In consiglio regionale passa il “Piano Cave” della provincia di Como ed è subito polemica: Pd all’attacco

21 gennaio 2025 | 18:27
Share0
In consiglio regionale passa il “Piano Cave” della provincia di Como ed è subito polemica: Pd all’attacco

E’ stato approvato oggi in consiglio regionale a Milano il nuovo Piano Cave della provincia di Como, che prevede otto ambiti estrattivi (sette per il settore merceologico “sabbia e ghiaia” e una a Faggeto Lario per il settore merceologico “pietre ornamentali”) e due cave di recupero, rispettivamente a Porlezza (Località Prà Rotondo Garovo) e a Casnate con Bernate in località Rosales.
Il Piano, che avrà durata quinquennale, individua un fabbisogno complessivo di inerti pari a 3 milioni e 405mila metri cubi, suddiviso nei diversi comparti presi in considerazione (attività edilizia residenziale e non residenziale, manutenzione infrastrutture stradali esistenti, grandi opere pubbliche, attività produttive legate a peculiarità locali, esportazione extra provinciale). Poiché tali fabbisogni possono essere in parte soddisfatti da materiali derivanti da fonti alternative (fondi agricoli, sfridi rocciosi, terre e rocce da scavo da opere, inerti da recupero rifiuti), per un totale di metri cubi pari a 848.377 metri cubi, la proposta di piano punta a garantire circa 2.550.000 metri cubi di sabbia e ghiaia al fine di soddisfare le esigenze del territorio provinciale. Approvazione con 41 voti a favore e 21 contrari.

La soddisfazione dell’assessore regionale all’Ambiente e clima Giorgio Maione:”Non sono previsti nuovi ambiti territoriali estrattivi, ma sono stati confermati quelli vigenti e si tratta di un documento di pianificazione molto equilibrato, che soddisfa sia le esigenze di carattere ambientale che quelle economiche, a partire dalla necessità di materia per realizzare opere e infrastrutture strategiche per il territorio”. Si dice soddisfatta anche la consigliera di Fratelli d’Italia Anna Dotti:“Tra gli obiettivi il pareggio tra offerta e fabbisogno, con autosufficienza provinciale, la distribuzione omogenea dei poli estrattivi, con aree geologiche idonee, limitando i trasporti degli inerti, conferma attività estrattive senza ampliamenti dei siti già presenti ed il Piano avrà durata quinquennale – ha evidenziato Dotti – Rassicurante il fatto che anche alcune istanze presentate e per motivi tecnici esclusi, potranno trovare invece spazio nel percorso futuro”.

Approvato a maggioranza (34 voti a favore, 19 voti contrari) anche un emendamento presentato dal Vice Presidente della Commissione, Riccardo Pase (Lega), che modifica la scheda della cava di Bulgarograsso sostituendo la previsione della destinazione finale da recupero ad uso agricolo a recupero ad uso insediativo se concordato con il Comune, che però nelle controdeduzioni allegate al Piano aveva espresso parere contrario. “Si tratta solo di un’opportunità che il Comune può valutare in autonomia”, ha spiegato Pase. A favore del provvedimento sono intervenuti Anna Dotti e Giorgio Bontempi, entrambi di FdI (“un provvedimento corretto, che recepisce le esigenze del territorio e di cui il Consiglio si fa arbitro”), Gigliola Spelzini della Lega (“un documento che combina la sostenibilità ambientale con la possibilità di creare un’economia circolare”), Marisa Cesana di Lombardia ideale (“un elaborato condiviso e ben articolato che concilia i fabbisogni del territorio e le esigenze di sostenibilità ambientale”).

Ma proprio su questo punto è arrivata la feroce polemica di Angelo Orsenigo del Pd:”Fino a ieri mattina gli obiettivi del piano sembravano essere condivisi da tutti, includendo la maggior parte delle osservazioni delle associazioni ambientaliste. Non abbiamo però potuto in alcun modo soprassedere all’emendamento presentato all’ultimo momento dal consigliere leghista Pase, per altro nemmeno residente nel Comasco. La richiesta di inserire la possibilità di rendere l’area delle cave di Bulgarograsso atta all’insediamento di attività di lavorazione di rifiuti inerti anziché recuperarla a destinazione agricola, non è rispettosa di tutto il lavoro svolto dalla commissione. Gli stessi uffici, durante l’istruttoria amministrativa regionale, avevano già dato in precedenza parere negativo su questa possibilità, perché il territorio ha necessità di ritrovare un proprio equilibrio ambientale, evidenziando che un’eventuale attività di riciclaggio di rifiuti inerti in quell’area, perdipiù collocata all’interno del Parco del Lura, andrebbe a generare una serie importante di criticità sul territorio, in termini di viabilità, rumore e polveri, che non sono state valutate”.

Per rispetto di tutti gli organi istituzionali, i tecnici e gli amministratori, è necessario che tutti gli aspetti vengano condivisi e presentati in Commissione perché tutti abbiano la possibilità di fare le opportune analisi e approfondimenti. Ci chiediamo come mai non se ne sia discusso in Commissione e come mai, tra tutte le richieste da parte degli operatori, solo questa sia stata portata in Consiglio Regionale. Quello che è accaduto, invece, oggi in Consiglio ha più il sapore del blitz che ha voluto inserire un incomprensibile emendamento a quello che era un documento già condiviso” conclude Orsenigo.