A Cantù le “Sonate per pianoforte di Beethoven” nel recital di Christian Leotta

Riparte il viaggio straordinario tra le Sonate di Beethoven del Maestro Leotta
Il Maestro Christian Leotta continua il suo eccezionale percorso musicale dedicato alle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven, portando avanti un progetto unico che sta conquistando un pubblico sempre più vasto. Dopo aver toccato sei località della provincia di Como nel 2024, la seconda parte della tournée riparte nel 2025 con altri sei concerti, il primo dei quali si terrà aCantù venerdì 14 febbraio alle ore 18.30 nella Sala G. Zampese della BCC Cantù (Corso Unità d’Italia, 11). L’ingresso è gratuito, con prenotazione obbligatoria al link: https://www.cracantu.it/questionari/default.asp?i_menuID=75506.
Leotta, pianista di fama internazionale, è il primo interprete a eseguire in un ciclo unico l’integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven, includendo non solo le 32 tradizionalmente riconosciute, ma anche sette Sonate meno note che solo di recente sono entrate a far parte del catalogo ufficiale. Il suo progetto, suddiviso in 12 concerti (sei nel 2024 e sei nel 2025), si distingue per l’approccio innovativo sia dal punto di vista storico-musicologico che per la sua diffusione territoriale. Le esecuzioni, tutte a ingresso gratuito, permettono anche a chi non è solito frequentare le sale da concerto di scoprire uno dei corpus musicali più importanti della storia.
Dopo il successo del primo ciclo, la seconda parte della tournée toccherà, dopo Cantù, Albavilla, Nesso, Torno, Limido Comasco e si chiuderà il 22 maggio a Mariano Comense. Ogni concerto vedrà l’esecuzione di almeno una delle sette Sonate meno conosciute, offrendo così un’opportunità unica per approfondire l’opera beethoveniana in tutte le sue sfaccettature.
L’evento è organizzato dall’Associazione Melos con il sostegno della BCC di Cantù, il contributo della Fondazione Cariplo e della Regione Lombardia, nonché la collaborazione dei Comuni coinvolti. Il Presidente della BCC di Cantù, Angelo Porro, ha dichiarato: “Sostenere questo progetto significa rafforzare l’unione e la crescita culturale della nostra comunità, in linea con gli obiettivi della nostra banca”.
Anche il Sindaco di Cantù, Alice Galbiati, ha espresso il proprio entusiasmo: “Accogliere nuovamente il Maestro Leotta è un grande onore per la nostra città. La sua capacità di portare alla luce l’intero repertorio beethoveniano, comprese le Sonate meno conosciute, rappresenta un’occasione irripetibile per tutti gli appassionati di musica”.
Il Programma del Concerto Inaugurale
Il primo appuntamento del 2025 si terrà a Cantù con il seguente programma:
- Sonata per pianoforte L 14 in Do maggiore (WoO 51)
- Sonata per pianoforte L 9 (ex n. 4) in Mi bemolle maggiore, Op. 7
- Sonata per pianoforte L 4 in Fa maggiore (WoO 50)
- Sonata per pianoforte L 30 (ex n. 23) in Fa minore, Op. 57 “Appassionata”
Ogni esecuzione sarà accompagnata da un’analisi dettagliata del Maestro Leotta, che illustrerà le peculiarità tecniche e interpretative delle opere eseguite, offrendo così un’esperienza musicale ancora più coinvolgente e istruttiva.
Christian Leotta è considerato uno dei massimi interpreti beethoveniani della sua generazione. La sua carriera internazionale lo ha portato a esibirsi in oltre cinquanta Paesi nei cinque continenti, collaborando con orchestre di prestigio come i Münchner Philharmoniker e l’Orchestra Nazionale Sinfonica della RAI. Nel 2002, a soli 22 anni, ha eseguito per la prima volta l’integrale delle 32 Sonate di Beethoven, un’impresa che lo ha reso celebre in tutto il mondo. La sua registrazione delle Sonate, pubblicata dall’etichetta canadese Atma Classique, è stata acclamata dalla critica internazionale.
Grazie alla sua eccezionale musicalità, Leotta è stato descritto come “uno straordinario talento con una meravigliosa musicalità innata” dalla leggendaria Rosalyn Tureck e come “un pianista di altissimo livello, capace di sorprendere l’ascoltatore in momenti inaspettati” da All Music Guide.
PROSSIME DATE DEL TOUR – PARTE II 2025
Recital II
Venerdì 28 febbraio 2025, ore 21:00
Albavilla, Cine-Teatro della Rosa, Via Patrizi 6
Ingresso gratuito con prenotazione
Info e prenotazioni: 031/3354353
Recital III
Sabato 22 marzo 2024, ore 21:00
Nesso, Salone Oratorio Parrocchiale, Via Pietro Binda
Ingresso gratuito con prenotazione.
