Lo sciopero, l’arresto e poi la deportazione in Germania: Como ricorda commossa i suoi operai-eroi della Ticosa
La cerimonia al Cimitero Monumentale stamane. La pronipote di Ines Figini:”Ha pagato la sua voglia di combattere le ingiustizie, ecco chi era mia zia”
Era il 6 marzo 1944. La stessa data di oggi. Era il periodo buio del nazismo e c’era un tentativo di rialzare la testa verso i “padroni” dell’allora Comense (poi diventata Ticosa). Un gruppo di operai decise di far sentire le loro ragioni sotto forma di sciopero, cosa impossibile in quel periodo della storia. E i protagonisti ben presto furono arrestati dai nazisti e deportati nel campi di concentramento in Germania. Mai tornati. Oggi i loro nomi rivivono sulla lapide al cimitero Monumentale di Como dove stamane si è svolta la cerimonia di ricordo. Presenti sindaco Rapinese, presidente del consiglio Anzaldo, assessori Ciabattoni e Cappelletti il Prefetto, Questore, rappresentanti delle forze dell’ordine del territorio, i componenti delle associazioni che vogliono tenere vivo il ricordo. Il Ministro per le disabilità Locatelli ha fatto arrivare un suo messaggio di saluto e ricordo. Una pagina nerissima che Como ha voluto ricordare commossa con il suono del silenzio.
Tra le persone deportate c’era anche Ines Figini, una delle poche superstiti comasche dei campi di sterminio. Era stata portata via anche lei in quel marzo del ’44. Oggi, al cimitero, la pronipote Barbara a ricordare la sua straordinaria figura.
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