Arte: Miniartextil 33 continua il suo viaggio di arte e preghiera
Inaugurata il 7 dicembre scorso, la mostra di arte contemporanea si concluderà il 9 febbraio 2025, poche ancora le settimane per visitarla
“Fermiamoci” è l’invito arrivato da Miniartextil che, nella sua 33esima edizione, vede il prezioso contributo di centotrenta artisti provenienti da ventisette nazioni, per raccontare un’arte che permetta di trovare il tempo per avvicinarci alla preghiera e alla dimensione spirituale che, nella frenesia quotidiana, viene di solito trascurata.
Oggi siamo con il curatore dell’esposizione e presidente di Arte&Arte Mimmo Totaro proprio per fermarci un attimo e fare qualche riflessione sulla mostra “L’arte come preghiera”.
Nell’intervista Totaro racconta della presenza costante di visitatori che, anno dopo anno, popolano con entusiasmo questo appuntamento che è ormai diventato un punto di riferimento internazionale.
In questi 33 anni di Miniartextil, racconta Totaro, l’aspetto fondamentale è stato riuscire a trasformare opere che, inizialmente, erano di alto artigianato, in opere d’arte vere e proprie. Al punto che, oggi, ritroviamo l’arte tessile in manifestazioni internazionali importantissime come la Biennale di Venezia. La ricerca si è aperta anche tra i giovani artisti, che hanno cominciato a utilizzare le tecniche tessili come modalità per esprimere il loro talento.
In questa edizione, continua il presidente, sono probabilmente più importanti gli artisti delle opere: l’arte come preghiera, infatti, vuole sottolineare maggiormente il rito del mettersi davanti ai materiali da utilizzare, l’estraniarsi completamente dal mondo, il cercare emozioni che vengano trasmesse al prossimo. In uno luogo come questo, negli antichi spazi di San Pietro in Atrio, l’effetto che si ottiene è un immediato dialogo fra le opere piccole e quelle di maggiori dimensioni poste nelle navate laterali. Questa è una marcia in più che ha la mostra, in grado di valorizzare il lavoro di ciascun artista. Da qui l’importanza dell’elemento spazio, dove l’opera d’arte comunica attraverso più dimensioni.

Per poter utilizzare una maggiore superficie espositiva, Miniartextil 33 si sviluppa attraverso tre location che consentono un percorso davvero interessante e completo: San Pietro in Atrio, con 54 Minitessili situati nel centro dello spazio espositivo, selezionati dalla giuria composta dalla presidente Giulia Civelli, Sergio Gaddi e Kimiyasu Kato mentre, nelle navate laterali, nove installazioni di grandi dimensioni; lo Spazio Natta, dove trova la sua sede naturale una Mostra/Installazione di due giovani artisti residenti in Svizzera e negli Stati Uniti: DuoX Valeria Melodia Boisco (Ch) e Tyrone Brown-Osborne (Usa), “Something about Mothers and Daughters. Qualcosa su Madri e Figlie”; la Basilica di San Fedele, dove sono esposte otto fotografie di particolari della chiesa stessa del comasco Carlo Pozzoni, scatti che rappresentano la continuazione del suo percorso artistico iniziato con il volume Cattedrale di luce, dedicato al Duomo di Como.
Miniartextil sta diventando importante per l’utilizzo dei materiali e per l’utilizzo della manualità nell’arte, conclude Mimmo Totaro, aspetti che stavamo purtroppo perdendo a favore di tablet e supporti informatici; qui ogni opera consta di una tecnica personale e una varietà di risultati davvero notevoli.Di seguito le indicazioni della mostra, visitabile fino al 9 febbraio.
Luoghi: San Pietro in Atrio, via Odescalchi, 3; Spazio Natta, via Natta 18; Basilica di San Fedele, piazza San Fedele.
Orari: da martedì a domenica 11 – 19; lunedì chiuso.
Biglietti: intero 7 euro
foto Carlo Pozzoni