Strage di Erba, oggi a Roma l’ultimo atto del lungo iter processuale: al via il disperato ricorso dei legali di Olindo e Rosa

25 marzo 2025 | 10:02
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Strage di Erba, oggi a Roma l’ultimo atto del lungo iter processuale: al via il disperato ricorso dei legali di Olindo e Rosa
Strage di Erba, oggi a Roma l’ultimo atto del lungo iter processuale: al via il disperato ricorso dei legali di Olindo e Rosa
Strage di Erba, oggi a Roma l’ultimo atto del lungo iter processuale: al via il disperato ricorso dei legali di Olindo e Rosa

Gli avvocati provano l’ultima carta a disposizione: rimandare gli atti ad un’altra corte dopo che a Brescia la revisione è stata rigettata con toni trancianti. Udienza iniziata in mattinata.

Da qualche minuto a Roma, corte di Cassazione, la strage di Erba è ancora davanti a dei giudici. E potrebbe essere davvero l’ultima volta. In Cassazione, infatti, l’udienza per decidere sul ricorso presentato dai difensori di Olindo Romano e Rosa Bazzi contro la sentenza della Corte d’Appello di Brescia che, a luglio scorso, ha giudicato inammissibile la richiesta di revisione del processo per i coniugi. Motivazione tranciante dei giudici di Brescia nel non ammettere la richiesta.

Il pronunciamento della Suprema Corte di Roma – sentenza tra oggi e domani – potrebbe essere l’ultimo di una vicenda giudiziaria che si trascina da oltre 18 anni. Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio per la strage del dicembre 2006 nella corte di Erba. I due, dopo le ammissioni iniziali, hanno ritrattato tutto e da anni sostengono di essere vittime di un errore giudiziario. Tanto è vero che dopo la sentenza di luglio a Brescia i legali dei due hanno presentato un ulteriore ricorso in Cassazione chiedendo l’annullamento della sentenza di Brescia.

Se la Cassazione dovesse respingere il ricorso della difesa di Olindo Romano e Rosa Bazzi, a questo punto sarebbe davvero l’ultimo atto della vicenda giudiziaria dei coniugi erbesi. Diversamente, se la Corte accogliesse il ricorso, annullerebbe la sentenza di Brescia e rinvierebbe gli atti a una nuova corte.

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