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Gaddi racconta Munch e il suo grido interiore

5 febbraio 2025 | 18:30
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Gaddi racconta Munch e il suo grido interiore

Un’avvincente narrazione artistico-teatrale per conoscere la storia e le opere di Munch che ha saputo meglio interpretare sentimenti, passioni e inquietudini della sua anima, comunicandoli in maniera potente e tragica

Dopo il successo riscosso a Milano, la grande mostra Munch. Il grido interiore si è trasferita a Roma, portando con sé oltre 100 opere provenienti dal Museo Munch di Oslo. Tra i capolavori esposti spiccano L’Urlo (1895), La morte di Marat (1907) e Le ragazze sul ponte (1927), offrendo al pubblico un’immersione nell’universo emotivo e visionario dell’artista norvegese.

Chi ha avuto modo di visitare l’esposizione ha potuto scoprire la figura tormentata che si cela dietro il celeberrimo dipinto L’Urlo: Edvard Munch, segnato da tragiche perdite familiari e profonde inquietudini interiori, ha trasformato il dolore in arte, dando vita a opere dal forte impatto emotivo. I suoi volti privi di sguardo, le tonalità vibranti e le atmosfere sospese evocano le angosce e i misteri della condizione umana, ponendolo tra i precursori dell’Espressionismo.

A offrire una chiave di lettura privilegiata sull’arte di Munch è stato il critico d’arte Sergio Gaddi, che per conto di Arthemisia ha approfondito la vita e le opere del maestro norvegese in una lectio magistralis tenutasi a Palazzo Reale durante la tappa milanese della mostra. Ora, Gaddi riproporrà il suo racconto ad Albavilla venerdì 7 febbraio alle 21, nell’ambito del Festival della Fotografia organizzato dallo studio fotografico Corbetta (qui il programma completo dell’evento).

Con la sua consueta competenza e passione, Gaddi guiderà il pubblico attraverso i momenti cruciali della vita di Munch, dall’infanzia segnata da lutti e difficoltà fino agli anni della maturità artistica. Si partirà dalla Norvegia di fine Ottocento, dove l’artista nacque e mosse i primi passi nel mondo della pittura, per giungere a Parigi, dove conobbe le opere di Vincent Van Gogh e Paul Gauguin. Nonostante il fallimento della sua prima mostra personale, l’influenza di questi grandi maestri spinse Munch a ricercare uno stile proprio, che avrebbe poi definito il suo intero percorso artistico.

munch gaddi

Il 1893 fu un anno decisivo per la sua carriera: tra le opere realizzate in questo periodo figura proprio L’Urlo, dipinto iconico caratterizzato da colori intensi e un’atmosfera carica di inquietudine. Nel corso della sua vita, Munch alternò momenti di notorietà a periodi di profonda instabilità emotiva, aggravata dall’abuso di alcolici e dalla solitudine. Tuttavia, comprese la necessità di curarsi e, pur ricoverandosi, continuò a dipingere. Dopo il suo recupero, scelse di vivere in isolamento, dedicandosi esclusivamente all’arte e tentando di ottenere il riconoscimento della propria patria. Alla fine, riuscì nel suo intento, donando gran parte delle sue opere al comune di Oslo poco prima della sua morte nel 1944.

La lectio magistralis di Gaddi offrirà non solo un approfondimento sulla biografia di Munch, ma anche una lettura delle sue opere nel contesto storico e artistico a lui contemporaneo. Un viaggio affascinante tra colori, emozioni e tormenti interiori, che promette di essere un’esperienza coinvolgente e illuminante per tutti gli appassionati d’arte.