Le Sonate per pianoforte di Beethoven a Nesso con il Maestro Christian Leotta

18 marzo 2025 | 15:00
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Le Sonate per pianoforte di Beethoven a Nesso con il Maestro Christian Leotta

Nuovo concerto sul lago di Como del pianista comasco Christian Leotta presenta un nuovo e più ampio catalogo delle Sonate per pianoforte del maestro di Bonn

Le magiche note della musica di Beethoven tornano a suonare sul Lago di Como grazie al pianista di fama internazionale Christian Leotta, che prosegue la sua maratona prediletta – oltre 14 ore complessive di musica – dedicata alle Sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven. Il 2025 è iniziato per Leotta nel migliore dei modi, con RAI 5 che ha trasmesso per la quinta volta il film del suo recital con ultime tre Sonate per pianoforte Op. 109, 110 e 111 di Beethoven.

In attesa di una imminente tournée in America Latina (nell’ambito della quale completerà l’esecuzione dei 5 Concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven per il prestigioso Ciclo Sinfonico della “Sociedad Filarmonica de Lima”), il pianista lariano di fama mondiale Christian Leotta torna così protagonista di un evento unico, affrontando un repertorio con cui si sono cimentati solo un numero ristretto di grandi star del pianismo, ma senza presentare se non in casi sporadici il ciclo nella sua interezza. Leotta, invece, lo ha già fatto decine di volte. Ma ora il grande interprete propone questo capitolo fondamentale del repertorio del genio di Bonn con una novità assoluta, destinata a fare epoca sia da un punto di vista della storia del pianoforte, sia filologico.

La seconda parte di questo straordinario e inedito viaggio musicale, dopo il grande successo dei recital di Cantù e Albavilla con centinaia di spettatori che hanno calorosamente ringraziato il M° Leotta con standing ovation e diversi minuti di applausi, prosegue sabato 22 marzo alle 21 a Nesso presso il salone dell’Oratorio parrocchiale di via Binda 7. Ingresso libero con prenotazione scrivendo una mail all’indirizzo info@comune.nesso.co.it.

Ludwig van Beethoven è una delle icone universali della musica, simbolo insieme a pochi altri del genio assoluto. Sono oltre vent’anni che Leotta si cimenta praticamente con la totalità della sua monumentale e sconfinata opera per tastiera. Mai però prima d’ora un pianista aveva avuto l’idea di eseguire un ciclo dedicato all’integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven che includesse sia le Sonate pubblicate con un numero d’opera, sia le Sonate pubblicate senza un numero d’opera, sia le Sonate “postume”, sia le Sonatine. Il numero totale delle “Sonate” di Beethoven individuato da Leotta sale così dalle tradizionali 32 a 39 brani, di cui l’interprete propone anche una nuova catalogazione compilata seguendo il loro ordine cronologico di composizione. Il tutto in prima assoluta in un ciclo di 12 concerti, 6 nel 2024 e 6 nel 2025, che tocca diverse località del territorio lariano.

Assolutamente innovativo dal punto di vista musicologico, il progetto di Christian Leotta è originale anche nella sua dimensione territoriale. Presenta infatti in numerose località composizioni universalmente celebri e simboli del genio beethoveniano abbinate a sue opere di rarissimo ascolto, rendendo così per la prima volta accessibile in forma completa (i concerti sono tutti a ingresso gratuito), anche per un pubblico che non è solito frequentare le sale da concerto, uno dei corpus musicali più importanti e profondi di tutta la storia della musica: un evento culturale da fare invidia alle più importanti capitali internazionali della musica.

