“Santi e dannati” tra teatro e letteratura con Maria Concetta Gravagno e Stafano Dragone

Secondo il proverbio “scherza con i fanti, ma lascia stare i santi”, chi ha vissuto una vità di virtù conquistando il paradiso non può essere oggetto di scherno. Ma questa sera a Cavallasca qualche scherzetto sui santi potrebbe capitare, seppur nel massimo rispetto
Santi e dannati, gli estremi nella tradizione cristiana. I santi sono coloro che hanno vissuto una vita di virtù e sono stati accolti in paradiso, mentre i dannati, a causa dei loro peccati, sono destinati all’inferno. Vero è che numerosi santi hanno avuto un passato segnato dal peccato prima di convertirsi. Ad esempio, Sant’Agostino condusse una vita dissoluta prima di abbracciare la fede cristiana. Un po’ più difficile l’opposto, tuttavia, nella storia si trovano figure che inizialmente furono celebrate per la loro santità o reputazione di virtù e in seguito rivelarono aspetti controversi o peccaminosi della loro vita: Savonarola, frate francescano, fu considerato da molti un profeta e una guida spirituale finchè venne scomunicato dalla Chiesa cattolica, accusato di eresia e giustiziato, la sua figura è tuttora dibattuta tra chi lo considera un santo mancato e chi lo vede come un fanatico.
Ma non sarà un incontro a sfondo teologico quello di stasera a Villa Imbonati di Cavallasca seppur, un venerdì al mese, si celebra un rito, il rito dello stare insieme in allegria. Ad officiare gli attori Maria Concetta Gravagno e Stefano Dragone. E c’è anche la musica dei Maestri Roberto Quadroni e Paolo Camporini, ma niente salmi sacri seppur il tema della serata è “Santi e dananti”.
Questo tema è stato spesso esplorato nella letteratura e nell’arte, dove il contrasto tra apparenza di santità e peccato segreto diventa simbolo della complessità dell’animo umano. Come sempre tocca ai due animatori “saltimbeccare” tra teatro e letteratura, tra alto e basso, profondo e lieve con lo scopo di interessare e, soprattutto, divertire la platea che ha già dimostrato, nella scorsa stagione, di apprezzare questo intrattenimento senza palco e scenografie, ma con due bravissimi attori sostenuti da un sax e una chitarra.
L’appuntamento è alle ore 21, l’ingresso ad offera libera, per vedere un po’ come Concetta e Stefano si addentreranno nel labile confine tra la santità e la dannazione. Su questa linea sottile che separa il paradiso dall’inferno si incontreranno testi di Edgar Alan Poe, Bram Stoker, autore di quel capolavoro gotico che ha definito l’archetipo letterario del vampiro, ovvero la rappresentazione degli aspetti più trasgressivi della società convenzionale del tempo, l’essere che agisce spinto da impulsi proibiti, immorali e irrazionali, dunque destinati alla dannazione. Ma, come detto, il confine è labile e dietro “Dracula”, Stoker rivolge un’appassionata esortazione rivolta agli uomini perché non perdano il senso del Trascendente finché sono in vita, così da evitare che esso possa sorprenderli da morti, in modo orribile e spaventoso.
E ci sarà spazio anche per Trilussa, il poeta che piaceva ai Papi (giusto per restare in tema), ma che aveva quel po’ di cinismo per scherzare anche sulla morte al rogo di Giordano Bruno che, con il suo libero pensiero, voleva rinnovare la Chiesa e invece si trovò arso dalle fiamme in Campo de’ Fiori. Il sonetto in romanesco dice così:
Fece la fine dell’abbacchio ar forno
Perchè credeva ar libbero pensiero,
Perchè se un prete je diceva: – È vero
Lui risponneva: – Nun è vero un corno!
Co’ quell’idee, s’intenne, l’abbruciorno
Per via ch’er Papa allora era severo:
Mannava le scommuniche davero
E er boja stava all’ordine der giorno.
Adesso… so’ antri tempi! Co’ l’affare
Ch’er libbero pensiero sta a cavallo
Nessuno po’ fa’ più quer che je pare:
In oggi co’ lo spirito moderno
Se a un Papa je criccasse d’abbruciallo
S’accorderebbe prima cor Governo…
Stefano Dragone, Maria Concetta Gravagno racconteranno questo ed altro a Villa Imbonati in una cavalcata di musica e parole tra racconti diabolici e risate dissacranti. Per l’occasione ci sarà anche una special guest: Paola Polifrone, attrice e performer italiana ha iniziato la sua formazione teatrale presso la scuola del Teatro Fraschini e successivamente ha frequentato l’Accademia CTA di Milano, approfondendo vari metodi di ricerca teatrale, tra cui quelli di Vasil’ev e Suzuki. Parallelamente, ha conseguito una laurea in Scienze Pedagogiche all’Università Bicocca, pubblicando in seguito un saggio in questo ambito. Nel corso della sua carriera, Paola ha collaborato con registi di rilievo, ma anche scritto ed interpretato spettacoli propri
