Allo Spazio Gloria Federico Dragogna in «Quello che ho capito di De André»

Non un tributo, né una lezione o una commemorazione: semplicemente, quello che, l’autore e chitarrista dei Ministri, ha capito del cantautore genovese e delle sue canzoni. Sabato sera grande omaggio a “Creuza de Ma” con i Musicalbox
Gennaio è, storicamente, il mese di Fabrizio De Andrè e dello Spazio Gloira; l’11 gennaio 1999 è il giorno della scomparsa del cantautore unico e inimitabile, a gennaio del 2007 il cinema Gloria, chiuso da un paio d’anni, riapre ad opera del neo costituito CIRCOLO ARCI XANADU’ con una visione a 360° gradi sulla cultura alternativa in città. Tra alti e bassi il caro, vecchio Gloria si avvia verso il ventennale della sua nuova vita con De Andrè come nume tutelare perciò, come da tradizione, a Faber è dedicato Dai diamanti non nasce niente giunto alla 19° edizione
E’ un trittico deandreiano quello organizzato dallo Spazio Gloria per quest’anno. Venerdì scorso il concerto omaggio con Teo Manzo e Paolo Castaldi, domani, venerdì 24 gennaio Federico Dragogna in «Quello che ho capito di De André», chiuderà sabato 25 “Creuza e dintorni” con la riproduzione integrale dell’album capolavoro in lingua genovese. Tutte le sere hanno un presentatore d’eccezione, Alessio Brunialti, critico musicale e musicista a sua volta innamorato delle canzoni di De Andrè.

Federico Dragogna, penna e chitarra della band Ministri nonchè artista per conto suo, si è ritagliato il tempo per la costruzione di uno spettacolo che lui dice “non essere un concerto anche se della musica c’è, non essere un reading anche se ho dei fogli davanti: di sicuro c’è la mia voce, la sua e quella del tempo in cui siamo tutti immersi”.
Uno spettacolo dove più arti si mescolano senza mai nessuna dominare sulle altre. Assolutamente non una lezione o un memoriale parlato, semplicemente delle parole su quello che l’artista ha capito dell’altro artista, nella fattispece Fabrizio De Andrè”. Partito dalla ricerca e di materiali storici il lavoro di Dragogna è un concerto che diventa una confessione a voce alta, mescolando rigore filologico e passione. Parla solo una persona ma è come se parlassero tutti quelli che hanno amato o anche solo ascoltato De Andrè perché alla fine le domande che usciranno, cercando di comprendere la sua arte, potrebbero essere quelle di ogniuno di noi.
Così la racconta Dragogna: “Quello che ho capito di De André” non è un tributo a De André, né una lezione o una commemorazione: è davvero, semplicemente, quello che ho capito di lui e delle sue canzoni. È qualcosa che ho immaginato e scritto quando mi sono accorto che, forse, di Fabrizio De André – twittato da politici d’ogni sorta e bandiera, incensato nei salotti, nei musei e persino nelle scuole – ero io a non averci capito qualcosa. Da ragazzo avevo scelto le sue parole perché mi sembravano le più coraggiose e le più pericolose, ora che le ritrovo ovunque mi sono chiesto se è il nostro Paese che ha finalmente trovato il coraggio o se sono ancora bombe a cui qualcuno ha fatto un giardino intorno – così che da fuori, anno dopo anno, si finisca per vedere solo il giardino. Non è un concerto anche se della musica c’è, non è un reading anche se ho dei fogli davanti: di sicuro c’è la mia voce, la sua e quella del tempo in cui siamo tutti immersi. Ed è qualcosa che ho deciso di fare in posti che erano interessati a questo discorso e che mi hanno chiamato, in posti in cui anche lui, credo, sarebbe venuto volentieri.”
Federico Dragogna è un chitarrista, compositore, paroliere e produttore nato nel 1982 a Milano. Ha pubblicato sei album e due ep con i Ministri – band nella quale suona, scrive e produce canzoni – e ne ha lavorati altrettanti per, tra gli altri, Vasco Brondi, Paola Turci, Iori’s Eyes e Lucio Corsi. Nel 2017 realizza la sua prima colonna sonora per il documentario “The Man Who Stole Banksy”, dal 2019 porta in giro per club e teatri lo spettacolo “Quello che ho capito di De André”. Dopo dieci anni di giornalismo musicale (Tuttomusica, City Milano, The Good Life), continua anche a occuparsi di comunicazione, songwriting e music industry in workshop, panel e incontri in festival, rassegne e università.
Ad aprire la serata dello Spazio Gloria saranno Tommaso Imperiali e Daketo con una selezione di brani di Faber e propri brani tratti dal nuovo album di Tommaso in uscita a breve. Tommaso Imperiali è un cantautore classe 1999, comasco di nascita e bolognese di adozione. Dal 2015 suona insieme alla band Five Quarters di cui è cantante e chitarrista. Nel 2023 ha esordito con il suo primo album solista Meccanismi di difesa, pochi giorni fa ha presentato il nuovo singolo Le lune di Giove
Inizio concerti ore 21 ingresso biglietto intero 15€ – soci Arci 13€, info e prevendite QUI

Sabato 25 gennaio si chiude Dai diamanti non nasce niente n.19 con l’ensemble di Musicalbox che riproporrà in versione integrale il capolavoro Creuza De Ma oltre a brani tratti dall’album L’indiano e Volume 8. Sul palco Marco Borsani (bouzouki e chitarra), Mauro Berlusconi (chitarra), Giuseppe Marieni (basso), Nicola Lanni (batteria e percussioni) Luca Galeazzi (voce), Diana Rossi (voce) e Angelo Auguadro (sax e flauto); in una grande serata che vedrà la partecipazione straordinaria di Aldo Banfi (tastiere) e Claudio Bazzari (chitarra), musicisti di De Andrè in quei dischi.
Inizio concerto ore 21 ingressi biglietto intero 15€ – soci Arci 13€ info e prevendite QUI
E’ possibile acquistare il biglietto per entrambe le serate del 24 e 25 gennaio a intero 25€ – soci Arci 20
SPAZIO GLORIA
via Varesina 72 a Como
INFO: whatsapp +39 351 6948307
INIZIO CONCERTI ore 21