Info e prenotazioni: info@comune.nesso.co.it
Recital IV
Sabato 12 aprile 2024, ore 21:00
Torno, Chiesa di S Giovanni, Via Vittorio Veneto 8
Ingresso gratuito senza prenotazione.
Info: info@comune.torno.co.it, tel. 328/1516345
Recital V
Venerdì 2 maggio 2025, ore 21:00
Limido Comasco, Chiesa di S. Abbondio
Ingresso gratuito con prenotazione.
Info e prenotazioni: info@comune.limidocomasco.co.it
Recital VI
Giovedì 22 maggio 2025, ore 21:00
Mariano Comense, Villa Sormani, Via Palestro 2
Ingresso gratuito con prenotazione.
Info e prenotazioni: tel. 031/757268
Email: manifestazioni@comune.mariano-comense.co.it
Il progetto di Christian Leotta non è solo un evento musicale, ma un’opportunità culturale di enorme valore per la comunità. L’esecuzione dell’integrale delle Sonate di Beethoven, comprese le sette meno conosciute, rappresenta un’iniziativa senza precedenti che pone il Lago di Como e la Brianza tra i poli d’eccellenza della musica classica internazionale.
Per chiunque ami la musica e voglia vivere un’esperienza indimenticabile, la tournée del Maestro Leotta è un appuntamento da non perdere. La potenza espressiva e la profondità delle Sonate di Beethoven promettono di regalare emozioni intense, in un viaggio che attraversa secoli di storia musicale.
Per maggiori informazioni e prenotazioni:https://www.cracantu.it/questionari/default.asp?i_menuID=75506

Il Maestro Christian Leotta introduce al recital del 14 febbraio a Cantù
Prima Parte:
Sonata per pianoforte in Do maggiore L 14 (WoO 51), “Sonate pour le Pianoforte”
Pubblicata postuma nel 1830 con il titolo di “Sonate pour le Pianoforte” dall’editore Dunst di Francoforte sul Meno, questa Sonata in due tempi rappresenta certamente l’opera di Beethoven concepita in tale forma che più a torto è stata esclusa dal catalogo “ufficiale” delle Sonate per pianoforte, venendo così “dimenticata”, ingiustamente, anche dagli interpreti beethoveniani più coscienti. Se infatti ciascuna delle 32 Sonate costituisce un “unicum” a sé, rappresentando oltre che un opera d’arte nuova e mai ripetitiva di soluzioni precedentemente utilizzate anche un’occasione per sperimentare nuove possibilità formali ed espressive, la Sonata in Do maggiore L 14 è certamente quell’opera dove Beethoven ha utilizzato più che in qualsiasi altra Sonata per pianoforte l’arpeggio come suo elemento strutturale principale, riproponendo tale scelta compositiva anche nel secondo movimento di questo incantevole brano. Come avvenuto per la Sonata L 4 (WoO 50), anche in questo caso il manoscritto non riporta alcun titolo; non vi è tuttavia alcun dubbio che si tratti di una Sonata a tutti gli effetti. Dedicata ad Eleonore von Breuning, moglie dell’amico fraterno Gerhard Wegeler (a sua volta dedicatario della Sonata L 4, WoO 50), si ritiene che quest’opera possa essere stata in origine concepita per orfica, anziché per pianoforte. In una lettera del 23 dicembre del 1827 (quindi dopo la morte di Beethoven) Gerhard Wegeler scriveva ad Anton Schindler di “due piccoli pezzi per orfica che Beethoven ha composto per mia moglie”, riferendosi a questa Sonata. L’orfica era uno strumento a tastiera di modeste dimensioni, una sorta di pianoforte portatile, la cui tastiera aveva un’estensione massima di sole quattro ottave. L’utilizzo di numerosi arpeggi in entrambe le mani di estensione limitata all’ottava o poco più quale elemento strutturale ed espressivo principale di questa Sonata, contribuirebbe a mio avviso a validare tale ipotesi, non potendo l’orfica contare né sulla potenza di suono (le dinamiche principali utilizzate sono qui infatti il “piano” e il “pianissimo”), né su un’ampia estensione della tastiera. Il primo tempo, un Allegro, apre questa Sonata con una serie di arpeggi che si alternano in moto contrario in entrambe le mani, introdotti da trilli alla mano destra, creando un’atmosfera di tranquillità, successivamente ritrovata anche nel secondo tema, anch’esso costruito su di una figura melodica alla mano sinistra riconducibile ancora una volta ad un arpeggio. Ma il vero centro espressivo della Sonata è sicuramente lo splendido Adagio che segue, fra i movimenti più belli di tutte le Sonate per pianoforte di Beethoven. Ad un primo tema melodico marcato “dolce”, segue un misterioso e teso secondo tema in tonalità minore, che presenta nuovamente una serie di arpeggi alla mano destra, elemento strutturale ed espressivo principale di tutta la Sonata, riproposto nuovamente nella successiva “codetta” che ci condurrà alla ripresa del tema principale di questo splendido movimento per troppo tempo dimenticato.
