Qualcosa ci sta sognando: giù nella dark zone degli ultimi 100 anni con il body-talk di Manuela Gandini



Al Carducci uno spettacolo immersivo tra propaganda, totalitarismi e visioni surrealiste, interrogandosi sul potere dell’immaginazione e sulla persistenza dei simboli del passato.
Un’immersione profonda e visionaria nell’arte e nella storia dell’Europa dal 1929 ad oggi: “Qualcosa ci sta sognando” è un talk performativo e multimediale ideato e interpretato da Manuela Gandini e musicato dal vivo da Brando Barbieri, che andrà in scena a Como venerdì 14 marzo alle ore 21.00 presso il Salone Musa dell’Associazione Carducci, nell’ambito della rassegna “Oltre il sipario”.
Nel vento tragico e infuocato di questo primo quarto di secolo, nel quale imperversano le teorie più improbabili, “Qualcosa ci sta sognando” è concepito come una lezione-azione attraverso i falsi dèi del Novecento, gli spettri del Nazismo e del Fascismo, la propaganda politica e le visioni surrealiste. Da un lato, la magia nera del potere omologatore e totalitario; dall’altro, il misticismo visionario dell’arte.
Lungo un percorso tra storia, arte e politica, il racconto prende avvio da due città emblematiche: Monaco di Baviera e Parigi. Da una parte, il regime nazista con la sua propaganda orchestrata da Joseph Goebbels, dall’altra, la fucina di idee e sperimentazioni artistiche del Surrealismo. Tra gli episodi narrati, si dipana la storia di Eva Braun, giovane donna che sogna di diventare una diva o una grande fotografa, mentre nella capitale francese Luis Buñuel e Salvador Dalí danno vita a “Un Chien Andalou”, un film che apre una ferita simbolica nel secolo breve.
Attraverso un percorso rizomatico, accidentato e imprevedibile, Gandini attraversa la camera oscura del Novecento, dove si ergono i fantasmi di Auschwitz, il fungo atomico, l’LSD, le solarizzazioni di Man Ray, le rivolte del ‘68, la pecora Dolly, la morte dei Kennedy e la massificazione della Coca Cola e di Marilyn Monroe.
L’arte come rito di purificazione
Il talk si snoda tra parole, gesti e filmati, mettendo a confronto figure chiave della storia e dell’arte: da Joseph Beuys a Marina Abramovic, da Alejandro Jodorowsky a Michelangelo Pistoletto, fino a Bartolina Xixa. Artisti e pensatori che hanno cercato di ribaltare il conformismo e l’omologazione attraverso rituali di trasformazione e visioni alternative all’antropocentrismo dominante.
Particolarmente significativo è il confronto tra il rapporto tossico e morboso di Eva Braun per Adolf Hitler e la figura di Lee Miller, ex compagna di Man Ray, che, come fotoreporter, entra nell’appartamento di Hitler a Monaco con gli anfibi infangati dalla terra di Dachau, sancendo una sorta di rovesciamento simbolico della Storia.
“Qualcosa ci sta sognando” non è solo una narrazione, ma un’esperienza immersiva che conduce il pubblico in un rito di purificazione collettiva. L’interrogativo finale rimane aperto e inquietante: ci siamo davvero liberati dai simboli più truci della storia?

QUALCOSA CI STA SOGNANDO
Uno spettacolo concepito come viaggio nella dark zone degli ultimi 100 anni
di e con
Manuela Gandini
Musica live di Brando Barbieri
Venerdì 14 Marzo alle 21.00
L’evento si terrà presso l’Associazione G. Carducci, Viale Cavallotti 7, Como.
Per informazioni e prenotazioni: amicidelcarducci@gmail.com – Tel. 031 2742110. Segreteria aperta lunedì > mercoledì 8.30-12.30, venerdì 14.00-17.00. Ingresso libero con offerta minima.
Manuela Gandini è critica d’arte contemporanea, curatrice e docente alla NABA di Milano. Scrive per “La Stampa” e “Il Manifesto” ed è responsabile della sezione Forme della rivista “Machina”. E’ autrice del volume “Ileana Sonnabend. The queen of art” (Castelvecchi 2008) e del film “Leo Castelli. Il Signore dell’Arte” (RAI 1993). E’ stata curatrice della mostra sul Lettrismo alla Biennale di Venezia del 1993 e ha collaborato con “Il Sole 24 Ore”; “Il Giorno”, “Arte”, “Flash Art”. Tra gli eventi teatrali che ha curato: “Milanesi eccellenti. Incontriamoli. Gianni Sassi” (2020) e “Maestri. Incontriamoli! Joseph Beuys” (2021), al Teatro Out Off di Milano.