I Comuni che ospitano la “Parte II 2025” della tournée sono Albavilla, Cantù, Limido Comasco, Mariano Comense, Nesso e Torno. In ogni concerto verrà eseguita da Christian Leotta almeno una delle sette Sonate non incluse nel tradizionale e noto catalogo delle “32”. La tournée è organizzata dall’Associazione Melos con il sostegno della BCC di Cantù, il contributo di Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, il contributo e la collaborazione dei Comuni coinvolti.

christian leotta 39 sonate

22 marzo ore 21

Nesso
Salone Oratorio Parrocchiale di via Pietro Binda 7

TERZO CONCERTO

Programma:

Sonata per pianoforte L 6 (ex n. 2) in La maggiore Op. 2 n. 2
Titolo edizione originale: “Trois sonates pour le clavecin ou Piano-Forte”

Allegro vivace

Largo appassionato

Scherzo. Allegretto

Rondo. Grazioso

Sonata per pianoforte L 16 (ex n. 9) in Mi maggiore Op. 14 n. 1
Titolo edizione originale: “Deux Sonates pour le Piano-Forte”

Allegro

Allegretto

Rondo. Allegro comodo

Sonata per pianoforte L 3 (WoO 47 n. 3) in Re maggiore
Titolo edizione originale: “Drei Sonaten fürs Klavier”

Allegro

Menuetto sostenuto
Scherzando. Allegro, ma non troppo

Sonata per pianoforte L 21 (ex n. 14) in Do diesis minore, Op. 27 n. 2  “Al chiaro di luna”
Titolo edizione originale: ”Sonata quasi una Fantasia per il Clavicembalo o Piano-Forte”

Adagio sostenuto

Allegretto

Presto agitato

Christian Leotta introduce il programma

La Sonata L 6 (ex n. 2) in La maggiore, è la seconda del gruppo di tre Sonate che compongono l’Opera 2 di Beethoven, scritta fra il 1794 e il 1795 e pubblicata dall’editorie Artaria a Vienna nel 1796. Il primo tempo presenta il classico schema della forma-sonata. La scrittura è molto virtuosistica, con rapidissime scale in entrambe le mani. In questo movimento Beethoven chiede al pianista, per la prima e l’ultima volta in tutta la sua produzione per pianoforte, di eseguire al termine dell’esposizione e della ripresa un difficilissimo arpeggio alla mano destra di ottave spezzate, da eseguirsi rigorosamente con una mano sola per non perderne la straordinaria tensione espressiva, dovuta proprio alla sua straordinaria difficoltà. Il secondo tempo è un “Largo appassionato” con sonorità orchestrali e molta espressività, unite a un grande lirismo, cui fa seguito un delizioso “Scherzo”, marcato “Allegretto”. La Sonata si conclude con un “Rondo” molto sviluppato, che presenza una sezione centrale tesa e drammatica in tonalità minore, in forte contrasto con il carattere spensierato dell’intero movimento. La Sonata si conclude con la ripresa del tema principale, mirabilmente fuso  con quello della  sezione centrale, ora in tonalità maggiore.

La Sonata L 16 (ex n. 9) in Mi maggiore Op. 14 n. 1 è stata composta da Beethoven nel 1798 e assieme alla successiva Sonata L 17 (ex n. 10) forma il dittico dell’Opera 14. Entrambe le Sonate, scritte in tonalità maggiore, hanno un carattere gioioso e vivace, come se Beethoven avesse voluto, per un attimo, tornare al pieno Classicismo dopo aver aperto con la precedente Sonata, la celebre Op. 13 “Patetica”, una finestra sul Romanticismo che mai prima d’ora s’era vista (se non nella giovanile e premonitrice Sonata in Fa minore L 2, WoO 47 n. 2). Il primo tempo, un “Allegro”, è scritto nella classica “forma-sonata”, e presenta uno sviluppo molto teso ed espressivo. Il secondo tempo, un “Allegretto”, nella tonalità contrastante di Mi minore, ci porta in un clima di introspezione, mentre l’ultimo tempo, un “Rondo” marcato “Allegro comodo”, chiude questa Sonata con lo stesso clima di spensieratezza e gioia del primo movimento.

