“Amore”, il ritorno di Pippo Delbono al Sociale di Como

Sabato 8 marzo, Pippo Delbono e la sua Compagnia proporranno lo spettacolo “Amore”, prodotto con Renzo Barsotti e le musiche di Pedro Jóia
Sabato 8 marzo, alle 20.30, Pippo Delbono, dopo anni di assenza, tornerà al Teatro Sociale di Como insieme alla sua Compagnia, composta da Dolly Albertin, Gianluca Ballarè, Margherita Clemente, Ilaria Distante, Mario Intruglio, Pedro Jóia, Nelson Lariccia, Gianni Parenti, Miguel Ramos, Pepe Robledo, Grazia Spinella e Selma Uamusse, con la quale proporrà il suo spettacolo Amore, un progetto nato dall’incontro e dall’amicizia fra Pippo Delbono e il produttore teatrale italiano, da anni attivo in Portogallo, Renzo Barsotti. Da qui, è iniziata la ricerca sulle tracce di un termine, “amore”, che non è solo un sentimento, ma uno stato dell’anima. Un vero e proprio ingranaggio nell’organismo umano, che seleziona, sposta, frantuma e ricompone tutto ciò che vediamo, che sentiamo, tutto ciò che desideriamo.

Amore è un viaggio musicale e lirico attraverso una geografia esterna – oltre al Portogallo, l’Angola, Capo Verde – e una interna, quella delle corde dell’anima che vibrano al minimo colpo della vita. Le note sono quelle malinconiche del fado, che esplodono in slanci energici attraverso la voce dei suoi cantanti, spalancata a raggiungere ogni angolo della sala; il ritmo quello ora di una parata, ora di un tableau vivant, ora di una lenta processione; l’immagine è un quadro che muta nei colori, si scalda e si raffredda. Le musiche dello spettacolo si compongono principalmente di musiche originali composte dal chitarrista portoghese Pedro Jóia che si esibisce anche dal vivo insieme alla cantante e chitarrista angolana Aline Frazão e al chitarrista e cantante di fado Miguel Ramos.
C’è, poi, la parola poetica, restituita dal registro caldo dell’artista ligure attraverso il suo consueto, ipnotico, salmodiare al microfono. Le parole sono quelle dei testi di Delbono, di Jacques Prévert e di Reiner Maria Rilke e Florbela Espanca, ma anche dei versi tratti da grandi poetesse e poeti di lingua portoghese come: Carlos Drummond De Andrade, Eugenio De Andrade, Daniel Damásio Ascensão Filipe, Sophia de Mello Breyner Andresen e Florbela Espanca.

A tenere insieme un montaggio emotivo mai del tutto pacificato è una grammatica scenica che alterna il pieno al vuoto, il canto alla musica, la voce viva al silenzio, alla ricerca di una rappresentazione onirica ed elegiaca della crudele risacca di distacco e ricongiungimento. Protagonista è l’assenza, è la distanza, è la nostalgia, una mappatura di emozioni che scava nell’animo dell’autore, dei suoi interpreti e dello stesso spettatore, chiamato a cercare sempre con gli occhi ciò che manca e che, inesorabilmente, tarda a manifestarsi.
Amore vuole essere il tentativo di condivisione di un incontro fugace: l’amore è «un uccello rapace» che afferra e porta via e che, così facendo, si presenta come qualità totalmente umana. Le lingue diverse che si abbracciano nella trama sonora sono espressione di questa terra, il Portogallo, che accoglie e che lascia tracce; lo slancio poetico ci ricorda quale forma di rispetto dovremmo sempre offrire a quei moti dell’anima altrimenti sempre messi sotto assedio dalla paura, dalla diffidenza, dalla vergogna. Amore è ancora una volta il tentativo di portare dentro al teatro la vita. Nominando questa parola, invocandola in maniera laica e sognante, abbiamo forse la possibilità di darle voce e, a lungo grande assente nei discorsi pubblici, liberarla dalla confusione che ha regnato sull’intera narrazione di questa odissea globale, spaventosa, terribilmente umana.

Biglietti disponibili online o presso la biglietteria del Teatro
(Foto di Estelle Valente e Del Pia)