L’elefante del Lago di Como

Nel “Piccolo Principe” il disegno di un cappello diventa un serpente che mangia un elefante e nella foto di Daniela Manili Pessina anche il Dosso di Lavedo si trasforma
Daniela Manili Pessina non esce mai senza la sua macchina fotografica, lo strumento che le permette di catturare quello che vede e…anche quello che crede di vedere. Ma Daniela non è una visionaria, piuttosto il suo occhio allenato scova inediti particolari anche in paesaggi ben conosciuti.Daniela ama il lago, anzi i laghi, il Lario innanzi tutto, ma anche i laghi brianzoli che ha fotografato per il suo libro “Brianza waterland. Appunti di vista dai laghi di Brianza” (GWMAX editore), e uno scorcio di lago le ha dato una suggestione che vuole condividere con i nostri lettori.
Il lago d’inverno è più astratto. Ispira suggestioni e visioni. Ecco che, in Tremezzina, in uno dei punti più belli del lago guardando il Dosso di Lavedo dal meraviglioso balcone del Parco Teresio Olivelli mi è apparsa una visione, una pareidolia, forse.
La “pareidolia” è la tendenza del cervello a trovare forme diverse e conosciute, per esempio di volti umani o sagome di animali, dentro immagini ordinarie e fenomeni naturali come le nuvole.
Eccolo quindi… sì, proprio lui, solo un po’ più sdraiato. La coda del serpente con dentro la proboscide dell’elefante è Villa del Balbianello, la testa del serpente con l’occhio è la finestra di una villa dentro il borgo a lago di Lenno, la sagoma del mastodonte è il profilo collinare del dosso. Certo una “pareidolia” tutta dovuta alla conoscenza di certe suggestioni letterarie, a dir poco geniali.
Il famoso disegno del cappello de “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry, il boa che mangia un elefante intero… ma tutti gli adulti non lo capiscono e pensano che si tratti “solo” di un cappello.
Bello però immaginarle sul lago e raccontarle con una sorta di “pareidoLARIO”, correndo il rischio di esser presi per folli… ma si sa, i grandi…