Ad Albavilla le Sonate di Beethoven dal pianoforte del Maestro Leotta

Christian Leotta continua la sua maratona di oltre 14 ore complessive di musica con il concerto al Cinema Teatro della Rosa
Il pianista Christian Leotta affronta, venerdì 28 febbraio, il secondo appuntamento della seconda parte della, imponente, maratona itinerante dedicata alle 39 Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven. Dopo il concerto di Cantù, il Maestro si esibirà sul palco del Cine-Teatro della Rosa di Albavilla, in via Patrizi 6. Per prenotazioni
https://forms.gle/ZSXr3FoKaSLmhn7EA oppure 031.3354353.
“Il Comune di Albavilla è onorato di essere parte integrante della realizzazione di questa straordinaria iniziativa, che segna l’inizio di un viaggio musicale senza precedenti: l’esecuzione completa delle 39 Sonate per pianoforte di Beethoven – dice il Sindaco di Albavilla Giuliana Castelnuovo – ‘Non c’è una via più diretta per l’anima che la musica’: con queste parole, Beethoven stesso ci ricorda il potere universale della musica, capace di toccare profondamente ogni cuore e di unire le persone oltre ogni distanza. Questo ambizioso progetto artistico, portato avanti dal talentuoso pianista Christian Leotta, rappresenta un vero e proprio monumento alla musica classica e al genio beethoveniano. La sua interpretazione delle Sonate per pianoforte si arricchisce di un’approfondita e innovativa ricerca che ha portato il Maestro a realizzare un nuovo catalogo delle sette Sonate aggiuntive, completando così il ciclo delle celebri trentadue. Albavilla è orgogliosa di ospitare una tappa di questo cammino musicale che contribuirà a rendere ancora più prestigiosa la nostra comunità, offrendo un’occasione unica per apprezzare la bellezza e la profondità della musica di Beethoven”.

IL SECONDO CONCERTO
Albavilla, venerdì 28 febbraio 2025, ore 21
Cine-Teatro della Rosa, Via Patrizi 6.
Ingresso gratuito con prenotazione registrandosi al seguente link: https://forms.gle/ZSXr3FoKaSLmhn7EA
Info e prenotazioni: 031/3354353
Programma:
Sonata per pianoforte L 22 (ex n. 15) in Re maggiore op.28, “Pastorale”
Titolo edizione originale: “Grande Sonate pur le Pianoforte”
Sonata per pianoforte L 2 (WoO 47 n. 2) in Fa minore
Titolo edizione originale: “Drei Sonaten fürs Klavier”
Sonata per pianoforte L 31 (ex n. 24) in Fa diesis maggiore op. 78
Titolo edizione originale: “Sonate pour le Piano Forte”
Sonata per pianoforte L 30 (ex n. 23) in Fa minore, op. 57 “Appassionata”
Titolo edizione originale: “LIVme Sonate composé pour le Pianoforte”
Christian Leotta introduce il programma
La Sonata L 22 (ex n. 15) in Re maggiore op. 28 è conosciuta con l’appellativo di “Pastorale”, dovuto al carattere agreste soprattutto del suo Finale. Tale titolo però non è di Beethoven, bensì dell’editore Cranz, lo stesso che battezzerà con il nome di “Appassionata” la Sonata op. 57. Il primo tempo, un “Allegro”, è di proporzioni assai sviluppate. Il primo tema presenta una lunga linea melodica, caratteristica che domina anche il secondo tema. Lo sviluppo presenta un climax assai drammatico, preceduto da un lungo crescendo emotivo e dinamico. Una “coda” conclude il primo movimento. Il secondo tempo, un “Andante”, scritto nella tonalità contrastante di Re minore, presenta un tema molto sviluppato da un punto di vista armonico, sostenuto dagli staccati della mano sinistra. Il terzo tempo, un breve “Scherzo”, presenta un “Trio” con interessantissime elaborazioni armoniche, tali da riuscire a far ascoltare per ben sei volte alla mano destra, (variandone esclusivamente le ultime due note in modo alternato), la stessa cellula tematica, presentandola però ogni volta su armonie diverse. Il “Rondò” finale chiude questa Sonata in un’atmosfera serena, pur presentando un episodio centrale assai drammatico, stemperato dalla ripresa del primo tema, dal successivo secondo tema, e da un “Più allegro quasi Presto” conclusivo, assai brillante e virtuosistico.
