazione la possibilità di continuare ad operare nella sua sede storica non si ferma.