30enne comasco arrestato dalla Polizia all’aereoporto di Linate: spiava donne e bambine nel bagno con il telefonino

18 febbraio 2025 | 19:11
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30enne comasco arrestato dalla Polizia all’aereoporto di Linate: spiava donne e bambine nel bagno con il telefonino

E’ stato scoperto da una bimba di 5 anni che ha subito allertato la mamma. Sul suo dispositivo ed a casa un enorne quantità di materiale pedopornografico. E’ in carcere.

Un telefonino nel bagno dell’aeroporto di Linate per spiare donne e bambine: a finire nei guai, arrestato, un 30enne residente in provincia di Como. La Polizia lo ha arrestato in flagranza di reato, ritenuto responsabile di detenzione di materiale pornografico realizzato utilizzando minori. A dare l’allarme una bimba di 5 anni che ha segnalato la cosa ai poliziotti della Polaria di Linate: sono intervenuti nel bagno del salone arrivi dell’aeroporto: il 30enne, dall’interno di una toilette nel bagno delle donne, stava filmando la piccola e sua mamma mentre erano intente ad utilizzare il bagno pubblico.

La piccola, infatti, notato che vi era un telefono posto tra i due divisori dei bagni e lo aveva riferito immediatamente alla madre la quale ne aveva parlato col marito con il quale ha deciso di chiamare la Polizia. L’uomo ha tentato di scappare, ma è stato immediatamente inseguito e bloccato dai poliziotti per essere sottoposto a perquisizione: il 30enne ha spontaneamente mostrato il contenuto del proprio telefono cellulare, per dimostrare l’assenza di tracce di attività. I poliziotti hanno, quindi, proceduto a controllare il contenuto dello zaino ed hanno trovato un secondo telefono, privo di SIM, all’interno del quale sono state trovate numerose riprese di parti intime di differenti donne e minori, ripresi di nascosto non solo all’interno di bagni pubblici ma anche di spogliatoi di impianti sportivi; oltre ai filmati realizzati dall’autore del reato, la successiva analisi dei dispositivi sequestrati ha consentito di accertare la frequentazione, da parte dell’arrestato, di gruppi telematici noti per i contenuti pedopornografici.

La successiva perquisizione domiciliare ha consentito di rinvenire altri tre telefoni, un tablet e un personal computer: a seguito di analisi forense, sono stati estrapolati circa 5mila files, tra filmati e foto a sfondo pedopornografico, e un numero considerevole di filmati autoprodotti relativi a minori all’interno di bagni e spogliatoi.

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