“Pupo”, Sofia Nappi chiude la stagione danza al Sociale

Martedì 25 marzo andrà in scena lo spettacolo “Pupo”, ispirato alla figura di Pinocchio e ideato dalla giovane coreografa Sofia Nappi
La Stagione Danza del Teatro Sociale di Como termina martedì 25 marzo, alle 20.30, con Pupo, il nuovo pezzo di Sofia Nappi, giovane coreografa italiana e direttrice artistica di KOMOCO, ispirato alla figura di Pinocchio, celebre opera di Collodi sulla metamorfosi della marionetta che sogna di diventare bambino.
In italiano, “Pupo” si riferisce sia al bambino sia al burattino. Lontano da una narrazione didascalica, Pupo, che vedrà esibirsi Arthur Bouilliol, Leonardo de Santis, Gregorio Dragoni, Glenda Gheller, India Guanzini, Paolo Piancastelli e Julie Vivès su musiche di Dead Combo, Jean du Voyage, Irfan, e Frédéric Chopin, indaga il tema della crescita e della consapevolezza, di come un bambino innocente e curioso inizia a interagire con il mondo, mettendosi continuamente in gioco nella relazione con gli altri e con i propri limiti. L’attenzione è rivolta alla metamorfosi: come avviene questa lenta trasformazione da uno stato all’altro? Come cresce il bambino ingenuo e smette di farsi manipolare dagli altri? Il celebre libro per bambini di Carlo Collodi ha ispirato la coreografa a creare una moderna storia di crescita, in cui possiamo scorgere i celebri personaggi fiabeschi (il gatto e la volpe, il grillo parlante e la fata turchina).

Il linguaggio di danza di Sofia Nappi combina il flusso selvaggio e libero della danza israeliana, come lo conosciamo dal linguaggio Gaga di Ohad Naharin e Hofesh Shechter, con elementi di breakdance come il locking o il popping per i movimenti scattosi del burattino. Con gesti minimi e leitmotiv lampeggianti, spesso inseriti nel desiderio sfrenato di muoversi dei danzatori, la coreografa fa riferimento alla crescita personale e alla presa di coscienza di sé: come il bambino innocente e curioso si confronta con il mondo, come incontra le persone e gioca con loro, testando i suoi limiti. E come poi si trova di fronte alle prime tentazioni come l’avidità, come viene ingenuamente ingannato, riconciliandosi in fine con sé stesso e abbracciando il potere del perdono. Attraverso la propria realizzazione e l’aiuto di figure guida, Pinocchio trova sé stesso: coreograficamente l’individuo si connette al collettivo su un mantra musicale che simboleggia un momento di trasformazione.
Il collage musicale fortemente ritmico, sul quale Pinocchio danza, varia dal suono folcloristico di una chitarra a suoni solenni e mistici; alla fine, la malinconia della memoria risuona in un delicato notturno di Chopin. Nappi non mima, ma integra immagini minimaliste nella sua danza – il tremolio folle di una marionetta o il tirare delle corde e la manipolazione, passi di tango seducenti o movimenti animali. Le maschere bianche che compaiono e scompaiono misteriosamente sui volti alludono agli stereotipi e alla critica sociale della vecchia commedia dell’arte italiana. Un disegno luci forte e di atmosfera crea la scena per l’eroe centrale e tutte le influenze che gli gravitano intorno.

Pupo, coprodotto da Burghof Lörrach (Germania), Danse Danse Montreal (Canada), ecotopia dance productions (Germania), Escher Theater (Lussemburgo), MART Foundation (USA), ROXY Ulm (Germania), Sosta Palmizi (Italia), Tanz Köln (Germania), Theater Winterthur (Svizzera) e Tollhaus Karlsruhe (Germania), con il sostegno residenziale di ResiDance – azione del Network Anticorpi XL / Centro di Residenza della Toscana (Armunia – Capotrave/Kilowatt); Istituto Italiano di Cultura di Colonia e del MiC- Direzione Generale Spettacolo, nell’ambito del programma di residenze internazionali della NID Platform, è stato creato per adulti, ma sarà uno spettacolo per donerà spunti di osservazione e riflessione ad un ampio pubblico. La coreografa vede la storia della metamorfosi del burattino di legno come un tentativo esistenziale di diventare la migliore versione di se stessi. Pupo è un invito a non dimenticare il bambino che c’è in noi, la marionetta di legno impulsiva e giocosa che siamo stati un tempo, l’esuberante e incontenibile desiderio di danzare.
Biglietti disponibili online oppure presso la biglietteria del Teatro