La Sonata in Fa minore L 2 (WoO 47 n. 2 del catalogo Kinsky-Halm) è la seconda del gruppo delle tre Sonate scritte da Beethoven fra i dodici e tredici anni d’età e pubblicate nel 1783 dall’editore Bossler di Spira. In grande contrasto con l’atmosfera generalmente gioiosa delle altre due opere dello stesso genere composte e pubblicate contemporaneamente, questa Sonata anticipa, a tutti gli effetti, la drammaticità e la grandezza di un’opera straordinaria come la Sonata “Patetica” Op. 13, la cui composizione avverrà dopo molti anni fra il 1797 e il 1799. Come avviene nella “Patetica”, un’introduzione lenta (nel caso di questa Sonata un “Larghetto maestoso”) dall’impressionante forza espressiva, apre il primo movimento. Sono qui presenti grandissimi contrasti dinamici, passando dal fortissimo al pianissimo in poche misure. Un “Allegro assai” presenta un primo tema dal carattere teso e dalla scrittura virtuosistica, cui farà seguito un secondo tema in tonalità maggiore e dal carattere a tratti addirittura scherzoso (quindi in grande contrasto con il primo tema, come di norma avviene seguendo il classico schema della forma-sonata). Un breve sviluppo è seguito dalla ripresentazione variata dell’introduzione, che irrompe con tutta la sua drammaticità (nella Sonata “Patetica” l’introduzione si ripresenterà invece, sia prima dello sviluppo, sia al termine del primo movimento, ma in entrambi i casi in forma molto più breve che all’inizio del movimento). La ripresa della Sonata L 2 avviene in modo abbastanza convenzionale chiudendo brillantemente questo movimento. Il Secondo tempo, un “Andante”, presenta un tema cantabile che bilancia mirabilmente la tensione accumulatasi nel primo movimento. Il secondo tema presenta una scrittura molto fiorita, con numerosi abbellimenti da eseguirsi in rapidità. Il terzo movimento, un “Presto”, ci riporta alla tonalità d’impianto di Fa minore del primo tempo. Il primo tema è assai agitato, ma un secondo tema, dal carattere più disteso, ci riporterà in una atmosfera più tranquilla. La Sonata si concluderà nella tonalità d’impianto di Fa minore, confermando comunque il carattere drammatico di quest’opera, scritta da un Beethoven che ha provato mirabilmente la sua grande maturità di compositore già all’età di soli dodici anni.
Scritta nel 1809, la breve Sonata per pianoforte L 31 “À Thérèse” consta di soli due movimenti. E’ l’unica dell’intero catalogo delle 39 Sonate per pianoforte di Beethoven nell’inusuale tonalità di Fa diesis maggiore. Il primo movimento, un Allegro ma non troppo in forma-sonata dal carattere generalmente disteso e molto lirico, presenta numerose fioriture melodiche in entrambe le mani; è preceduto da un “Adagio cantabile” di sole quattro misure: a tutti gli effetti, questo “Adagio” è il più breve “movimento” mai concepito da Beethoven, la cui straordinaria tecnica compositiva gli permetteva di sintetizzare all’occorrenza anche in sole quattro misure un intero movimento dal pensiero compiuto. Il secondo movimento, un brillante “Allegro vivace”, sempre nella rara tonalità di Fa diesis maggiore, presenta una scrittura molto virtuosistica ed è in forte contrasto espressivo con il primo movimento. È costituito da due temi, di fisionomia assai differente, presentati ogni volta con sottilissime varianti dinamiche e armoniche, sperimentando così per la prima volta una nuova forma di finale di Sonata, che sostituisce il classico Rondò.
