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Quattro mostre per recuperare l’Asilo Garbagnati di Asnago, capolavoro del Razionalismo

12 marzo 2025 | 08:00
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Quattro mostre per recuperare l’Asilo Garbagnati di Asnago, capolavoro del Razionalismo

Si parte con la mostra “L’asilo Garbagnati” dal 15 marzo all’11 maggio 2025 nel dismesso edificio di Cermenate. Opening: venerdì 14 marzo, ore 17

Prende il via il 15 marzo con l’apertura della mostra “L’asilo Garbagnati”, il progetto di recupero promosso dall’Associazione Cesare Cattaneo ONLUS e dall’Archivio Cattaneo in collaborazione con il Circuito Lombardo Musei Design, dell’omonimo asilo di Cermenate, progettato tra il 1935 e il 1937 da Cesare Cattaneo.

Allestita fino all’11 maggio 2025, la mostra – prima di un ciclo di quattro – si colloca nella porzione dell’edificio messa in sicurezza, che consente già di apprezzare i bianchi volumi e l’articolazione spaziale che lo rendono una creazione architettonica unica, cui si aggiunge il fascino délabré di un edificio dismesso. L’obiettivo del programma espositivo è quello di “accendere un riflettore” sull’asilo, considerato oggi una pietra miliare nel percorso del Razionalismo architettonico, e di rendere noti al territorio l’esistenza ed il pregio dell’edificio, oltre che di comunicare la volontà di farne un polo per attività espositive e formative relative all’architettura, al design e alle arti visive, e un luogo della cultura aperto alle istanze del territorio.

asilo garbagnati asnago cermenate

L’Asilo intitolato a Giuseppe Garbagnati rappresenta il primo progetto elaborato e realizzato (1935-1937) da Cesare Cattaneo dopo la laurea. Realizzato nel Comune di Asnago, ora frazione di Cermenate, in collaborazione con Luigi Origoni, è opera contemporanea all’Asilo Sant’Elia realizzato a Como da Giuseppe Terragni. Fu costruito, grazie alle donazioni di alcune famiglie benefattrici, per una capienza prevista di 50 bambini residenti nel Comune di Asnago.
L’opera ottenne, fin dalla fase progettuale, molta attenzione nelle pubblicazioni dell’epoca, tanto che la rivista “Casabella” le dedicava un articolo (nel n. 94, 1935) ancor prima della ultimazione, pubblicando una pianta e le fotografie del plastico, con un commento in cui si ribadiva l’importanza del ruolo dei giovani nel promuovere un rinnovamento autentico e non mascherato sotto superficiali incrostazioni di moderno. Il progetto appare maturo e ispirato in pianta alla scuola del Bauhaus, mentre dissonanza proporzionale negli alzati e scomposizione volumetrica di origine cubista ne esaltano i caratteri.

Il riferimento alle teorie che, in quegli anni, si stavano sviluppando sull’educazione e sul conseguente rinnovamento degli edifici scolastici, porta Cattaneo a concepire una pianta dove lo spazio di ricreazione comune posto al centro e illuminato su tre lati è il passaggio obbligatorio per accedere alle aule e al refettorio. Cattaneo gioca sulla possibilità di avere elementi fissi ed elementi mobili per assicurare la ventilazione, alterna parti trasparenti a parti opache al fine di minimizzare gli effetti termici; usa il vetrocemento bloccandolo all’altezza degli occhi dei bambini per consentirne giochi sicuri e non precludere la vista del paesaggio esterno.

Oggi l’edificio appare deturpato dalle successive manomissioni avvenute nel corso degli anni: nel 1986 cambiò destinazione d’uso, diventando farmacia comunale e sede della Croce Rossa, ed è attualmente in disuso. Intatto è il fascino dei bianchi volumi e dell’articolazione spaziale di una creazione architettonica unica.
Dopo il riconoscimento, nel 2008, da parte della Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici della Lombardia, dell’interesse culturale dell’edificio, l’Asilo Garbagnati è stato sottratto al rischio di ulteriori manomissioni grazie agli eredi di Cesare Cattaneo e alle persone riunite nella Associazione Cesare Cattaneo ONLUS, costituita nel 2012, che ne ha acquisito la proprietà.

Preservarne l’identità, nonostante le trasformazioni e il degrado subiti dall’edificio, realizzarne la riqualificazione, e recuperarlo a un utilizzo coerente con il valore del bene sono gli obiettivi e la sfida dell’associazione oggi proprietaria dell’immobile, che intende promuoverne la sua destinazione a polo culturale “di area vasta” che possa ospitare attività espositive e formative relative all’architettura, al design e alle arti visive.

asilo garbagnati asnago cermenate

Nella mostra “L’asilo Garbagnati” si ammirano schizzi, disegni, documenti, fotografie d’epoca e un modello in scala dell’edificio. Come la prima, anche le esposizioni successive saranno realizzate negli spazi disadorni e nello stato di fatto dell’asilo, ispirandosi a un modello storico: la prima edizione dell’evento “documenta” a Kassel (1955). Tale riferimento vuole significare lo spirito di voler partire da quello che c’è, per promuovere un percorso che potrà andare lontano.
Altro modello di riferimento è quello degli eventi-mostra realizzati da artisti, architetti e designer, soprattutto a partire dagli anni ’70 del secolo scorso, con mezzi low-cost in spazi quali fabbriche dismesse, complessi di edilizia popolare ecc.