Sonata per pianoforte L 9 (ex n. 4) in Mi bemolle maggiore, Op. 7, “Grande Sonate pour le Clavecin ou Piano-Forte”
Scritta a cavallo fra il 1796 e il 1797, la Sonata Op. 7 è la prima “Grande Sonata” del catalogo beethoveniano, cui faranno seguito altre sei Sonate che verranno pubblicate con tale appellativo: la Sonata Op. 13, la Sonata Op. 22, la Sonata Op. 26, la Sonata Op. 28, la Sonata Op. 53 e la Sonata Op. 106. Per dimensioni seconda soltanto alla monumentale “Hammerklavier”, l’Op. 7 rappresenta un ulteriore passo avanti rispetto alle precedenti Sonate dell’Op. 2 (senza contare, naturalmente, anche la Sonata L 4 WoO 50 “Sonatensatz und Allegretto”, la Sonata L 8, ex n. 20, Op. 49 n. 2 e le tre Sonate L 1, L 2 ed L3 WoO 47, che la precedono). Il primo movimento, un “Allegro molto e con brio” dal carattere
solare, è molto ambizioso da un punto di vista esecutivo. Scritto seguendo il classico schema della forma-sonata, presenta una “coda” conclusiva molto sviluppata. L’ampiezza dell’esposizione è compensata da uno sviluppo di dimensioni più contenute. Notevoli le nuove soluzioni timbriche e pianistiche qui sperimentate per la prima da Beethoven, grazie all’utilizzo di rapidi passaggi di ottave spezzate, di ottave legate da eseguire in “pianissimo”, di rapidissime scale e di ampi salti. Il secondo movimento, uno splendido “Largo, con gran espressione” è scritto in forma ternaria “A-B-A” e presenta straordinari contrasti dinamici (dal “pianissimo” al “fortissimo”), come pure di tocco (dal “legato” allo “staccato”). Fantastica la coda conclusiva. Il terzo movimento è marcato “Allegro” e, anche se non esplicitamente scritto, è naturalmente un “Minuetto” con relativo “Trio”. La scrittura polifonica del Minuetto è in contrasto con quella del Trio, assai virtuosistica a condotta essenzialmente a due voci. Il successivo “Rondo” reca l’indicazione agogica di “Poco Allegretto e grazioso”. Il tema principale, assai amabile, è in forte contrasto con la sezione centrale del movimento, in tonalità minore con ampi passaggi virtuosisti di arpeggi e accordi staccati in fortissimo. Una coda conclusiva, che fonde mirabilmente il tema principale del Rondo con la contrastante sezione centrale, concluderà in punta di piedi in “pianissimo” questa straordinaria Sonata, senza dubbio fra le opere più importanti di tutto il catalogo beethoveniano.
