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Ispirato a Bergman “Scene da un matrimonio” porta sul palco la relazione di coppia

15 gennaio 2025 | 17:37
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Ispirato a Bergman “Scene da un matrimonio” porta sul palco la relazione di coppia
Scene da un matrimonio regia R.T.Vogel foto di Luca Condorelli

Ispirata al celebre capolavoro di Ingmar Bergman, arriva al Giuditta Pasta la storia d’amore di una coppia che cerca un modo per rimanere unita. È l’anatomia di una crisi matrimoniale che si trasforma, nel confronto con l’altro, in una radiografia del sé.

Fausto Cabra e Sara Lazzaro sono marito e moglie, solo sul palcoscenico del Teatro Giuditta Pasta di Saronno domani sera, gioved 16 gennaio ore 20.45, per “Scene da un matrimonio”. Lo spettacolo trae ispirazione dal celebre capolavoro di Ingmar Bergman, proposto come miniserie televisiva cinquant’anni fa successivamente trasformata in lungometraggio. Un’opera capace di lasciare un segno indelebile, non solo nella storia del cinema.

“Scene da un matrimonio” per la regia di Raphael Tobia Vogel, è la storia di Giovanni e Marianna, una coppia che cerca un modo per rimanere unita e apparire felice, pur vivendo un rapporto segnato da crepe e insoddisfazioni, rabbia, risentimento e tensioni accumulati negli anni. La piecè, adattata per il teatro da Alessandro D’Alatri, esplora temi universali quali il matrimonio, la famiglia borghese e le convenzioni sociali, e sottolinea il peso delle maschere che impediscono la vera conoscenza e una relazione autentica.

Solo due attori in scena: Sara Lazzaro, formatasi al Drama Centre di Londra, è volto noto al grande pubblico televisivo per la sua partecipazione a DOC e “The Young Pope”. È stata diretta in cinema tra gli altri da Andrea Segre e Paolo Virzì e in teatro da registi come Giorgio Sangati, Marco Tullio Giordana e Cristina Comencini. Fausto Cabra è un pluripremiato attore e regista tra i più apprezzati e preparati della sua generazione. È stato tra i protagonisti di “Lehman Trilogy” di Luca Ronconi e ha al suo attivo importanti esperienze teatrali con grandi direttori da Declan Donnellan a Carlo Cecchi, da Mario Martone a Valerio Binasco.

La capacità del regista Raphael Tobia Vogel di perlustrare la natura dei sentimenti nelle relazioni di coppia e familiari, emerge già chiaramente nei suoi lavori precedenti (Per strada, Buon anno ragazzi, Mutuo soccorso, di Francesco Brandi e Marjorie Prime, di Jordan Harrison). Ma è soprattutto nella sua ultima regia Costellazioni di Nick Payne, che Vogel – come ha riconosciuto il pubblico e sentenziato la critica – fa un salto di maturità e sensibilità registica, raccontando con una limpidezza esemplare la geometria dei sentimenti della coppia protagonista del testo.

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Giovanni e Marianna sono sposati da dieci anni, hanno due figlie piccole e una vita apparentemente ideale. Si avvertono solo delle piccole crepe nell’adempiere alle pesanti responsabilità sociali e familiari che la vita borghese impone loro. Desiderano rompere quella gabbia di doveri e di obblighi imposti dalla società. Malgrado la loro età adulta ci appaiono come due bambini. E come tali, finiranno per scagliarsi uno contro l’altra. Troppi il risentimento e l’odio coltivati negli anni, ma tenuti ben nascosti. Il loro amore però, seppur imperfetto, violento, fatto anche di dipendenza e patologia, non muore mai del tutto: anche quando il tumulto della passione e quello della vendetta saranno tramontati, Giovanni e Marianna non riusciranno mai a stare l’uno senza l’altra. E una volta superati e abbandonati i concetti di matrimonio e di famiglia, torneranno a un affetto più dolce, docile ma anche più profondo. Si saranno fatti la guerra, ne saranno usciti entrambi sconfitti e potranno finalmente deporre le armi.

Ma la vera guerra avviene dentro loro stessi: i nostri protagonisti si scontrano con un profondo senso di vuoto e di confusione nel non riuscire ad afferrare il senso della loro vita. Si annoiano a vivere la monotonia della ripetizione. Qualcosa è morto in loro quando la quotidianità ha preso il sopravvento sulla sorpresa. Trovano nell’altro quegli stessi demoni che vorrebbero annientare in loro stessi.

Dopo una vita intera con addosso maschere, una  vita passata a “nascondere la spazzatura sotto il  tappeto”, i loro spiriti devastatori emergono portando tanto dolore, ma finalmente anche verità.  Osserviamo da vicino e ininterrottamente il dimenarsi di due esseri umani complessi e contraddittori, come fossero sotto una gigantesca lente di ingrandimento che mette a fuoco ciò che è più doloroso. Bergman ci dice che la vita dei sentimenti è così complicata che, forse, solo attraverso le lenti della finzione riusciamo a vedere tutto ciò che nella nostra vita quotidiana fa troppo male e a volte non vogliamo vedere. Vorrei che questo spettacolo fosse anche un campanello di allarme per tutti noi. Soprattutto in una epoca in cui l’evasione dai problemi, l’autodistruzione e, in particolare, la violenza coniugale sono tristemente molto attuali.

“Vorrei che il pubblico sentisse di essere seduto in prima fila a testimoniare segretamente, a sbirciare dentro l’intimità di questa coppia e di questa casa che, peraltro, è come una sorta di terzo personaggio – scrive il regista – Per questo ho voluto una scena che trasmettesse una sensazione di claustrofobia, simile a quella vissuta dai personaggi. Come i nostri due protagonisti, anche la casa vive una trasformazione nel tempo. Al principio contemporanea, claustrofobica, specifica e piena di oggetti, progressivamente subirà uno sventramento che la porterà a essere senza tempo, ariosa e universale. Una sorta di casa delle memorie e dei ricordi, piena di ferite e detriti del loro rapporto”

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giovedì 16 gennaio  ore 20.45
TEATRO GIUDITTA PASTA

SCENE DA UN MATRIMONIO
di Ingmar Bergman

traduzione Piero Monaci
con Fausto Cabra e Sara Lazzaro
regia Raphael Tobia Vogel

scene Nicolas Bovey
luci Oscar Frosio musica Matteo Ceccarini
costumi Nicoletta Ceccolini
contenuti video Luca Condorelli
adattamento teatrale Alessandro D’Alatri

In accordo con Arcadia & Ricono Ltd
per gentile concessione di Joseph Weinberger Limited, Londra,
per conto della Ingmar Bergman Foundation
© Josef Weinberger Ltd, www.josef-weinberger.com

biglietti
da 9 a 28 euro in vendita QUI

foto LucaCondorelli