“Bruma Serenissima” il nuovo noir di Umberto Montin in libreria per l’editore Mursia

Lo scrittore comasco presenterà il nuovo libro martedì 25 marzo alle 18 nella Libreria Ubik di Piazza San Fedele a Como
Dopo lo sbirro con l’eskimo Martino Ribaud – protagonista dei due precedenti romanzi ambientati a Como – lo scrittore Umberto Montin torna in libreria con il nuovo “Bruma Serenissima”, Mursia Editore, un noir in cui cambiano protagonista e location.
L’autore ne parlerà martedì 25 marzo alle 18 nella Libreria Ubik di Piazza San Fedele a Como, a condurre la presentazione il giornalista Alessio Brunialti.
La trama del libro di Montin “Bruma Serenissima”, avvincente sin dalle prime righe, si articola in una Venezia deserta e quasi irriconoscibile a causa del lockdown, città che accompagna ma, a tratti, confonde il protagonista – il “cacciatore di ombre” Sebastiano Faliero – mentre indaga su un mistero che si fa sempre più intricato. Ex poliziotto, Faliero accoglie la richiesta del suo vecchio e aristocratico amico veneziano Lorenzo Dolfin – il nobil homo di cui è ospite – di indagare per fare chiarezza su un omicidio dai contorni inquietanti: quello di Sarah, giovane cooperante di origine inglese, uccisa e buttata in quella laguna che era stata “il pavimento che l’aveva portata all’altare”. I sospetti, subito caduti sul novello sposo, sparito anche lui nel nulla, non convincono però l’ex poliziotto.
Parlando di ombra, Jung analizzava quella parte di noi che tendiamo a nascondere, della quale spesso nemmeno siamo consapevoli. L’ombra è qualcosa che ci rende vulnerabili perché agisce a nostra insaputa, che muove i nostri passi, anima le nostre parole; ma cosa succede quando sono proprio le persone vicine a noi a rappresentare l’ombra, a colpirci attraverso un tradimento che non ci aspettiamo? Sebastiano Faliero sarà chiamato a comprendere l’ombra per scovare i colpevoli di questo crimine efferato.
L’ombra è nella Venezia del lockdown, è nelle domande scomode di chi non si accontenta di facili soluzioni, è in una rete sociale che solo in apparenza aiuta, è nelle angosce, nelle paure, nella violenza che si diffonde in modo sottile e infetta la società; l’ombra è la tragedia che aleggia nell’aria, testimone del comportamento aberrante di chi vede nel diverso una minaccia peggiore del virus.
Le calli della Serenissima, in questa indagine, costituiscono il percorso che porta a una discesa negli inferi dove odio, disprezzo, invidia, tracciano una mappa che, poco alla volta, assume contorni più definiti.
Ad aiutare il nostro cacciatore, oltre che alcuni personaggi femminili del romanzo, la sua capacità di entrare in una dimensione molto particolare, alla quale accede attraverso una porta di porcellana blu. Questa dimensione, ben sviluppata nella storia, permette alla narrazione l’ingresso, oltre che nella psicologia, nella letteratura e nella filosofia.

La porta di Alice nel libro di Lewis Carroll, dove per entrare bisogna trasformarsi, la porta della parabola Davanti alla legge narrata nel Processo di Kafka, che non viene nemmeno aperta; confine, passaggio, opportunità di trasformazione, soglia tra mondi, crescita personale, quello della porta è un simbolo potente, spesso carico di significati profondi che, nel libro di Montin, riveste un ruolo essenziale per le indagini: l’accesso al potere della concentrazione e della consapevolezza.
In questo libro l’autore non cambia solo protagonista e ambientazione, rispetto ai precedenti, ma trova un ritmo, un’attenzione alle sfumature e una caratterizzazione dei personaggi che sono il risultato di una ricerca stilistica molto riuscita. Ricerca accolta anche dall’editore Mursia e inserita in “Giungla Gialla” che consta, a oggi, di un catalogo di 44 titoli.
L’aspetto del giallo si avvale di una struttura solida e ben costruita, la vicenda è curata nei particolari, la città oltre che essere l’ambientazione del romanzo costituisce un vero e proprio personaggio, come nelle migliori tradizioni letterarie; c’è inoltre uno sguardo più ampio, quello che abbraccia la laguna, quello che, dalla villa di Cristina – femme fatale della storia – si affaccia sull’Adriatico, quello che accompagna le indagini dagli antichi palazzi veneziani agli anfratti più degradati, che porta la storia a esplorare orizzonti più ampi.
Cadute le ombre presenti nell’amicizia, nella solidarietà, nella cooperazione, una luce fin troppo chiara illuminerà la miseria di una mentalità retrograda e crudele. Svelarla condurrà il lettore non solo all’interno di un caso congeniato nei particolari, ma in una dimensione capace di far riflettere. Come nel miglior Dürrenmatt, la difficoltà di far coincidere legge e giustizia non può non interpellare un autore attento come Montin, che chiama a sé un alleato potente, il riscatto. Per permettere sul finale l’espressione di un valore che, in questo noir, offre spazio a una parola in disuso: comprensione.

Umberto Montin ha un passato da giornalista professionista al Gazzettino di Venezia e poi, per oltre 30 anni, al quotidiano La Provincia di Como. Nel 2020 ha pubblicato “A muso duro” (Robin edizioni) e, nel 2024 “Il sangue dei randagi” (Robin edizioni).
Forte della sua esperienza come giornalista di cronaca nera – ma si è anche occupato di geopolitica ed economia – Montin attinge agli anni trascorsi a scrivere per i quotidiani, anni nei quali ha avuto modo di avvicinare e conoscere molti aspetti tecnici investigativi, e li unisce a una capacità narrativa di ampio respiro tipica degli scrittori di genere di livello, dando vita storie ricche di dialoghi e descrizioni.
L’appuntamento con “Bruma Serenissima” (Mursia Editore) è per martedì 25 marzo alle 18 nella Libreria Ubik di piazza San Fedele a Como, in dialogo con il giornalista Alessio Brunialti.
Sabrina Sigon