Carnevale di Schignano: sotto la maschera tradizione, satira e identità popolare





Il Carnevale nel paese della valle Intelvi rappresenta molto più di un semplice evento folkloristico: è l’incarnazione di una tradizione che mantiene vive le radici di una comunità.
Domenica scorsa i bambini di Schignano hanno già “fatto Carnevale”, sabato 1 e, ancora martedì 4 marzo, nel cuore della Valle Intelvi, scoppia il Carneval de Schignan, una tradizione secolare che va ben oltre una semplice sfilata. Con le sue maschere di legno scolpite a mano e il folclore intriso di storia e ironia, è un autentico crogiolo di cultura popolare, un rito che unisce memoria e critica sociale.
L’etnografia del Carnevale di Schignano rivela un fenomeno sociale complesso, dove la festa diventa un palcoscenico per la contrapposizione di opposti. A Schignano il Carnevale prende il via, come da consuetudine, la mezzanotte della notte tra il 5 e il 6 gennaio. Da quel momento è un susseguirsi di preparativi che sfocieranno nelle sfilate e nei cortei di febbraio e marzo. Le maschere, realizzate con maestria dagli artigiani locali, non sono meri oggetti scenici, ma veri e propri simboli di identità e memoria. I Bej, o Mascarun, e i Brut, i primi vestiti con abiti eleganti e ornati di dettagli preziosi – cappelli decorati e campane di bronzo dal suono armonioso – rappresentano la parte opulenta e vanitosa della società. Al contrario, i Brut, con il loro abbigliamento trasandato e le campane stonate, incarnano la condizione di emarginazione e difficoltà economica. Questa contrapposizione, che affonda le radici nei processi migratori e nei contrasti sociali del passato, diventa una forma di satira che critica e ribalta l’ordine stabilito.
E poi gli altri personaggi emblematici del carnevale schignanese: i Sapeur, guardiani silenziosi avvolti in pelli di pecora con il volto annerito, sono i custodi del rito, aprono e sorvegliano il corteo; la Sigurtà ne garantisce la sicurezza vestito con abiti seri ed un bastone; La Ciocia, l’unica maschera parlante, si distingue per il suo dialetto locale e per le battute pungenti, denunciando con ironia le ingiustizie sociali. E il Carlisep, il fantoccio simbolo della festa, viene appeso in piazza e, nel martedì grasso, diventa protagonista di una processione culminante nel rogo finale, segnando simbolicamente il capovolgimento dell’ordine sociale e l’inizio della Quaresima.
Il corteo che culmina con una vera e propria rincorsa alla cattura del Carlisep, è il momento clou della giornata e, per gli stretti vicoli delle frazioni di Schignano, si libera la follia. Due le sfilate che offrono un’esperienza a 360° per tutti, schignanesi e visitatori: Sabato 1° marzo la Grande Sfilata delle Maschere Tradizionali, le vie del borgo si animano con i Bej e i Brut, accompagnati da musica, danze e stand gastronomici che esaltano i sapori locali. Martedì 4 marzo Gran Finale e Rogo del Carlisep, il momento più atteso della manifestazione Il Carlisep, che durante la sfilate è animato da una persona in carne ed ossa tra inseguimenti e fughe simboliche, viene sostituito con il fantoccio simbolo della festa e portato in processione per essere poi bruciato in un suggestivo rogo in Piazza San Giovanni, segnando la fine del Carnevale e l’inizio della Quaresima. Durante le sfilate le associazioni locali intervengono con bancarelle e stand per far assaggiare agli ospiti le tradizionali e gustose pietanze locali.
Il programma

Inoltre presso la Società Operaia di Mutuo Soccorso nella frazione Retegno, l’1 e il 4 marzo esposizione di foto e video del Carnevale insieme a Luca Passini, mascheraio, che scolpirà le maschere dal vivo.
In concomitanza con le sfilate resta chiusa al traffico la via Roma nel tratto tra Occagno e Auvrascio. Si consiglia di parcheggiare
L’osservazione etnografica del Carnevale di Schignano evidenzia come questo evento non sia soltanto una manifestazione festiva, ma un vero e proprio “museo vivente”. La partecipazione spontanea e quasi rituale degli abitanti testimonia l’importanza di questo rito per la coesione comunitaria.
- Radici Storiche e Sociali
Il Carnevale di Schignano si sviluppa in un contesto di antiche tradizioni migratorie e trasformazioni socio-economiche, dove il ritorno dei migranti era segnato da momenti di festa e ribaltamento dei ruoli. Le maschere, dunque, sono strumenti di memoria collettiva, che raccontano storie di emigrazione, disuguaglianze e speranze di riscatto. - L’Arte come Strumento di Liberazione
Il gesto del mascherarsi diventa un atto liberatorio, che permette di superare le barriere sociali e fisiche, coinvolgendo non solo i partecipanti ma anche il pubblico. L’interazione tra chi indossa la maschera e chi assiste allo spettacolo crea un ambiente inclusivo e paritario, dove ogni individuo è chiamato a partecipare attivamente alla narrazione della propria storia.
Per maggiori informazioni, visitare www.schignano.co.it.