Scritta fra il 1804 e la prima metà del 1806, la Sonata Op. 57 rappresenta assieme alla Quinta Sinfonia l’archetipo dello stile eroico di Beethoven. Il titolo “Appassionata”, con il quale tutti identificano l’Op. 57, non è di Beethoven, essendole stato conferito dall’editore Cranz solo nel 1838 (quindi ben undici anni dopo la morte del compositore), ed è peraltro apparso su una versione per pianoforte a quattro mani dell’opera. L’Op. 57 è stata per molto tempo la Sonata preferita di Beethoven. Il primo movimento, dal carattere tragico più che appassionato, è un “Allegro assai” scritto nel non comune tempo di dodici ottavi. Il primo tema, misterioso e in “pianissimo” è presto sconvolto da una serie di accordi in fortissimo, che irrompono su tutta la tastiera. È la prima volta che Beethoven prescrive contrasti così straordinari nelle sue Sonate in modo così ravvicinato, raggiungendo una potenza drammatica ed espressiva mai viste prima d’ora. L’esposizione è così sviluppata che Beethoven non ne prevede la consueta ripetizione, passando direttamente allo sviluppo, anch’esso di ampie proporzioni e di straordinaria potenza drammatica. La successiva ripresa ci condurrà a una coda marcata “Più Allegro”, che dopo una serie di accordi alternati fra le due mani in fortissimo farà dissolvere questo straordinario movimento in un accordo di sole tre note marcato “più che pianissimo” (ppp) un’indicazione dinamica di rarissimo utilizzo nelle Sonate per pianoforte di Beethoven. Il secondo movimento ci porta dalla tonalità d’impianto della Sonata di Fa minore a un luminoso Re bemolle maggiore. Si tratta di un “Andante con moto” scritto in forma di tema con variazioni, anche se non vi è alcuna menzione di ciò sullo spartito. L’indicazione iniziale di “piano e dolce” ci conduce immediatamente in un atmosfera di grande tranquillità e tenerezza, in grande contrasto con la tragicità del primo tempo. Ognuna delle variazioni presenta il tema in un registro superiore ed è più rapida da un punto di vista ritmico della precedente. L’ultima di esse ci riconduce al registro e al ritmo iniziali. Tutto ciò è presto interrotto bruscamente da un accordo di settimana diminuita, ripetuto eccezionalmente per ben dodici volte e in fortissimo, che apre improvvisamente l’ultimo movimento, un “Allegro ma non troppo” nella tonalità d’impianto della Sonata di Fa minore. Si tratta in massima parte di uno straordinario moto perpetuo, di grande potenza espressiva, che ci riporterà nell’atmosfera tragica del primo movimento. Scritto in forma-sonata con elementi di Rondò, Beethoven ne prescrive per la prima volta la ripetizione dello sviluppo e della ripresa, senza richiederne quella dell’esposizione. Un’ampia coda, marcata “Presto” concluderà questa magnifica opera, considerata da tutti come uno dei massimi capolavori di tutta la storia della musica.
Christian Leotta
Mai prima d’ora un pianista aveva avuto l’idea di eseguire un ciclo dedicato all’integrale delle Sonate, comprese le 7 recentemente catalogate proprio dal Maestro Leotta che hanno portato a 39 le composizioni per pianoforte del genio tedesco. In totale il ciclo sarà di 12 concerti, 6 nel 2024 e 6 in programma quest’anno in diverse località del territorio lariano. Le altre tappe saranno Limido Comasco, Mariano Comense, Nesso e Torno.
I programmi dei concerti riportano sia la nuova numerazione delle 39 Sonate proposta da Christian Leotta (preceduta dalla lettera “L”, ovvero l’iniziale del suo cognome) sia, fra parentesi, quella precedente riferita al catalogo delle 32 Sonate, se in esso incluse.