La Sonata L 3 in Re maggiore (WoO 47 n. 3 del catalogo Kinky-Halm), è l’ultima del trittico che compone le prime tre Sonate per pianoforte scritte da Beethoven fra i dodici e i tredici anni d’età, dimostrando già una straordinaria maturità e padronanza della scrittura, venendo pubblicate nel 1783 dall’editore Bossler di Spira. Il clima generale è di nuovo sereno dopo il carattere assai drammatico della precedente Sonata L 2 (WoO 47 n. 2). Il primo movimento è un “Allegro”, che presenta un’esposizione assai sviluppata (sono presenti addirittura tre temi e una coda!). Come nelle precedenti Sonate L 1 ed L 2, si nota una cura e una precisione straordinarie di Beethoven nella scelta delle articolazioni di ciascun passaggio in entrambe le mani. Virtualmente, troviamo prescrizioni dell’autore su come eseguire ogni nota (nelle successive Sonate dell’Op. 2, la scrittura beethoveniana diverrà molto più “fluida”, concentrandosi maggiormente sulla ricerca formale ed espressiva, dando meno risalto allo studio di tutte le possibili combinazioni di articolazioni utilizzabili). Il secondo movimento è un idilliaco “Menuetto”, scritto in forma di tema con sei variazioni. La Sonata si concluderà con “Allegro, ma non troppo” (denominato “Scherzando”), dal carattere solare e dalla scrittura brillante.

La Sonata L 21 (ex n. 14) in Do diesis minore Op. 27 n. 2, fra le più famose composizioni per pianoforte di tutti i tempi, è nota con il titolo di Sonata “Al chiaro di luna” (titolo, comunque, non originale dell’autore). Fu scritta in un periodo assai tormentato della vita sentimentale di Beethoven, all’epoca trentunenne. La dedicataria è infatti la contessa Giulietta Guicciardi, bellissima damigella di soli sedici anni appartenente all’aristocrazia viennese, della quale Beethoven si innamorò perdutamente. A lei così si rivolse in una lettera: “Amatissima… ai tuoi occhi vorrei davvero apparire superiore, divinamente benedetto e di conseguenza grande, anche se il dono del tuo affetto mi sembra immeritato. (…) Ah, riuscissi a dirti in musica ciò che sei per me!” Come sostenuto da Berlioz, l’Adagio sostenuto che apre questa composizione “è uno di quei momenti poetici che il linguaggio umano non riesce a definire”. I tormenti emotivi ed esistenziali del compositore trovano invece nel secondo movimento, un “Allegretto”,  un attimo di rasserenamento, subito interrotto dall’impetuoso finale, un “Presto agitato”, che ben descrive il dolore e i sentimenti di angoscia che un amore impossibile, sia pur corrisposto, provocheranno nell’animo del compositore: il differente ceto sociale di Beethoven e della contessina Guicciardi renderanno infatti impossibile tale relazione, portando il grande compositore ad uno stato di tristezza davvero grande. La solenne e immota contemplazione del mistero del dolore umano, in un clima espressivo di inesorabile fatalità, così ben descritta nel primo movimento di questa sonata, viene nell’ultimo tempo trasfigurata da un sentimento di grandissima tensione emotiva e di rivolta verso le vicissitudini della vita. In cuor suo, dedicando questo brano alla contessa Guicciardi, è come se Beethoven stesso avesse già presagito il triste epilogo di questa storia d’amore, che terminerà di lì a poco con il matrimonio fra la contessina Guicciardi e il conte Gallemberg.

christian leotta

Mai prima d’ora un pianista aveva avuto l’idea di eseguire un ciclo dedicato all’integrale delle Sonate, comprese le 7 recentemente catalogate proprio dal Maestro Leotta che hanno portato a 39 le composizioni per pianoforte del genio tedesco. In totale il ciclo sarà di 12 concerti, 6 nel 2024 e 6 in programma quest’anno in diverse località del territorio lariano.  Le altre tappe saranno Limido Comasco, Mariano Comense, Nesso e Torno.

I programmi dei concerti riportano sia la nuova numerazione delle 39 Sonate proposta da Christian Leotta (preceduta dalla lettera “L”, ovvero l’iniziale del suo cognome) sia, fra parentesi, quella precedente riferita al catalogo delle 32 Sonate, se in esso incluse.

Sito web ufficiale: www.christianleotta.com