I frontalieri alzano la voce contro il Governo:”Abolizione della tassa sulla salute e rispetto degli accordi”



Presente la Deputata Dem Chiara Braga:”Sosteniamo la battaglia contro i sistematici e scomposti tentativi del Governo Meloni di penalizzarli e fare cassa a loro spese”.
L’assemblea dei lavoratori frontalieri, convocata stamane a Varese dalle sigle sindacali italiane e svizzere (CGIL, CISL, UIL, UNIA, VPOD, SYNDICOM, OCST e SYNA), ha approvato all’unanimità un documento finale che chiede con forza al Governo la cancellazione della controversa tassa sulla salute a carico dei frontalieri e un maggiore rispetto delle norme interne e internazionali che regolano il settore. Nel corso del dibattito sono emerse forti critiche nei confronti delle scelte del governo italiano, accusato di aver introdotto provvedimenti che smontano anni di negoziati tra Italia e Svizzera. Tra i punti più contestati:
La tassa sulla salute per i frontalieri storici, che comporta un prelievo tra il 3% e il 6% dello stipendio netto per un servizio sanitario già pagato, configurando una doppia imposizione; Il mancato adeguamento della Naspi per i frontalieri licenziati, nonostante l’innalzamento dell’indennità nei primi tre mesi sia stato già previsto per legge; L’uso dei ristorni fiscali, ritenuto poco chiaro e in contrasto con gli accordi pregressi, con una riduzione delle risorse destinate ai Comuni di frontiera.
I sindacati hanno annunciato che, se la norma sulla tassa sanitaria non verrà cancellata, ricorreranno alla giustizia per sollevare la questione di costituzionalità. Inoltre, chiedono che il Tavolo interministeriale già avviato affronti rapidamente le altre criticità aperte, come le modifiche all’assegno unico per i frontalieri, che ha già portato l’Italia a una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea. L’assemblea ha infine ribadito la necessità di un confronto costruttivo con il governo per tutelare i diritti dei frontalieri, garantire un corretto utilizzo dei fondi derivanti dai ristorni fiscali e stabilire un modello chiaro e stabile per il futuro.
LA NOTA DELLA DEPUTATA DEM CHIARA BRAGA
“Sosteniamo, come sempre fatto, i lavoratori, le lavoratrici frontalieri e i Comuni di confine nella battaglia contro i sistematici e scomposti tentativi del Governo Meloni di penalizzarli e fare cassa a loro spese”. Lo fa sapere in una nota la capogruppo del Partito democratico alla Camera dei Deputati, Chiara Braga, in occasione dell’assemblea internazionale dei frontalieri convocata questa mattina al Teatro Nuovo di Varese.
“La tassa sulla salute che Il Governo Meloni ha deciso di far pagare ai cosiddetti ‘vecchi’ frontalieri è ingiusta e pretestuosa – chiarisce la deputata comasca da sempre impegnata sui temi del frontalierato. “Un’imposizione calata dall’alto, senza peraltro nessun coinvolgimento delle parti interessate, inserita da questo Governo nella Legge di bilancio 2024 con l’avallo di tutte le forze di maggioranza, Lega, FI e FdI, che di fatto viola l’accordo tra Italia e Svizzera faticosamente raggiunto in anni di duro lavoro di mediazione, e introduce una inaccettabile doppia imposizione. Una tassa inefficace anche in merito all’obiettivo per la quale è stata pensata – prosegue la deputata dem -, ovvero aumentare i salari del personale sanitario nelle zone di confine nel tentativo di contrastare la fuga di medici e infermieri verso la Svizzera. Se all’insensata tassa sulla salute dei frontalieri si aggiunge il blitz messo in atto solo lo scorso dicembre sempre dal Governo Meloni volto ad innalzare dal 3% al 4% il rapporto tra frontalieri e popolazione in modo da ridurre l’importo dei ristorni di alcuni Comuni di frontiera, diventa chiara la strategia di questa destra al governo: raschiare il fondo del barile colpendo i lavoratori e le lavoratrici frontalieri e i Comuni di confine per cercare di finanziare una sanità pubblica che sta andando a pezzi”.
“Come Partito democratico – conclude Braga – ci batteremo ad ogni livello per evitare una simile strategia. Per finanziare la sanità pubblica e fermare l’emorragia di personale oltre i confini nazionali, il Governo usi le risorse destinate alla costruzione del Ponte sullo Stretto o il miliardo di euro sprecato per i due fallimentari centri per migranti in Albania, oggi completamente vuoti, costruiti a spese di tutti noi italiani invece di imporre altre tasse sugli stipendi dei lavoratori e delle lavoratrici o tagli agli enti locali che si traducono in riduzione dei servizi ai cittadini sul territorio”.
(Foto grazie ai colleghi di Varesenews.it)