“Umani” per “Humanity” , Villa Bernasconi e Teatro Sociale presentano la mostra di Josè Molina

Apre a Villa Bernasconi la mostra “Umani” di Josè Molina, un percorso per immagini verso la conoscenza dell’uomo
Grandi dipinti, colorati e surreali, ma sempre con al centro l’uomo; si chiamaUmani la mostra d’arte di Josè Molina che impreziosisce la stagione Humanity del Teatro Sociale di Como, stagione, in parte condivisa con Villa Bernasconi nell’ambito di Como – Cernobbio A/R, in cui il Teatro Sociale di Como e il Comune di Cernobbio organizzano insieme incontri e laboratori, un legame prezioso e duraturo con il territorio come l’ha definito Barbara Minghetti, mentre l’assessore alla Cultura del Comune di Cernobbio, Maria Angela Ferradini, ha sottolineato il ruolo propositivo dell’amministrazione.
Dal 21 marzo sarà proprio Villa Bernasconi a Cernobbio la sede della mostra di Molina che si pone come sigillo a un anno di concerti e di eventi sviluppati attorno al tema Humanity, tema in cui si rispecchia anche l’opera dell’artista spagnolo che da parecchi anni vive sul lago a Gravedona il cui lavoro ha interessanti riscontri internazionali.

La mostra, curata da Luigi Cavadini e Chiara Garrone, ha per titolo Umani e costituisce – scrive Chiara Garrone – “un percorso per immagini verso la conoscenza dell’uomo. Le opere sono frammenti di tempo, visti attraverso il prisma della propria visione del mondo, in cui il fattore umano è il soggetto principale della ricerca. La sua arte vuole stimolare lo spettatore ad avventurarsi nella sfaccettata natura dell’animo umano e provocare delle domande: cosa significa oggi essere e sentirsi umani e quali tracce l’uomo vuole lasciare dietro di sé?”
E JosèMolina aggiunge “Mi affascina raccontare il viaggio dell’uomo nel tempo, la sua perenne lotta tra paura e audacia, la paura verso lo sconosciuto e l’audacia di abbracciare l’ignoto per convertire le crisi in rinascita. Questo è un momento epocale e come artista mi appassionerà moltissimo seguire l’uomo in questo nuovo cammino che anche io dovrò percorrere. Anche per l’arte si apre una nuova epoca e ci sarà ancora molto da scoprire sull’umanità.”

Si tratta quindi – annota poi Luigi Cavadini – di “Una pittura sull’uomo. Dentro l’uomo. Molina si guarda attorno, ma prima si guarda dentro, e poi sviluppa queste sue visioni che si situano tra passato e futuro, tra realtà e sogno. Una serie di immagini raccontano situazioni e vicissitudini degli uomini… Il tutto narrato, volta per volta, con una partecipazione emotiva che sa ora di adesione, ora di ironia, ora di comprensione, ora di sottile ma marcata condanna. L’artista sa sì fermarsi a contemplare, ma anche, come dicevano gli antichi, castigat ridendo mores, cioè con un linguaggio leggero e accattivante mette a nudo e addita vizi e difetti umani.
Sulla evidente capacità creativa di Molina, che spazia dalla mitologia alla grande pittura del passato, si inserisce una tecnica che accompagna l’uso dell’olio con l’acrilico consentendogli di operare in un ambito cromatico particolarmente ampio e di ottenere effetti coloristici di rara efficacia.”
In bella evidenza, fra le opere esposte, i dipinti del ciclo più recente “Sogno di una lunga notte d’inverno” in cui la freschezza di un colore luminoso e incisivo, si accompagna con una narrazione che trae suggestioni dalla pittura del passato che gli offre spunti e sollecitazioni per traguardare, con incursioni nel mondo animale e vegetale, situazioni e comportamenti del nostro presente.
Esemplare e di stretta attualità in questi tempi è il grande dipinto Europa II scelto come immagine trainante della mostra, che rappresenta Filippo IV di Spagna, detto anche Filippo il Grande (tratto da un dipinto di Diego Velazquez) in atteggiamento regale non su un cavallo di razza ma su uno strano animale, composto da una abnorme cavalletta foglia con testa di armadillo.

Oltre ai dipinti, particolarmente significative sono anche le tre sculture Io immagino, Io dubito, Io ricordo che – José Molina – “invitano ognuno di noi ad addentrarsi sempre più nelle profondità dei labirinti della psiche umana con i suoi interrogativi ancestrali”.

COMO-CERNOBBIO A/R:
HUMANITY A VILLA BERNASCONI
JOSÉ MOLINA. UMANI
dal 21 marzo al 12 maggio 2025
a Villa Bernasconi, Cernobbio
Mostra a cura di Luigi Cavadini e Chiara Garrone
INFORMAZIONI E CONTATTI
Orari di apertura del Museo di Villa Bernasconi
– dal venerdì al lunedì dalle ore 10 alle ore 18
Biglietto intero: 8,00 euro. Ridotto: 5,00 euro. Gratuito under 14, over 75, cernobbiesi, disabili e accompagnatore, insegnanti, Abbonamento Musei e altri casi sul sito del museo. Sconto di 1 euro a chi presenterà il ticket di pagamento della sosta a Cernobbio.
Ingresso ridotto a 5,00 euro per gli spettatori in possesso del biglietto di uno spettacolo del Teatro Sociale
Prenotazione consigliata su www.villabernasconi.eu.
Contatti: Tel. 031.3347209 e-mail villa.bernasconi@comune.cernobbio.co.it
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Josè Molina nasce a Madrid nel 1965 e manifesta fin da bambino una precoce vocazione artistica per il disegno e la pittura che negli anni affina in uno stile post-surrealista che si è oggi imposto nel mercato internazionale. Dal 2012 vive a Gravedona, sul lago di Como.
Molina ha esposto le sue opere in prestigiose istituzioni: Museo di Storia Triennale, Milano; Palazzo delle Stelline e Fondazione Mudima, Milano; Real Academia de España, Roma; Museo Poldi Pezzoli, Milano; Reggia di Caserta; Museo Civico di Bressanone; Palazzo Ducale di Modena.
Le sue opere sono state esposte a New York, Miami e Hong Kong, sia in spazi privati che in fiere d’arte. Ha pubblicato due libri uno nel 2004 dal titolo Ojos che ha vinto il prestigioso Sappi Award per il miglior prodotto editoriale dell’anno, guadagnandosi un secondo posto a livello europeo, seguito nel 2011 da Sentimentos edito da Logos e nel 2016 dal catalogo antologico Humanitas.
Nel 2017 è stato chiamato dalla agenzia Robilant&Associati per realizzare un importante progetto di restyling artistico dell’iconico “Baffo Moretti” di tutte le famiglie della Birra Moretti.
Molina nel tempo ha formato un team di lavoro a partire da giovani artisti; il suo atelier è diventato un luogo d’incontro e di scambio intergenerazionale, una variazione della bottega d’artista con una netta proiezione verso il futuro.