Un viaggio spirituale tra musica e storia: l’Oratorio dedicato a Sant’Eutichio

In prima assoluta il concerto in formadi oratorio incentrato sulla figura del Santo che fu vescovo di Como
Un evento musicale di grande rilievo in programma per la serata di sabato 22 marzo nella suggestiva cornice della Basilica di San Giorgio, nel quartiere di Borgo Vico a Como. In prima esecuzione assoluta l’“Oratorio Sant’Eutichio”, un concerto sinfonico-vocale in forma di oratorio moderno che promette di emozionare il pubblico con una narrazione intensa e spirituale.
L’opera, scritta dal compositore comasco Antonello Rizzella su libretto di Luigi Picchi (nipote dell’omonimo compositore e musicista), racconta la figura e l’opera di Sant’Eutichio, ottavo vescovo di Como, vissuto tra il 482 e il 539 d.C. Attraverso un raffinato intreccio tra parola e musica, la composizione riporta in vita la storia del santo, guida spirituale e figura cardine della storia religiosa comasca.
Il concerto sarà eseguito dal coro Ad Artem,affiancato da un ensemble strumentale composto da clarinetto basso, tromba, corno, organo portativo, percussioni e archi, sotto la direzione attenta e appassionata del maestro Stefano Stefanoni. A collegare i vari momenti musicali sarà la voce dell’Historicus narrante, che accompagnerà lo spettatore alla scoperta del messaggio profondo dell’opera.
La scelta musicale si muove su un doppio binario: da un lato l’utilizzo di tecniche orchestrali classiche, dall’altro una scrittura moderna e coinvolgente. Il risultato è un tappeto sonoro fluido e dinamico, capace di trasportare l’ascoltatore nel cuore degli eventi narrati, in un continuo dialogo tra il testo recitato, gli interventi corali e la musica.
L’“Oratorio Sant’Eutichio” rappresenta così non solo un evento culturale di rilievo, ma anche un’occasione per riscoprire, attraverso la forza evocativa della musica, una figura centrale della storia religiosa locale. Il concerto, di profonda spiritualità, assume un particolare significato in questo anno giubilare 2025.
“Pellegrini di speranza”è il motto scelto da Papa Francesco per il Giubileo, e la speranza è la virtù che trasmette bellezza e ingegno artistico. E’ bello ricordare che il Giubileo è cultura e che la cultura è una fonte primaria di evangelizzazione, poiché è in grado di trasmettere a tutti, senza mediazioni, un’esperienza tangibile di quella Somma Bellezza che è Dio” (Mons.Fisichella).
Il presule ricorda anche le parole usate da Bergoglio nella bolla di indizione del Giubileo “Spes non confundit”: “transitare da un Paese all’altro, come se i confini fossero superati, passare da una città all’altra nella contemplazione del creato e delle opere d’arte permetterà di fare tesoro di esperienze e culture differenti, per portare dentro di sé la bellezza che, armonizzata dalla preghiera, conduce a ringraziare Dio per le meraviglie da Lui compiute”.
È un invito a lasciarsi abbracciare dalla bellezza che ci circonda, da quella “via pulchritudinis” che, secondo San Tommaso d’Aquino, rappresentava la strada giusta per giungere alla conoscenza di Dio.