Le 4 mostre programmate per il 2025 vogliono rappresentare un esempio concreto delle attività che il progetto intende sviluppare in modo permanente, al fine di creare già oggi occasioni di visita dell’edificio da parte del pubblico. La visibilità che si vuole ottenere attraverso questo primo anno di attività ha lo scopo ultimo di attirare l’attenzione delle Pubbliche Amministrazioni, ma anche di istituti bancari e aziende del territorio, con i quali condividere un disegno strategico che permetta di raggiungere egli obiettivi posti: preservare l’identità dell’asilo e recuperarlo a un utilizzo coerente con il valore del bene.

asilo garbagnati asnago cermenate ph.Lorenza Ceruti
asilo garbagnati asnago cermenate ph.Lorenza Ceruti

LE ALTRE MOSTRE IN PROGRAMMA 
Dal 17 maggio al 29 giugno l’asilo Garbagnati ospiterà la mostra “Lo spazio armonico e la fontana di Camerlata”. Realizzata tra il 1936 e il 1939 con il pittore Mario Radice in occasione della VI Triennale di Milano, la fontana introduce la declinazione originale degli astrattisti comacini e la loro contiguità agli architetti razionalisti.

Dal 13 settembre al 26 ottobre aprirà invece la mostra “Architetture olivettiane”: fotografie, disegni e documenti selezionati dalla ricerca sulle architetture residenziali e per la comunità, promosse da Adriano Olivetti nel territorio di Ivrea, che ha dato vita al volume omonimo edito dall’Archivio Cattaneo.

Infine, dall’8 novembre all’8 dicembre, è in programma la mostra “Cesare Cattaneo e il sacro”, sui progetti delle chiese e della Casa-famiglia per la famiglia cristiana (1942).

cesare cattaneo architetto

Cesare Cattaneo, esponente di primo piano dell'architettura razionalista, nasce a Como il 26 luglio 1912.
I suoi primi progetti significativi risalgono al 1932, cui seguono undici anni di intenso impegno architettonico. Si laurea nel 1935, al Politecnico di Milano.
Allo stesso anno risale l’Asilo Giuseppe Garbagnati ad Asnago di Cermenate, seguito dalla Fontana monumentale a cerchi e sfere, progettata con il pittore Mario Radice per il Piazzale Corsica a Camerlata e realizzata in via provvisoria alla VI Triennale di Milano. Tra il 1938 e il 1939 realizza la sua opera più conosciuta, quella Casa di abitazione di straordinaria tensione emotiva, posta nel cuore di Cernobbio a rappresentare – come egli stesso scrive – “una salutare nota stridentissima” nel grigio contesto architettonico in cui viene a collocarsi.

L’ultima opera realizzata è la sede a Como dell’Unione dei Lavoratori dell’Industria (1938-1942), della quale Kenneth Frampton testimonia che «[…] è, sotto molti aspetti, la più brillante soluzione dei temi compositivi e tipologici affrontati dai razionalisti di Como […]».

Muore a soli 31 anni, a Como, nell’agosto 1943.

Alla modesta quantità di opere realizzate, Cattaneo contrappone una ben più consistente produzione progettuale, documentata dalla cospicua consistenza dell’archivio. Da questa intensa e quasi frenetica attività, ben si coglie il proposito di Cattaneo di far capire, più che di capire egli stesso, quella architettura in un clima di per se stesso ancora molto ostile al linguaggio moderno.
Nonostante tutto, Como rappresenta comunque in quegli anni un esempio di particolare e vivace tensione culturale, animata tra gli altri dal teosofo Franco Ciliberti, proclamatore dei cosiddetti “valori primordiali”.
Proprio a questa tensione ideale e spirituale anche Cattaneo si ricollega, tanto nella sua produzione architettonica quanto in quella sua vivacissima e ragguardevole produzione critica pubblicata sulle principali riviste di architettura dell’epoca. Questa attività collaterale e diremmo fondamentale per completarne quella più strettamente professionale, culmina nel 1941 nella pubblicazione del volume Giovanni e Giuseppe, in cui Cattaneo – sotto forma di dialogo – sviscera e affronta in maniera sistematica le problematiche legate al fare architettura e, soprattutto, al rapporto concreto tra l’architettura e l’uomo che si trova a vivere l’architettura.
Altro aspetto che non si può trascurare e che rappresenta da un lato la singolarità e completezza dell’architetto Cattaneo e dall’altro testimonia ancora una volta la forza accentratrice di quei “favolosi anni Trenta” per la cultura comasca, è certamente il rapporto di Cattaneo con la pittura e con i pittori, in particolare con gli astrattisti comaschi, primi fra tutti Mario Radice e Manlio Rho. Ma non solo: egli stesso, adolescente, si dedica con passione e con risultati di sicuro valore alla pittura figurativa, mentre la sorella Cordelia è pittrice astrattista di grande interesse. La sua affinità particolare con il gruppo dei pittori comaschi si concretizza in particolare nel 1935, nella collaborazione con Radice per la Fontana di Camerlata; collaborazione che porterà poi allo studio di decorazione interna del Palazzo dell’ULI nel 1937-1942 e agli interessantissimi studi di chiese moderne nel 1939-1943.

(Fonte: Politecnico di Milano: Guida alle fonti documentarie dell’architettura del Novecento a Milano e in Lombardia)