Seconda Parte:
Sonata per pianoforte in Fa maggiore l 4 (WoO 50) “Sonatensatz und Allegretto”
Composta fra il 1790 e il 1792, questa incantevole Sonata rappresenta una delle ultime composizioni di Beethoven scritte a Bonn prima della sua partenza per Vienna, avvenuta nel 1792, città nella quale rimase tutta la vita. Assieme alla Sonata WoO 51, si tratta di una delle due uniche Sonate “postume” di Beethoven; sono presenti due differenti edizioni originali: una dell’editore Henle a Monaco di Baviera e a Duisburg del 1950 (recante il titolo di “Sonatensatz und Allegretto”) e una dell’editore Pelikan di Zurigo del 1949 (pubblicata sempre con tale titolo). Il manoscritto non reca né un titolo che ne specifichi la forma, né l’autografo di Beethoven; tuttavia, non è mai stato sollevato alcun dubbio sulla sua autenticità; l’opera è certamente riconducibile al ben noto schema della forma-sonata. La Sonata L 4 è dedicata a uno dei migliori amici del compositore, il medico Franz Gerhard Wegeler, marito di Eleonore von Breuning, conosciuta anch’essa da Beethoven sin dall’infanzia. Quest’opera rappresenta una vera e propria “miniatura” della forma-sonata, sintetizzando mirabilmente in poche misure tutti i suoi elementi formali essenziali. Con una durata complessiva inferiore ai tre minuti, si tratta in assoluto della più breve delle 39 Sonate. Interessante notare che la quasi totalità del primo tempo rechi le diteggiature originali dello stesso Beethoven (nessun’altra Sonata riporterà una diteggiatura così completa). L’opera non era evidentemente destinata alla pubblicazione, ma costituiva un omaggio personale all’amico fraterno Wegeler. Mi piace immaginare questa Sonata come una conversazione intima fra amici “paritetici”, venendo così a conoscere un Beethoven più disteso e spensierato che nella maggior parte delle sue composizioni. Il primo movimento (non recante alcuna indicazione agogica) apre amabilmente con un tema melodico e solare, accompagnato da un semplicissimo “basso albertino” alla mano sinistra. Il secondo tempo, un Allegretto di sole ventisei misure, differentemente dal primo tempo mostra alla mano destra una scrittura polifonica a due voci mantenuta dall’inizio sino alla fine, confermando il clima dolce e melodico del precedente movimento. Contrariamente alla Sonata Op. 49 n. 2, ritengo che la genesi di questa Sonata non sia stata di natura espressamente pedagogica: trovare il giusto equilibrio fra le due voci della mano destra nel secondo tempo, è infatti tecnicamente impresa tutt’altro che semplice.
Sonata per pianoforte L 30 (ex n. 23) in Fa minore, Op. 57 “Appassionata”
Scritta fra il 1804 e la prima metà del 1806, la Sonata Op. 57 rappresenta assieme alla Quinta Sinfonia l’archetipo dello stile eroico di Beethoven. Il titolo “Appassionata”, con il quale tutti identificano l’Op. 57, non è di Beethoven, essendole stato conferito dall’editore Cranz solo nel 1838 (quindi ben undici anni dopo la morte del compositore), ed è peraltro apparso su una versione per pianoforte a quattro mani dell’opera. L’Op. 57 è stata per molto tempo la Sonata preferita di Beethoven. Il primo movimento, dal carattere tragico più che appassionato, è un “Allegro assai” scritto nel non comune tempo di dodici ottavi. Il primo tema, misterioso e in “pianissimo” è presto sconvolto da una serie di accordi in fortissimo, che irrompono su tutta la tastiera. È la prima volta che Beethoven prescrive contrasti così straordinari nelle sue Sonate in modo così ravvicinato, raggiungendo una potenza drammatica ed espressiva mai viste prima d’ora. L’esposizione è così sviluppata che Beethoven non ne prevede la consueta ripetizione, passando direttamente allo sviluppo, anch’esso di ampie proporzioni e di straordinaria potenza drammatica. La successiva ripresa ci condurrà a una coda marcata “Più Allegro”, che dopo una serie di accordi alternati fra le due mani in fortissimo farà dissolvere questo straordinario movimento in un accordo di sole tre note marcato “più che pianissimo” (ppp) un’indicazione dinamica di rarissimo utilizzo nelle Sonate per pianoforte di Beethoven. Il secondo movimento ci porta dalla tonalità d’impianto della Sonata di Fa minore a un luminoso Re bemolle maggiore. Si tratta di un “Andante con moto” scritto in forma di tema con variazioni, anche se non vi è alcuna menzione di ciò sullo spartito. L’indicazione iniziale di “piano e dolce” ci conduce immediatamente in un atmosfera di grande tranquillità e tenerezza, in grande contrasto con la tragicità del primo tempo. Ognuna delle variazioni presenta il tema in un registro superiore ed è più rapida da un punto di vista ritmico della precedente. L’ultima di esse ci riconduce al registro e al ritmo iniziali. Tutto ciò è presto interrotto bruscamente da un accordo di settimana diminuita, ripetuto eccezionalmente per ben dodici volte e in fortissimo, che apre improvvisamente l’ultimo movimento, un “Allegro ma non troppo” nella tonalità d’impianto della Sonata di Fa minore. Si tratta in massima parte di uno straordinario moto perpetuo, di grande potenza espressiva, che ci riporterà nell’atmosfera tragica del primo movimento. Scritto in forma-sonata con elementi di Rondò, Beethoven ne prescrive per la prima volta la ripetizione dello sviluppo e della ripresa, senza richiederne quella dell’esposizione. Un’ampia coda, marcata “Presto” concluderà questa magnifica opera, considerata da tutti come uno dei massimi capolavori di tutta la storia della musica.
Christian Leotta